Aggiornamenti dal sistema solare: marzo 2018

Credit: NASA

Questo mese lo sguardo è rivolto principalmente alle missioni future. Si attendeva il lancio di Chandrayaan 2, la prossima missione lunare indiana, e invece è arrivato il posticipo della missione ad ottobre. Parlando di posticipi, non si può poi non menzionare il James Webb Space Telescope, che ancora una volta ha fatto parlare di sé grazie a un nuovo sforamento del budget e ad un ulteriore rinvio almeno al 2020.

Notizie un po’ più incoraggianti, invece, dalla finestra di lancio vero Marte che si aprirà nel 2020. La NASA sta discutendo se inviare, insieme al rover temporaneamente denominato Mars 2020, anche un piccolo elicottero-drone come dimostratore tecnologico. Da parte europea, invece, si sono svolti con successo i test sui paracadute della missione ExoMars 2020, che prevede di far atterrare sul pianeta rosso un lander russo ed un rover europeo.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

Con il rinvio di Chandrayaan 2, Insight diventa la prossima missione di esplorazione del sistema solare a partire. La partenza verso Marte della sonda della NASA è prevista per il 5 maggio e la sonda è stata recentemente trasportata alla base di lancio di Vandenberg per essere montata su un Atlas V.

La prossima missione lunare cinese partirà alla fine del 2018: Chang’e 4 atterrerà sul lato nascosto della luna e porterà con sé anche un rover in una configurazione del tutto simile a quella di Chang’e 3/Yutu. Un atterraggio sul lato nascosto della Luna non è mai stato tentato e la missione avrà bisogno di trasmettere attraverso un orbiter che funzionerà da satellite ripetitore. Quest’ultimo sarà lanciato probabilmente a giugno per poi raggiungere il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna.

La Parker Solar Probe (NASA) partirà a luglio per diventare la sonda ad avvicinarsi maggiormente al sole. PSS ha appena completato i test pre-lancio presso il Goddard Space Centre. In particolare la sonda ha passato quasi due mesi nell’immensa camera a vuoto del centro spaziale, superando con successo tutti i test. Nelle prossime settimane la sonda verrà trasportata in Florida per prepararsi al lancio.

A ottobre sarà la volta della prossima missione interplanetaria europea, in collaborazione con i giapponesi. BepiColombo partirà con un Ariane 5 diretto verso Mercurio, che riuscirà ad orbitare solo alla fine del 2025 dopo un flyby della Terra (2020), due di Venere (2020, 2021) e ben sei dello stesso Mercurio (2021, 2022, 2023, 2024, 2024, 2025). La missione scientifica si compone di due elementi principali: il Mercury Planetary Orbiter (MPO), di ESA, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) di JAXA. Tutte le parti di questa missione verranno presto trasportate al sito di lancio di Kourou, dopo aver passato tutti i test all’ESTEC, in Olanda.

Timeline della missione di BepiColombo. Credit: ESA.

Si attende anche la prossima missione lunare indiana, Chandrayaan 2, dopo il grande successo di Chandrayaan 1 nel 2008. Purtroppo il lancio, inizialmente previsto per aprile, è stato rimandato ad ottobre per completare ulteriori test. La missione sarà composta da un orbiter, un lander ed un piccolo rover. Il sito di atterraggio prescelto è nei dintorni del polo sud lunare.

Nel sistema solare interno

Diverse missioni continuano ad esplorare la Luna senza particolari aggiornamenti questo mese. Si tratta di Lunar Reconnaissance Orbiter (NASA), che da quasi dieci anni continua a mappare la Luna ad altissima risoluzione, le due sonde della missione ARTEMIS (NASA), che stanno studiando il campo magnetico nei pressi del satellite, e le cinesi Chang’e 5-T1, in orbita, e Chang’e 3, sulla superficie, che si presumono ancora attive. Non si hanno, infatti, molte notizie di queste due sonde la cui missione principale è terminata da tempo, ma almeno di Chang’e 5-T1 abbiamo la conferma recente da parte di radioamatori che la sonda è ancora attiva e trasmette dall’orbita lunare.

Ci sono diverse sonde della NASA che condividono  l’orbita della Terra, anche se ad una certa distanza dal nostro pianeta. Innanzi tutto le due sonde della missione STEREO, Stereo-A e Stereo-B (di quest’ultima, però si sono persi i contatti da diverso tempo). Poi c’è il telescopio spaziale all’infrarosso Spitzer, grazie al quale (insieme ad Hubble) è stato possibile recentemente individuare un esopianeta con grosse quantità di vapore acqueo in atmosfera.

