SpaceX ha lanciato oggi il suo cinquantesimo Falcon 9 portando nello spazio il satellite geostazionario spagnolo Hispasat 30W-6 che completerà una missione della durata prevista di 15 anni fungendo da ripetitore per la trasmissione dati e video a banda larga tra l’America, l’Europa e il Nord Africa.
Dirigendosi verso un’orbita geostazionaria oltre i 36.000 chilometri di distanza dalla superficie terrestre e sopra l’equatore, il satellite Hispasat 30W-6 è decollato alle 00:33 ora locale (le 06.33 in Italia) di questa mattina dalla rampa di lancio del complesso 40 di Cape Canaveral. Il razzo Falcon 9 alto 70 metri ha acceso i suoi nove motori Merlin 1D con una spinta di 7.500 kN e ha lasciato il complesso di lancio innalzandosi verso est. Il primo stadio del Falcon 9 ha spento i motori a circa due minuti e mezzo dal decollo e il booster si è staccato per una discesa controllata verso l’Oceano Atlantico. Questa volta la nave drone di recupero non era in posizione a causa del mare mosso, non rendendo così possibile l’atterraggio e il potenziale riutilizzo del primo stadio. Prima che il volo di Hispasat fosse rinviato dalla fine di febbraio al mese di marzo, era stato previsto il tentativo di atterraggio del primo stadio sulla nave drone “Of Course I Still Love You”, che era stata inviata in mare il 21 febbraio scorso. E’ bene notare che il payload di questa missione era decisamente pesante e il booster selezionato per Hispasat ricadeva nella categoria che SpaceX già in passato non aveva tentato di recuperare, a causa della scarsità di combustibile a bordo, non sufficiente a consentire al primo stadio di atterrare. Tuttavia SpaceX era decisa a tentare e se non fosse stato per le condizioni meteo, si sarebbe trattato del tentativo di atterraggio più ambizioso di sempre per SpaceX. D’altro canto, vista la situazione del mare decisamente mosso, la nave drone è stata richiamata a Port Canaveral e SpaceX ha confermato che si sarebbe trattato di una missione senza atterraggio del primo stadio.
Il motore Merlin dello stadio superiore del Falcon 9 si è quindi acceso per raggiungere l’orbita mentre il razzo rilasciava la carenatura del payload quasi tre minuti e mezzo dopo il lancio. A differenza della missione precedente, che aveva visto il lancio di un altro satellite spagnolo, Paz, non è stato tentato il recupero delle carenature, eminentemente perché SpaceX non dispone ancora di una nave nell’oceano Atlantico dedicata allo scopo come Mr Steven, che è operativa nell’oceano Pacifico per i voli dalla base di Vandenberg. Il motore dello stadio superiore ha compiuto un volo di sei minuti per raggiungere l’orbita di parcheggio preliminare, quindi il razzo ha attraversato l’Atlantico prima di riaccendere il propulsore sopra l’Africa con una spinta di 55 secondi pianificata per sollevare l’apogeo dell’orbita ad un’altitudine vicino alla posizione operativa finale di Hispasat 30W-6 a quasi 35.800 chilometri dalla Terra. Un ingegnere del team di lancio di SpaceX ha confermato un inserimento orbitale nominale e la videocamera dello stadio superiore ha mostrato che il satellite è stato regolarmente rilasciato dal Falcon 9. Hispasat ha confermato che i controllori di terra hanno ricevuto i primi segnali di telemetria dal satellite poco dopo il suo rilascio. Costruito da Space Systems e Loral a Palo Alto in California, Hispasat 30W-6 è uno dei satelliti geostazionari per telecomunicazioni più pesanti che siano stati lanciati su un Falcon 9. Con un peso al lancio di oltre circa 6,1 tonnellate, Hispasat 30W-6 trasporta un payload di comunicazione tri-band ad ampia portata che supporterà la trasmissione dati dalle Americhe e dai Caraibi al Nord Africa, all’Europa e al Mediterraneo, con particolare focus sulla penisola Iberica.
