SpaceX mette in orbita il satellite Merah Putih con il primo Block 5 usato
Per la prima volta, un Falcon 9 Block 5 flight proven è tornato nello spazio. Dopo soli tre lanci della versione aggiornata e definitiva del lanciatore di SpaceX, al quarto volo, l’azienda di Elon Musk ha rimesso sul pad un primo stadio usato e lo ha recuperato con successo, in vista di ulteriori impieghi.
Cronaca della missione
È quanto è avvenuto oggi, 7 agosto, con il lancio, da Cape Canaveral di Merah Putih: il primo stadio del razzo che aveva il compito di immettere nell’orbita di trasferimento geostazionaria il satellite indonesiano per telecomunicazioni, era lo stesso (indentificato dal codice seriale B1046) che, l’11 maggio scorso, con la missione Bangabandhu-1, aveva inaugurato la stagione del Block 5.
Come allora, tutto si è svolto in modo perfetto, secondo i programmi. Il liftoff, da SLC 40 è avvenuto all’inizio della finestra di lancio di due ore, alle 7.18, ora italiana, quando in Florida era ancora piena notte.
I nove Merlin 1D del primo stadio hanno spinto il razzo per due minuti e mezzo, portandolo oltre gli strati più densi dell’atmosfera, fino ad una quota di circa 65 km e a una velocità di oltre 8.000 km/h. Dopo il distacco, mentre il secondo stadio continuava la corsa verso la velocità orbitale, con una spinta del suo motore durata 5 minuti e 30 secondi, il core B1046, dispiegate immediatamente le grid fins, iniziava le manovre per la discesa. Nessuna accensione di ritorno è stata necessaria – perché il booster non doveva ritornare verso Cape Canaveral, bensì scendere in direzione della droneship Of Course I Still Love You, che attendeva nell’Atlantico – ma solo, a T+6.13, l’entry burn, per rallentare il veicolo nel rientro nell’atmosfera.
Il motore centrale del core si attivava ancora per il landing burn in coincidenza con il primo spegnimento del secondo stadio (SECO-1), circa otto minuti dopo il lancio. Come sempre le immagini dell’atterraggio si interrompevano mentre la chiatta drone iniziava ad essere illuminata dalla luce del Merlin in frenata. Solo dopo alcuni interminabili istanti, il razzo appariva, spento, al centro di Of Course I Sill Love You, che in questa occasione stabiliva il nuovo record del tempo più breve trascorso tra due atterraggi: solo 15 giorni tra quello di oggi e quello, del 22 luglio, durante la missione Telstar 19V.
Il razzo procedeva per altri 18 minuti in volo inerziale, prima di una seconda accensione di 58 secondi del secondo stadio a T+26.15, mentre il veicolo sorvolava l’equatore sopra il golfo di Guinea e si apprestava ad uscire dall’ombra nella quale si erano svolte, fino ad ora, tutte le fasi della missione.
Seguiva, dopo altri quattro minuti e mezzo, il rilascio del satellite, 31 minuti e 53 secondi dopo il liftoff. Merah Putih iniziava il suo volo solitario che lo porterà tra alcune settimane, grazie alla spinta del suo propulsore a raggiungere l’orbita definitiva, geostazionaria, a 108° Est.
Il satellite rosso-bianco
Il nome “Merah Putih”, attribuito recentemente al satellite, richiama i colori della bandiera indonesiana e ha sostituito quello iniziale, meno originale e patriottico, di Telkom-4 che invece ricorda l’operatore, Telekomunikasi Indonesia, una società a partecipazione governativa che gestisce le telecomunicazioni dello stato insulare del Sud-est asiatico.
Telkom-4 Merah Putih, che pesava al lancio 5,8 tonnellate, è un satellite per telecomunicazioni a larga banda realizzato da Space Systems Loral sulla piattaforma SSL-1300. È dotato di 60 trasponder in banda C, 36 dei quali saranno utilizzati per l’Indonesia, mentre gli altri serviranno al mercato indiano. Il suo scopo primario è quello di rimpiazzare il vetusto Telkom-1, lanciato nel 1999 da un Ariane 4, che ha cessato di funzionare giusto un anno fa, mettendo in crisi l’operatore, che poteva disporre solo di altri due satelliti (Telkom 2 e Telkom 3S). Telkom ha dirottato il traffico sui trasponder superstiti ed è ricorsa ai servizi di altri operatori, ma non ha potuto evitare gravi difficoltà per sistema il sistema bancario dello stato indonesiano che contava sulle comunicazioni satellitari per collegare decine di migliaia di ATM sparsi nelle varie isole. L’entrata in servizio di Merah Putih, che era in cantiere fin dal 2015, risolverà definitivamente questa emergenza.
I 60 voli del Falcon 9
Con la missione di oggi il Falcon 9 ha raggiunto il traguardo dei 60 voli. Nella serie, iniziata il 4 giugno del 2010, è compreso un solo fallimento (quello che ha portato alla distruzione della Dragon CRS-7 il 28 giugno 2015 – senza contare, ovviamente, l’incidente, a terra, del 1° settembre 2016).
I booster riutilizzati sono 13 (più i due del demo flight del Falcon Heavy). Dal primo reimpiego di un lanciatore usato (30 marzo 2017) oltre il 44% dei voli del Falcon 9 si sono serviti di un primo stadio flight proven. Non sappiamo quanto SpaceX abbia risparmiato attraverso questa pratica, anche perché i costi sostenuti per svilupparla sono stati piuttosto ingenti (Musk ha parlato di un miliardo di dollari); quello che sembra certo è che l’impiego dei primi stadi usati ha contribuito all’accelerazione del ritmo dei lanci. Nel 2017 il Falcon 9 è stato lanciato 18 volte con 5 riutilizzi; nel 2018, prima della fine del secondo quadrimestre siamo già a 14, con 8 riutilizzi (l’anno scorso questo traguardo era stato raggiunto solo in novembre). Il Block 5, che in teoria dovrebbe essere in grado di tornare nello spazio decine di volte, potrebbe rafforzare questa tendenza.
Video della diretta del lancio. Credit: SpaceX
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Daje avanti così, questo di oggi è il vero inizio dei razzi riutilizzabili!
La distanza tra SpaceX e gli altri operatori si fa sempre più grande.
P.s: spero di vedere un recupero con successo delle fairings nei prossimi lanci! Incrociamo le dita!