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Aggiornamenti dal sistema solare: settembre 2018

Credit: NASA

Mese piuttosto denso per i nostri emissari robotici nel sistema solare. Riflettori sulla bellissima missione giapponese Hayabusa 2 che il mese scorso ha rilasciato diversi piccoli rover ed ora si appresta a compiere il primo dei tre campionamenti di materiale dall’asteroide Ryugu.

Periodo di apprensione per i rover marziani, Opportunity e Curiosity, entrambi alle prese con problemi più o meno gravi. Da segnalare anche l’avvenuto flyby di Venere da parte di Parker Solar Probe, mentre ad ottobre è previsto il lancio verso Mercurio della prossima grande missione dell’ESA, BepiColombo.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

Non manca molto alla partenza della prossima importante missione interplanetaria europea, BepiColombo. Il lancio è previsto per il 19 ottobre dallo spazioporto di Kourou, in Guiana Francese. La missione è diretta verso Mercurio e si compone di due elementi principali: il Mercury Planetary Orbiter (MPO), di ESA, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) di JAXA.

https://twitter.com/BepiColombo/status/1044928740898353152

Chang’e 4, la prossima missione lunare cinese, partirà invece a dicembre e sarà composta da un lander e da un rover. L’obiettivo finale è il lato nascosto della Luna nostro satellite e, per comunicare, il lander ed il rover utilizzeranno un satellite relay che è già in orbita lunare, QueQiao.

Anche l’agenzia spaziale indiana ha come prossimo obiettivo la Luna, con la missione Chandrayaan 2. Partenza prevista per il 3 gennaio 2019, la missione sarà composta da un orbiter, il lander Vikram, ed un piccolo rover. Il sito di atterraggio prescelto è nei dintorni del polo sud lunare.

Sempre verso la Luna sarà diretta la missione di Sparrow, dimostratore tecnologico sviluppato dalla società senza fini di lucro SpaceIL. Gli israeliani per ora restano l’unico team finalista del Google Lunar X-Prize ad aver annunciato piani concreti per una missione anche se il premio ormai non può più essere reclamato. Al momento si conosce solo il profilo di missione e la data di lancio approssimativa, inizialmente annunciata per dicembre e, più probabilmente, rimandata all’inizio del nuovo anno su un Falcon 9.

Esplorando la Luna

QueQiao è in orbita lunare in attesa dell’arrivo di Chang’e 4. Il satellite, infatti, farà da ripetitore per il lander ed il rover che, atterrando sul lato nascosto della Luna, non potranno comunicare direttamente con la Terra. Lanciato insieme a QueQiao resta in orbita lunare anche il microsatellite LongJiang2.

Il Lunar Reconnaissance Orbiter (NASA) continua ad esplorare la Luna dopo oltre nove anni di missione. L’unità di misura inerziale (IMU) sta giungendo alla fine della vita utile e i tecnici della NASA l’hanno spenta per precauzione e per preservarne il suo utilizzo durante le fasi critiche come eclissi o safe mode.

Anche le due sonde della missione ARTEMIS (NASA) sono in orbita lunare e stanno studiando da diversi anni il debole campo magnetico nei pressi del satellite. Anche il dimostratore tecnologico cinese Chang’e 5-T1 è ancora in orbita, ma non si sa se sia ancora attivo. Il lander cinese Chang’e 3 è sulla superficie della Luna dal dicembre del 2013 ed è, probabilmente, ancora attivo anche se ormai la sua missione scientifica è piuttosto limitata.

Nel sistema solare interno

Ci sono diverse sonde della NASA che condividono l’orbita della Terra, anche se ad una certa distanza dal nostro pianeta. Innanzi tutto le due sonde della missione STEREO, Stereo-A e Stereo-B (di quest’ultima, però si sono persi i contatti da diverso tempo) e il telescopio spaziale all’infrarosso Spitzer, che ha da poco festeggiato i 15 anni in orbita.

Infine c’è Kepler, il telescopio progettato per la scoperta di esopianeti più famoso e di gran lunga più di successo. La sonda è stata recentemente messa in ibernazione, in quanto il propellente a bordo è quasi esaurito e la priorità, al momento, è ricevere i dati scientifici delle ultime osservazioni. Il prossimo 10 ottobre la NASA tenterà di contattare la sonda per scaricare i dati ancora a bordo e, se tutto andrà bene, si tenterà di far ripartire le osservazioni scientifiche della sonda con il poco propellente ancora rimasto. La sonda ha comunque fatto parlare molto di sè per aver contribuito alla possibile scoperta, insieme al telescopio Hubble, di una esoluna, ovvero una luna orbitante intorno ad un pianeta in un altro sistema solare.

Relativamente poco lontano, presso il punto lagrangiano L1 Terra-Sole, ci sono le sonde per l’osservazione solare WIND (NASA), ACE (NASA) e SoHO (NASA/ESA), e la missione di studio del clima terrestre DSCOVR (NASA/NOAA). Dall’altra parte della Terra rispetto al Sole, intorno al punto lagrangiano L2, c’è invece la sonda Gaia (ESA), che si occupa di mappare la nostra galassia e quelle limitrofe.

Parker Solar Probe (NASA), sonda solare che otterrà il record per il massimo avvicinamento alla nostra stella, è partita da poco ed ha già dovuto affrontare il primo traguardo critico del suo lungo viaggio verso l’orbita finale, ovvero il primo dei sette flyby di Venere avvenuto lo scorso 3 ottobre.

