Mars Express V2.0
Come accade per i nostri smartphone ed i nostri tablet, anche le sonde spaziali necessitano di tanto in tanto di un aggiornamento del proprio software di gestione, in modo tale da migliorarne la funzionalità ed estenderne il tempo di utilizzo.
Così anche la missione dell’ESA Mars Express, operativa da quasi 15 anni, sta aggiornando proprio in questi giorni il suo software con una versione appostamente sviluppata dai team ingegneristici dell’ESA, che garantirà ad una delle missioni interplanetarie di maggior successo di sempre, di poter continuare il suo lavoro di ricerca ancora per diversi anni.
Il nuovo sftware è stato ideato in particolare, per l’imitare i danni dell’usura di alcuni componenti dello spacecraft.
Problemi con i giroscopi
I sei giroscopi ed i due startrackers della sonda, ne controllano l’orientamento nello spazio su ognuno dei suoi tre assi e questa ovviamente è una funzionalità critica ai fini del puntamento della sua grande antenna parabolica verso la Terra e dei suoi strumenti scientifici verso Marte.
James Godfrey, spacecraft operations manager di Mars Express, ha spiegato che controllando lo scorso anno le variazioni dell’intensità dei laser interni dei giroscopi, si è desunto che, con il corrente livello di utilizzo, quattro dei sei giroscopi erano in una fase di degradazione che ne avrebbero portato presto al guasto: “Mars Express non è stata progettata per volare senza i suoi giroscopi continuamente disponibili, quindi prevediamo che il termine della sua missione possa avvenire fra gennaio e giugno del 2019.”
Tuttavia gli ingegneri, sulla base delle esperienze fatte con missioni come Rosetta e ERS-2, sapevano che era possibile gestire le missioni usando principalmente gli startrackers ed attivando i giroscopi occasionalmente, estendendone così la durata operativa.
Un software di 15 anni
Questa modalità di gestione dell’orientamento dell’orbiter marziano ha implicato la riscrittura di una buona porzione del suo software, vecchio di 15 anni.
Così, diversi team di ingegneri dell’agenzia spaziale europea, supportati dai principali costruttori della sonda, nel corso di diversi mesi hanno riscritto il software, lo hanno testato e lo hanno preparato per essere inviato ad essa il più velocemente possibile; addirittura è stato preso lo stesso codice utilizzato su Rosetta ed è stato “trapiantato” nel software di guida di Mars Express.
La versione finale del nuovo software è stata finalizzata agli inizi di quest’anno ed è stata sottoposta ad una fase di meticolosi test per verificarne l’efficacia.
Go/No-Go
Lo scorso 10 aprile il mission team riunitosi con i manager dell’ESA per il meeting decisivo, ha dato l’approvazione definitiva all’attivazione del nuovo software.
Nel giorno precedente, il nuovo codice era stato caricato in una zona di riserva della memoria dello spacecraft e nei giorni seguenti Mars Express è stata “spenta” per venire poi riaccesa per dare modo di eseguire il reboot del sistema.
A questo punto, proprio in questi giorni della seconda metà di aprile, i team della missione stanno riconfigurando e testando tutti i sistemi della sonda per assicurarsi che tutto quanto sia in ordine prima di poterla riconsegnare agli scienziati.
“Grazie alle capacità degli ingegneri dell’ESA, Mars Express potrà continuare a fare scienza anche negli anni ’20, in dipendenza delle scorte di propellente. Non vedo l’ora di assistere alle campagne scientifiche congiunte fra Mars Express e le altre missioni sul Pianeta Rosso come Trace Gas Orbiter.” Ha dichiarato il mission manager Patrick Martin.
La sonda Mars Express ha raggiunto Marte nel dicembre del 2003, per quella che sarebbe dovuta essere una missione della durata di due anni. In realtà, in quasi 15 anni di intensa attività scientifica, essa ha raccolto una mole impressionante di dati, scattando immagini ad elevata risoluzione della maggior parte della superficie marziana, rilevando la presenza di minerali che si formano solamente in presenza di acqua ed individuando delle tracce di metano atmosferico. Inoltre la sonda europea ha eseguito dei flyby ravvicinati dell’enigmatica luna Phobos.
Fonte: ESA
Ove non diversamente indicato, questo articolo è © 2006-2024 Associazione ISAA - Leggi la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.