Quaranta transponder in banda Ku su Hispasat 30W-6 si concentreranno su due aree di copertura: una in Europa e Nord Africa e l’altra nelle Americhe con estensione dal Canada alla Patagonia. Dieci transponder in banda C sosterranno invece le trasmissione negli Stati Uniti meridionali, nei Caraibi e in Sud America. Hispasat 30W-6 assomma anche la capacità della banda Ka alla disponibilità dei servizi offerti garantendo sette linee di comunicazione che copriranno la Spagna, il Portogallo e altre regioni europee oltre al Nord Africa. La banda Ka distribuirà la connettività Internet alle aree rurali spagnole e marocchine attraverso una partnership tra Hispasat e Eurona Wireless Telecom, azienda di comunicazioni spagnola. Con la combinazione di Hispasat 30W-6 e di un precedente satellite Hispasat lanciato lo scorso anno, più di 30.000 case in Spagna e in parte del Marocco avranno accesso a servizi Internet ad alta velocità via satellite. Hispasat 30W-6, precedentemente noto come Hispasat 1F, consentirà anche la connettività su navi e treni nella regione caraibica e nel Mediterraneo. Il satellite ospita anche un esperimento che, utilizzando la tecnologia fotonica su un ricevitore in banda Ka, potrebbe dimostrare la possibilità di riduzione della massa e del volume dei futuri satelliti per le comunicazioni.
Hispasat 30W-6 ha aperto i suoi pannelli solari subito dopo il lancio, hanno riportato i funzionari dell’azienda. Il propulsore principale del satellite sarà acceso più volte nelle prossime settimane per manovrare in un’orbita circolare geostazionaria, dove la sua velocità si adeguerà alla rotazione della Terra. Il nuovo satellite sorvolerà l’equatore a 30 gradi di longitudine ovest, dove sostituirà il vecchio satellite Hispasat 30W-4, lanciato nel settembre 2002 da Cape Canaveral a bordo di un razzo Atlas 2AS. Il lancio di Hispasat 30W-6 era previsto per il 25 febbraio, ma SpaceX ha rinviato la missione per condurre test aggiuntivi sul sistema di pressurizzazione del payload. Il conflitto con il lancio di un razzo Atlas V programmmato in precedenza da Cape Canaveral la scorsa settimana, ha tenuto a terra il Falcon 9 fino a oggi. Il lancio odierno ha segnato il cinquantesimo volo di sempre per il Falcon 9 e il quarto del 2018 (se si esclude il lancio del Falcon Heavy, che sarebbe il quinto lancio di quest’anno per l’azienda di Elon Musk).
Il programma di lancio di SpaceX comprende ben 30 missioni nel calendario di quest’anno, con un aumento netto di 12 lanci rispetto ai 18 del 2017. Fino a sei missioni su Falcon 9 da tre rampe di lancio sono previste nei prossimi due mesi, iniziando con il volo del 29 marzo dalla base aerea di Vandenberg in California con un set di 10 satelliti Iridium per voce e dati. La prossima missione di rifornimento di SpaceX verso la Stazione Spaziale Internazionale avverrà il 2 aprile da Cape Canaveral, seguita non prima del 5 aprile dal lancio del primo satellite per le telecomunicazioni del Bangladesh. Il lancio del telescopio TESS della NASA progettato per la ricerca di pianeti extrasolari, è previsto per il 16 aprile e altri cinque satelliti per la rete di comunicazioni mobili di Iridium potrebbero essere lanciati il 28 aprile da Vandenberg in tandem con due sonde tedesco-americane per mappare il campo gravitazionale terrestre. Per chiudere, un satellite per telecomunicazioni di SES potrebbe poi essere pronto per il lancio da Cape Canaveral a fine aprile o inizio maggio.