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Aggiornamenti dal sistema solare: luglio 2018

Credit: NASA

Primi segni di cedimento per la tempesta di polvere globale che in questi mesi imperversa su Marte. Per Opportunity però, potranno volerci ancora settimane o mesi prima di poter tentare di riprendere i contatti. Sempre da Marte, e in particolare dalla sonda europea Mars Express, arrivano i risultati di uno studio che ipotizza la presenza di un lago salato sotterraneo.

Comincia la missione di Hayabusa 2 sull’asteroide Ryugu, mentre sono quasi giunte a conclusione quelle di Lunar Reconnaissance Orbiter e Kepler.

Nel mese di agosto l’evento principale sarà il lancio della Parker Solar Probe, la nuova sonda della NASA dedicata all’esplorazione del Sole.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

Sui blocchi di partenza Parker Solar Probe (NASA), sonda solare che otterrà il record per il massimo avvicinamento alla nostra stella. Alcuni problemi dell’ultima ora hanno provocato lo spostamento della data di lancio,  prima al 4 agosto, poi al 6 ed infine all’11 agosto. La finestra di lancio si chiude il 19.

Parker Solar Probe presso la camera pulita dell’Astrotech Space Operations di Titusville lo scorso 6 luglio 2018. Credit: NASA/Johns Hopkins APL/Ed Whitman

È stata da poco ufficializzata al 19 ottobre di quest’anno la data di partenza della prossima importante missione interplanetaria europea, BepiColombo. La missione è diretta verso Mercurio e si compone di due elementi principali: il Mercury Planetary Orbiter (MPO), di ESA, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) di JAXA. Entrambe le sonde hanno raggiunto a maggio il centro spaziale di Kourou, dove verranno integrati sul Mercury Transfer Module (MTM) per poi essere installati sul lanciatore Ariane 5.

Chandrayaan 2, sarà la prossima sonda lunare indiana e  partirà non prima di ottobre 2018. La missione sarà composta da un orbiter, un lander ed un piccolo rover. Il sito di atterraggio prescelto è nei dintorni del polo sud lunare. In casa cinese, invece, Chang’e 4 partirà entro la fine dell’anno insieme ad un rover per atterrare sul lato nascosto della Luna.

Nel sistema solare interno

La sonda cinese QueQiao, che funzionerà da ripetitore per la prossima missione lunare cinese Chang’e 4, ha raggiunto lo scorso 13 giugno l’orbita prevista intorno al punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna. Insieme a QueQiao, sono stati lanciati anche due microsatelliti, LongJiang1 e 2. LongJiang-2 è entrato in un’orbita lunare fortemente ellittica, mentre pare che LongJiang-1 abbia perso i contatti e non sia riuscito ad entrare in orbita.

Il Lunar Reconnaissance Orbiter (NASA) continua ad esplorare la Luna dopo oltre nove anni di missione. L’unità di misura inerziale (IMU) sta giungendo alla fine della vita utile e i tecnici della NASA l’hanno spenta per precauzione e per preservarne il suo utilizzo durante le fasi critiche come eclissi o safe mode.

Poco prima dell’ultima eclisse lunare dei giorni scorsi la NASA ha rilasciato questo bel mosaico risalente ad un’eclisse del 2010. La sonda impiega due ore per orbitare intorno alla Luna e solo durante le riprese della fascia centrale era in ombra completa. Credit: NASA/GSFC/Arizona State University

Anche le due sonde della missione ARTEMIS (NASA) sono in orbita lunare e stanno studiando da diversi anni il debole campo magnetico nei pressi del satellite. Anche il dimostratore tecnologico cinese Chang’e 5-T1 è ancora in orbita, ma non si sa se sia ancora attivo. Il lander cinese Chang’e 3 è sulla superficie della Luna dal dicembre del 2013 ed è sorprendentemente ancora attivo, anche se ormai la sua missione scientifica è piuttosto limitata.

Ci sono diverse sonde della NASA che condividono  l’orbita della Terra, anche se ad una certa distanza dal nostro pianeta. Innanzi tutto le due sonde della missione STEREO, Stereo-A e Stereo-B (di quest’ultima, però si sono persi i contatti da diverso tempo) e il telescopio spaziale all’infrarosso Spitzer. Infine c’è Kepler, il telescopio progettato per la scoperta di esopianeti più famoso e di gran lunga più di successo. La sonda è stata recentemente messa in ibernazione, in quanto il propellente a bordo è quasi esaurito e la priorità, al momento, è ricevere i dati scientifici delle ultime osservazioni.

Relativamente poco lontano, presso il punto lagrangiano L1 Terra-Sole, ci sono le sonde per l’osservazione solare WIND (NASA), ACE (NASA) e SoHO (NASA/ESA), e la missione di studio del clima terrestre DSCOVR (NASA/NOAA).

Dall’altra parte della Terra rispetto al Sole, intorno al punto lagrangiano L2, c’è invece la sonda Gaia (ESA), che si occupa di mappare la nostra galassia e quelle limitrofe. La seconda versione di questa mappa cosmica è stata rilasciata recentemente e darà lavoro ad astronomi e scienziati per anni.

