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La Virgin Galactic centra un altro grande successo

Un'mmagine dallo spazio. (C) Virgin Galactic.

La data del 13 dicembre 2018 verrà sicuramente ricordata a lungo da Richard Branson e dai suoi collaboratori; infatti giovedì scorso per la prima volta un veicolo progettato e costruito dalla Virgin Galactic ha raggiunto lo spazio.

Con due test pilot veterani ai comandi, la SpaceShip Two della Virgin Galactic ha superato la fatidica quota di 80 km, che per convenzione (almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti) segna il confine fra l’atmosfera terrestre e lo spazio, divenendo così inoltre il primo velivolo pilotato statunitense a raggiungere lo spazio dopo l’ultima missione dello Space Shuttle nel 2011 e rendendo i due piloti i primi americani a raggiungere lo spazio dal suolo americano nell’era post Shuttle.

È inutile sottolineare, che questo successo spinge ulteriormente l’azienda fondata da Branson nel 2004 verso l’inizio della sua attività commerciale vera e propria.

Il momento del decolllo della VMS Eve. (C) Virgin Galacrtc.

“Oggi, per la prima volta nella storia, una nave spaziale abitata costruita per trasportare passeggeri, ha raggiunto lo spazio,” Queste le parole di Sir Branson. “Oggi abbiamo completato il nostro primo volo economicamente redditizio, ed i nostri piloti hanno guadagnato le ali da astronauti commerciali. Oggi, abbiamo dimostrato che la Virgin Galactic può davvero aprire lo spazio per cambiare il mondo.”

“Ora continueremo con il nostro programma di voli di test, che vedranno il motore della VSS Unity funzionare più a lungo per spingerla più veloce e più in alto al fine di offrire a migliaia di astronauti privati un’esperienza che fornirà una nuova prospettiva planetaria alle nostre relazioni con la Terra e con il cosmo,” Ha proseguito Branson. “Questo è un giorno memorabile, ed io non posso essere più orgoglioso dei nostri team, che insieme hanno aperto un nuovo capitolo dell’esplorazione spaziale.”

La SpaceShip Two, con ai comandi i due test pilot della Virgin Galactic Mark “Forger” Stucky e Rick “C.J.” Sturckow, è decollata dal Mojave Air and Space Port alle 16:10 italiane di giovedì, appesa al quadrigetto WhiteKnightTwo denominato VMS Eve. Dopo circa un’ora di volo, ad una quota di 13,1 km al di sopra del deserto del Mojave la VSS Unity è stata sganciata alle 16:59 italiane. Dopo essere precipitato per pochi secondi in volo libero, l’aereo-razzo ha attivato il suo propulsore ibrido il quale, durante il suo funzionamento durato 60 secondi, ha spinto il Stucky e Sturckov ad una quota di poco superiore agli 80 km.

La Virgin Galactic non ha fornito il webcast dell’impresa di giovedì, ma ha seguito il volo con aggiornamenti live del suo account Twitter.

La VSS Unity ha raggiunto la quota massima di 82,7 km ad una velocità di Mach 2,9 e a quel punto, il Virgin Galactic Mission Control si è congratulato con i due piloti divenuti ora astronauti: “Unity, benvenuti nello spazio!”

L’aereo-razzo SpaceShipTwo è riutilizzabile ed ha una lunghezza di 18 metri ed un’apertura alare di 8. Una volta completata la fase propulsa del volo, e dopo pochi minuti di assenza di peso, Stucky e Sturckow hanno effettuato la manovra verso il rientro supersonico a Mach 2,5 nell’atmosfera, durante il quale Unity ha utilizzato la sua originale configurazione di volo detta “Feathering”; quindi Forger e CJ hanno guidato lo spazioplano ad un perfetto atterraggio sulla pista del Mojave Air and Space Port, dove la VSS Unity ha effettuato il touch down alle 17:14 italiane.

Il volo propulso della VSS Unity. (C) VirginiGalactic.

Stucky è un ex test pilot dei Marines e della NASA con più di 9000 ore di volo su diversi velivoli, inclusi gli aerei da combattimento F-4, F-16 e F/A 18, oltre ad una variante dell’aereo spia U2. Sturckow è un ex astronauta della NASA ed ex test pilot dei Marines che ha volato in quattro missioni dello Space Shuttle comandandone due, volte all’assemblaggio dell’International Space Station.

Secondo veicolo della serie SpaceShipTwo, il VSS Unity ha sostituito il VSS Enterprise andato distrutto nell’incidente mortale che nel 2014 costò la vita al copilota Michael Alsbury, mentre il pilota Peter Siebold riuscì a paracadutarsi e a raggiungere il suolo dopo una spaventosa caduta libera.

