Black Ice, lo spazioplano riutilizzabile di Stratolaunch
Il grande aeroplano a doppia carlinga, che nei giorni scorsi ha effettuato i primi taxi test in California e che nei prossimi anni fungerà da lanciatore per i vettori Pegasus XL, potrebbe in futuro essere utilizzato per lanciare uno spazioplano riutilizzabile delle dimensioni dello Space Shuttle.
Il Washington Post ha riportato un estratto del nuovo libro del proprio giornalista Christian Davenport, in cui Paul Allen, fondatore di Stratolaunch System afferma: “Mi piacerebbe molto avere un sistema completamente riutilizzabile operativo settimanalmente, o anche più spesso”.
All’interno della compagnia di Seattle, il progetto è chiamato Black Ice ed attualmente è ancora allo stato concettuale.
Se verrà realizzato potrà avere le stesse dimensioni dello Space Shuttle della NASA, essere completamente automatico e restare in orbita per almeno tre giorni.
Al termine della missione la navetta potrà atterrare su pista, essere ricondizionata e preparata per un’altra missione.
“Se il tuo razzo è uno spazioplano, puoi avere un aereo che lancia un altro aereo, il tutto completamente riutilizzabile. Non si butta via niente, tranne il carburante ovviamente”, ha affermato Jean Floyd, CEO di Stratolaunch.
Attualmente la compagnia è concentrata sul volo inaugurale dell’aereo madre chiamato Roc, che avverrà entro l’anno, dopodichè seguiranno i primi lanci orbitali. Quando il sistema sarà a regime potranno decidere se proseguire con lo sviluppo del Black Ice.
Interpellata via mail dal sito Geekwire, Statolaunch ha confermato la cosa:
“La nostra visione per Stratolaunch è di poter offrire un ampio spettro di capacità di lancio, dal piccolo al medio al completamente riutilizzabile. Black Ice è attualmente un concetto a cui aspiriamo e che stiamo sviluppando, ma ancora nessuna decisione è stata presa”.
L’idea non è certo nuova, infatti già nel 2014 era stata studiata una collaborazione con Sierra Nevada per poter lanciare una versione ridotta (75% delle dimensioni) del minishuttle Dream Chaser.
Fonte Washington Post. Foto credit Alex Moji (Vulcan).
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