Poco lontano dall’orbita terrestre, è da poco arrivata a destinazione sull’asteroide NEO Ryugu Hayabusa 2 (JAXA) dopo un viaggio lungo alcuni anni. Nei primi mesi di missione la sonda stazionerà ad un’altitudine di circa 20 km dall’asteroide, con periodici avvicinamenti a 5 km (uno dei quali già avvenuto nelle scorse settimane) ed a 1 km di distanza. A settembre-ottobre inizieranno poi le operazioni di superficie, quando la sonda rilascerà il primo dei piccoli lander ed eseguirà il primo dei tre tentativi di raccolta campioni.

L’asteroide Ryugu ripreso da Hayabusa 2 dalla distanza di circa 6 km. Credit: JAXA, University of Tokyo, Kochi University, Rikkyo University, Nagoya University, Chiba Institute of Technology, Meiji University, University of Aizu, AIST

Anche la sonda della NASA OSIRIS-REx si sta avvicinando verso il proprio obiettivo. Al momento è a circa 3,2 milioni di km dall’asteroide Bennu. OSIRIS-REx comincerà la propria missione il 17 agosto, quando partirà la fase di avvicinamento e arriveranno le prime immagini a distanza di Bennu. La fase si concluderà poi a dicembre con l’entrata in orbita e l’inizio della ricognizione preliminare per individuare il miglior punto di raccolta campioni.

Il lander della NASA Insight, insieme a due cubesat, MarCO-A e MarCO-B, sono attualmente in viaggio verso Marte. Si trovano a circa 20 milioni di km da Marte e l’atterraggio di Insight avverrà il 26 novembre di quest’anno.

Come per altre missioni cinesi la cui fase principale è terminata da tempo, non si hanno notizie di Chang’e 2, che dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, è attualmente in orbita eliocentrica. Anche la sonda giapponese Akatsuki continua senza particolari aggiornamenti le sue osservazioni in orbita intorno a Venere.

Esplorando Marte

Esiste un lago di acqua salata nel sottosuolo di Marte? Questa la conclusione a cui sono arrivati i membri, in gran parte italiani, del team dello strumento MARSIS, sulla sonda europea Mars Express, osservando i dati radar provenienti dal polo sud marziano.

Per Mars Express e le altre sonde orbitanti intorno a Marte è un periodo molto interessante, con una tempesta di polvere globale che sta interessando il pianeta da oltre due mesi. Oltre alla sonda europea, infatti, ci sono altri 5 satelliti in orbita: Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos), MAVEN (NASA),  Mars Orbiter Mission (ISRO), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA) e Mars Odyssey (NASA).

Sulla superficie di Marte siamo arrivati al sol 2129 per Curiosity/Mars Science Laboratory (MSL). Essendo dotato di un generatore a radioisotopi il rover non risente particolarmente della presenza della tempesta di polvere. Curiosity sta continuando l’esplorazione del Vera Rubin Ridge, e sta studiando in particolare il Pettegrove Point.

Panorama dal Vera Rubin Ridge ripreso da Curiosity durante la tempesta di polvere (sol 2104). Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

È invece il sol numero 5162 per l’altro rover marziano della NASA, Opportunity. Il Mars Exploration Rover (MER) è stato messo in ibernazione dall’inizio di giugno a causa della tempesta di polvere globale che in questi mesi interessa l’intero pianeta. Le condizioni stanno lentamente migliorando, ma potrebbero passare settimane, o addirittura mesi, prima che la quantità di radiazione solare sui pannelli del rover possa essere sufficiente a riprendere le comunicazioni e le operazioni scientifiche.

Nel sistema solare esterno

La sonda americana Dawn è sempre presso il pianeta nano Cerere, mentre sta ormai concludendo la propria missione in un’orbita molto ellittica ma con periastro che la porterà a soli 35 km dalla superficie. La NASA si aspetta che il propellente si esaurisca nei prossimi mesi.

Juno, sempre di NASA, è in orbita intorno a Giove, principalmente per studiarne l’atmosfera e il campo magnetico. La sonda ha completato il 16 luglio il passaggio ravvicinato PJ14 nella sua lunga orbita ellittica intorno al gigante gassoso. Il prossimo flyby (PJ15) avverrà il 7 settembre.

Giove ripreso durante il PJ14 di Juno. Credit: NASA / JPL-Caltech / SwRI / MSSS / Björn Jónsson

La sonda americana New Horizons è in viaggio verso l’oggetto della fascia di Kuiper 2014 MU69 “Ultima Thule”, che raggiungerà tra 151 giorni. New Horizons è stata risvegliata con successo dallo stato di ibernazione in cui era da alcuni mesi e sta cominciando la lunga preparazione al flyby che avverrà a capodanno del 2019.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 si trova attualmente a circa 142 UA dalla Terra (19 ore e 44 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 117 UA dalla Terra (16 ore e 17 minuti-luce).

Sommario missioni

Missioni in fase di preparazione per il lancio: 5

Missioni operative nella fase principale o estesa: 29

Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 4

 

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