Completata l’inchiesta sull’incidente della Sojuz MS-10

Lo scorso 1 novembre la Commissione di indagine di Roscosmos ha comunicato pubblicamente i risultati dell’inchiesta sull’incidente occorso alla Sojuz MS-10 lo scorso 11 ottobre, con una conferenza stampa trasmessa anche in diretta streaming su Internet e confermando le indiscrezioni emerse negli ultimi giorni.

I partecipanti alla conferenza stampa, facenti parte delle massime autorità istituzionali e industriali del mondo aerospaziale russo, hanno dapprima illustrato le conclusioni della Commissione, e successivamente hanno risposto alle numerose domande dei media presenti.

A condurre l’evento è stato il presidente della Commissione e vice direttore generale dell’azienda aerospaziale TsNIImash Oleg Skorobogatov, cui si sono affiancati il direttore generale di TsNIImash Nikolai Sevastyanov, il vice direttore generale di Roscosmos per il settore costruzione razzi e controllo qualità Alexander Lopatin, il direttore generale di Energia Sergey Romanov, il direttore genrale di Progress Dmitry Baranov, il progettista capo per i veicoli di lancio di TsNIImash Alexander Medvedev, il vice capo dell’agenzia biomedica federale russa Vyacheslav Rogozhnikov, il direttore dell’Istututo per problemi biomedici presso l’Accademia delle Scienze russa Oleg Orlov e il capo del centro addestramento Gagarin per i cosmonauti Pavel Vlasov.

Cosa hanno rivelato le indagini

Grazie al recupero dei rottami del primo stadio e allo studio della telemetria e delle immagini riprese dalle telecamere a bordo del razzo, la commissione ha potuto identificare velocemente econ certezza la causa tecnica del malfunzionamento, ascrivibile alla mancata apertura del coperchio della valvola di sfogo utilizzata per allontanare il Block D dal resto del razzo, a sua volta causata da una  deformazione di circa 6 gradi della spinetta/sensore che registra il particolare movimento di separazione tra il primo e secondo stadio del vettore Sojuz.

Il booster interessato dal problema è il cosiddetto Block D, uno dei quattro razzi laterali a forma conica che caratterizzano la parte inferiore del vettore. Un’altra importante scoperta è stata che il problema al sensore non fosse dovuto ad un difetto di fabbricazione, ma a un errore umano occorso durante l’assemblaggio delle varie parti del razzo a Bajkonur, dove il personale addetto ha impiegato utensili diversi da quelli prescritti per quella particolare lavorazione.

La dichiarazione ufficiale della commissione recita:

Il lancio si è concluso in un fallimento del lanciatore causato dalla separazione anormale di uno dei booster laterali (block D), che ha perforato con la sua punta il core centrale (block A) nella zona del serbatoio del combustibile. Da questo è scaturita una perdita di pressione e, di conseguenza, il razzo ha perso il controllo dell’assetto.

Oltre che a tutti i partner istituzionali, le scoperte della Commissione d’inchesta sono state trasmesse a tutti gli stabilimenti coinvolti della produzione e assemblaggio delle varie parti del vettore Sojuz, ma anche all’autorità giudiziaria, che potrebbe aprire un’inchiesta per accertare la natura colposa o dolosa delle negligenze del personale coinvolto.

Ecco il video ripreso con la telecamera montata all’esterno del razzo, dove l’incidente si vede in tutta la sua rapidità e violenza.

I programmi per il futuro

Secondo le parole di Skorobogatov la Commissione d’inchiesta ha disposto l’immediata ispezione di alcuni dei razzi Sojuz rimasti a terra, in particolare quelli delle missioni Sojuz 2.1B/Fregat-M | Glonass-M, Sojuz STB/Fregat | MetOp-C, e  Sojuz-FG | Progress MS-10 (71P), ed ha inoltre formulato una serie di raccomandazioni per evitare il ripetersi di problemi analoghi, che però non sono state specificate. In futuro inoltre saranno effettuate riprese video e fotografiche delle varie fasi di assemblaggio dei lanciatori.

Sono solo cinque gli esemplari di Sojuz FG rimasti, tutti destinati a partire nel 2019, mentre dal 2020 entrerà stabilmente in servizio il Sojuz in versione 2.1a. In quest’ultimo modello il sensore di separazione dei booster laterali sarà ridondato, mentre altre funzioni essenziali del razzo saranno addirittura in tripla ridondanza.

Inoltre, per assicurare la puntuale implementazione del calendario dei lanci stabilito dal programma spaziale federale russo e dagli accordi internazionali, Roscosmos ha disposto l’adozione di misure preventive immediate che consentano di riprendere i lavori su tutti i vettori in preparazione per i lanci di novembre 2018. Inoltre la Commissione di Stato ha approvato le date di lancio delle missioni volte alla Stazione Spaziale Internazionale, come segue:

Ecco il video della parte finale della conferenza stampa con traduzione simultanea in inglese.

I rapporti con i partner internazionali

Dopo il pasticcio del foro scoperto sulla Sojuz MS-09, Roscosmos ha cercato, a detta dei membri della commissione, di operare con la massima trasparenza nei confronti di NASA e degli altri partner internazionali. In particolare l’agenzia spaziale statunitense è stata tenuta costantemente al corrente durante le indagini, ricevendo da Roscosmos tutte le informazioni disponibili e inviando Bill Gerstenmeier, amministratore associato di NASA per le operazioni ed il volo abitato, a vari incontri tecnici con i rappresentanti delle industrie russe. Anche Arianespace, che commercializza i lanci Sojuz dalla Guyana francese, è stata informata tempestivamente riguardo le scoperte della commissione.  Skorobogatov ha tenuto a sottolineare come tutte le domande arrivate alla Commissione siano state risposte, soddisfacendo in pieno sia NASA che Arianespace.

Per quanto riguarda la ISS, l’equipaggio della Sojuz MS-09 composto da Alexander Gerst (ESA), Sergey Prokopiev (Roscosmos) e Serena Auñón-Chancellor (NASA) tornerà a terra il 20 dicembre 2018.

Problemi assicurativi

Considerato l’alto valore economico dei carichi utili, è pratica comune per le aziende (pubbliche o private) che offrono servizi di lancio stipulare polizze contro la perdita del payload, in modo che in caso di incidente sia possibile recuperare almeno una parte dell’investimento del cliente. Nel caso di Roscosmos pare che la prassi fosse di stipulare un contratto assicurativo per ciascun lancio solo pochi giorni prima della partenza.

La perdita della Sojuz MS-10, che è solo l’ultimo di vari incidenti occorsi a veicoli e lanciatori russi, ha portato le compagnie di assicurazione ad alzare progressivamente i prezzi, mandando deserte le classiche “gare d’appalto” e costringendo il governo russo ad assegnazioni dirette e d’urgenza con premi assicurativi anche del 10% rispetto agli importi a base d’asta.

Roscosmos si è ripromessa quindi di cambiare strategia: nel prossimo futuro le gare d’appalto includeranno i servizi assicurativi per un intero anno. In attesa che questa nuova politica inizi a portare i suoi frutti, ad oggi un solo contratto è stato chiuso con successo, cioè quello per il lancio di un satellite Glonass con il Sojuz 2.1b previsto per il 3 novembre, anche se a breve ci si aspetta la stipula di quello per la Progress MS-10.

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Fonti

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Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.