Arrivata da poco sull’asteroide NEO Ryugu, Hayabusa 2 (JAXA) è stata impegnatissima nel mese appena passato. Oltre ai periodici avvicinamenti a 5 km ed a 1 km di distanza dalla superficie, lo scorso 21 settembre la sonda ha rilasciato i primi due rover “saltellanti” MINERVA-II, rover 1A e 1B, successivamente atterrati con successo. Il 3 ottobre è stata poi la volta del rover franco-tedesco MASCOT (DLR/CNES), anch’esso simile ai MINERVA-II ma più grande. Anche in questo caso si è trattato di un successo per questa piccola missione secondaria. Nel frattempo la sonda prosegue lo studio di Ryugu e si prepara per la prossima fase della missione che prevede la raccolta del primo dei tre campioni di roccia che verranno poi riportati a terra. A fine ottobre, infatti, Hayabusa 2 si avvicinerà alla superficie e sparerà un piccolo proiettile che solleverà delle particelle che poi tenterà di raccogliere. Questa raccolta superficiale verrà poi ripetuta a febbraio del 2019, mentre ad aprile-maggio tenterà con un impattatore più grande di raccogliere campioni provenienti da sotto la superficie. A luglio poi sarà la volta dell’ultimo rover, MINERVA-II-2, mentre la partenza della capsula dei campioni raccolti per il viaggio di ritorno è prevista per dicembre 2019.

La sonda della NASA OSIRIS-REx si appresta a compiere una missione simile a quella di Hayabusa 2. Al momento è a circa 140.000  km dall’asteroide Bennu e ad agosto ha già cominciato le operazioni di avvicinamento. Nei giorni scorsi ha compiuto un’importante manovra e il 3 dicembre cominceranno le osservazioni ravvicinate di Bennu e la ricognizione preliminare per individuare il miglior punto di raccolta campioni.

Come per altre missioni cinesi la cui fase principale è terminata da tempo, non si hanno notizie di Chang’e 2, che dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, è attualmente in orbita eliocentrica. Anche la sonda giapponese Akatsuki continua senza particolari aggiornamenti le sue osservazioni in orbita intorno a Venere.

Esplorando Marte

Il lander della NASA Insight, insieme a due cubesat MarCO-A e MarCO-B, è attualmente in viaggio verso Marte. I tre veicoli si trovano a circa 13 milioni di km da Marte e l’atterraggio di Insight avverrà il 26 novembre di quest’anno.

Periodo critico per Opportunity, il rover marziano della NASA giunto orma al sol 5224. Nonostante la polvere nell’atmosfera di Marte stia diminuendo ogni giorno che passa, ancora non si è ricevuto nessun segnale dal MER superstite, da più di 3 mesi in ibernazione a causa di una forte tempesta di polvere che ha reso inutilizzabili i pannelli solari per molto tempo. Al momento è in corso una campagna di ascolto e comunicazione con il rover per tentare di risvegliarlo e ripristinare il collegamento.

Nonostante non sia stato scomodato più di tanto dalla tempesta di polvere, non se la sta passando benissimo neanche l’altro rover della NASA, Curiosity, arrivato al sol numero 2191 sul pianeta rosso. Un problema tecnico sta impedendo al rover di registrare i dati scientifici dallo scorso 15 settembre e nei giorni scorsi i tecnici hanno spostato le operazioni del rover sul computer del “Lato A” per tentare di risolvere il problema. Il rover infatti è dotato di due computer di controllo per ridondanza, denominati “Lato A” e “Lato B”. Lato A era quello utilizzato immediatamente dopo l’atterraggio nel 2012, ma un problema hardware e software verificatosi al sol 200 aveva costretto la NASA a passare al Lato B. Nel frattempo il problema al lato A sembra sia stato risolto e nei prossimi giorni e settimane continueranno le operazioni per passare il comando del rover dal lato B al lato A.

Oltre ai rover e in attesa dell’arrivo di Insight, intorno a Marte ci sono altri 6 satelliti: Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos), MAVEN (NASA),  Mars Orbiter Mission (ISRO), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), Mars Express (ESA) e Mars Odyssey (NASA).

Regione di Ariadne Colles, Marte, ripresa dallo strumento CaSSIS su Trace Gas Orbiter. Le linee scure sulla superficie particolare di questa regione sono probabilmente segni di “dust devil” formatisi durante l’ultima tempesta di polvere globale. Credit: ESA/Roscosmos/CaSSIS

Nel sistema solare esterno

La sonda americana Dawn è sempre presso il pianeta nano Cerere, mentre sta ormai concludendo la propria missione in un’orbita molto ellittica ma con periastro che la porterà a soli 35 km dalla superficie. La NASA si aspetta che il propellente si esaurisca nei prossimi mesi.

Juno, sempre di NASA, è in orbita intorno a Giove, principalmente per studiarne l’atmosfera e il campo magnetico. La sonda ha completato il 7 settembre il passaggio ravvicinato PJ15 nella sua lunga orbita ellittica intorno al gigante gassoso. Il prossimo flyby (PJ16) avverrà il 29 ottobre.

Interessante formazione ciclonica presso il la fascia equatoriale di Giove, ripresa da Juno durante il PJ15. Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gill

New Horizons ha cominciato la campagna di avvicinamento verso 2014 MU69 “Ultima Thule” e si sta preparando al flyby che avverrà a capodanno. Nei giorni scorsi il team ha compiuto una prova generale delle operazioni che avverranno nei giorni critici del sorvolo, tra il 31 dicembre e il 1 gennaio.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 si trova attualmente a circa 144 UA dalla Terra (19 ore e 56 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 119 UA dalla Terra (16 ore e 27 minuti-luce).

Sommario missioni

Missioni in fase di preparazione per il lancio: 5

Missioni operative nella fase principale o estesa: 31

Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 3

 

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