Le indagini seguite all’incidente determinarono la causa dell’evento in un errore da parte di Alsbury, che sbloccò prematuramente i bracci delle code gemelle del feathering system dello spazioplano, che servono a riorientare l’aereo razzo per la discesa negli strati più densi dell’atmosfera. Non avendo i piloti comandato l’attivazione del feathering system, il flusso aerodinamico fece ruotare le barre nelle posizioni di rientro, causando la disintegrazione del velivolo ad una quota di 15,2 km.

I nuovi modelli SpaceShipTwo, a cominciare dal VSS Unity, sono stati implementati con l’aggiunta di un sistema che impedisce ai piloti di sbloccare le pinne di coda troppo presto.

Dopo l’incidente, la Virgin Galactic, tramite la sua sussidiaria The Spaceship Company ha rilevato dalla Scaled Composites lo sviluppo e la costruzione dei veicoli seguenti.

Unity ha fatto il suo primo test di volo appesa all’aereo carrier VMS Eve nel 2016 e di seguito ha eseguito a partire dall’aprile di quest’anno diversi test di planata e tre test con l’utilizzo del proprio propulsore.

Una volta terminato il programma di test, la Virgin Galactic prevede di spostare i voli operativi degli spazioplani SpaceShipTwo nelle strutture dello Spaceport America nel New Mexico. La The SpaceShip Company sta costruendo altri velivoli SpaceShipTwo per permettere un elevato tasso di voli dopo l’inizio dei voli commerciali, anche se ancora non è stato detto quando inizieranno e nemmeno quando Branson effettuerà il suo primo volo.

Ecco la lista dei voli propulsi effettuati fin’ora:

5 aprile 2018: Apogeo di 25,7 km; velocità massima di Mach 1,87
29 maggio 2018: Apogeo di 34,3 km; velocità massima di Mach 1,9
26 Luglio 2018: Apogeo di 52 km; velocità massima di Mach 2,9
13 dicembre 2018: Apogeo di 82,7 km; velocità massima di Mach 2,9

SpaceSchipTwo è stata progettata per trasportare sei passeggeri e due piloti, ai confini dello spazio. I voli commerciali del velivolo dovrebbero raggiungere una quota di 80 km. L’U.S. Air Force e la NASA hanno in passato riconosciuto le ali da astronauta ai piloti dell’aereo razzo X-15 che superarono quella quota, ma la linea di Kármán, il confine internazionalmente riconosciuto fra l’atmosfera terrestre e lo spazio, è ad una quota di 100 km. Tuttavia sono attualmente in corso nell’ambiente aerospaziale mondiale, diversi dibattiti su quale debba essere realmente considerata la quota sula quale far giacere questo confine.

Richard Branson ed i primi due astronauti della Virgin Galactic Stucky e Sturckow. (C) Virgin Galactic.

Tuttavia la Virgin Galactic non mira solo al turismo spaziale, infatti nel volo di giovedì la VSS Unity ha trasportato anche quattro esperimenti della NASA: “L’inserimento della SpaceShip Two alla crescente lista di veicoli che supportano la ricerca suborbitale è davvero eccitante,” ha dichiarato Ryan Dibley, Flight Opportunities Campaign Manager dell’Armstrong Flight Research Center della NASA di Edwards in California. “L’accesso economico allo spazio suborbitale reca enormi benefici alla ricerca tecnologica delle varie comunità scientifiche.”

Gli esperimenti che hanno preso parte alla storica missione hanno incluso uno studio sul comportamento delle particelle di polveri sulle superfici planetarie a bassa gravità ed un esperimento sul tessuto delle piante in microgravità, un esperimento dimostrativo sulle tecnologie per il controllo dei fluidi che possono essere impiegati per il controllo termico e per i sistemi di supporto vitale su veicoli spaziali del futuro, ed infine vi era un’interfaccia sperimentale per l’isolamento dalle vibrazioni ideata per ridurre i disturbi durante le fasi di lancio, rientro ed atterraggio.

Come è noto, centinaia di persone si sono messe in lista depositando 250˙000 $ per volare sulla SpaceShip Two della Virgin Galactic.

Insomma, sembra proprio che il sogno di Richard Branson stia per avverarsi.

Una breve rassegna stampa filmata:

 

 

 

 

 

 

Virgin Galactic – Press FTP

Fonti: spaceflightnow.com; virgingalactic.com

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