Infine c’è Kepler, il telescopio progettato per la scoperta di esopianeti più famoso e di gran lunga più di successo. Ormai in orbita da nove anni, purtroppo la sua missione volge al termine a causa dell’esaurimento del combustibile a bordo. Per fortuna c’è una nutrita flottiglia di successori che, sia dall’orbita bassa terrestre, sia da orbite più profonde, cercherà di prenderne il testimone: da TESS (NASA, che partirà a breve) a CHEOPS (ESA, fine 2018) e PLATO (ESA, 2026), per non dimenticare i prossimi telescopi spaziali JWST e W-FIRST oltre ai giganti in costruzione a Terra, che non sono progettati specificamente per studiare esopianeti ma che sicuramente potranno contribuire.

Relativamente poco lontano, presso il punto lagrangiano L1 Terra-Sole, ci sono le sonde per l’osservazione solare WIND (NASA), ACE (NASA) e SoHO (NASA/ESA), e la missione di studio del clima terrestre DSCOVR (NASA/NOAA).

Dall’altra parte della Terra rispetto al Sole, intorno al punto lagrangiano L2, c’è invece la sonda Gaia (ESA), che si occupa di mappare la nostra galassia e quelle limitrofe. La seconda versione di questa mappa cosmica sarà rilasciata il 25 aprile. La sonda ha recentemente sofferto un’anomalia ed è andata in safe mode. Per fortuna il team di ESA è riuscito a riavviare le operazioni scientifiche della sonda e si sta al momento indagando sulle possibili cause del guasto.

A giugno arriverà sull’asteroide Ryugu la sonda giapponese Hayabusa 2, al momento a circa 558 mila km dall’obiettivo. La missione prevede di riportare a Terra un campione roccioso, oltre a rilasciare un paio di piccoli lander. La sonda ha recentemente osservato per la prima volta il piccolo asteroide.

Serie di 9 immagini riprese da Hayabusa 2 il 26 febbraio 2018. L’oggetto in movimento è proprio Ryugu. Credit: JAXA, University of Tokyo, Kochi University, Rikkyo University, Nagoya University, Chiba Institute of Technology, Meiji University, University of Aizu, AIST.

Anche la sonda della NASA OSIRIS-REx è in viaggio verso l’asteroide Bennu che raggiungerà tra 140 giorni, ad agosto. In queste settimane la sonda sta continuando a testare i vari strumenti in preparazione alla missione scientifica.

Come per altre missioni cinesi la cui fase principale è terminata da tempo, non si hanno notizie di Chang’e 2, che dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, è attualmente in orbita eliocentrica. Anche la sonda giapponese Akatsuki continua senza particolari aggiornamenti le sue osservazioni in orbita intorno a Venere.

Esplorando Marte

Trace Gas Orbiter (TGO), della missione ESA/Roscosmos Exomars 2016, dopo oltre 1 anno e più di 950 orbite marziane ha finalmente completato la lunga campagna di aerobraking per ridurre la quota della propria orbita sfruttando l’attrito dell’atmosfera di Marte. La sonda sta completando i test e la calibrazione degli strumenti scientifici e comincerà ad aprile la missione scientifica vera e propria.

A far compagnia a TGO  in orbita intorno a Marte ci sono altre 5 sonde: Mars Odyssey (NASA), Mars Express (ESA), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), MAVEN (NASA) e Mars Orbiter Mission (ISRO).

Sulla superficie di Marte siamo arrivati al sol 2006 per Curiosity/Mars Science Laboratory (MSL). Il rover sta esplorando l’area in cima al Vera Rubin Ridge, lungo il cammino verso la cima del Monte Sharp. Curiosity ha appena festeggiato il terzo anno marziano sulla superficie del pianeta rosso e alla fine del mese scorso è finalmente riuscito a testare un nuovo modo per trivellare il terreno, dopo che lo strumento non era stato utilizzato per oltre un anno. Il test ha avuto un successo solo parziale e i tecnici della NASA stanno analizzando i dati per migliorare la tecnica e rendere di nuovo operativo lo strumento.

È invece il sol numero 5041 per l’altro rover marziano della NASA, Opportunity. Il Mars Exploration Rover (MER) è nella Perseverance Valley e sta compiendo osservazioni dettagliate dell’obiettivo denominato “Aguas Calientes”.

Nel sistema solare esterno

La sonda americana Dawn è sempre in orbita intorno al pianeta nano Cerere, mentre sta completando la sua seconda estensione di missione.

Juno, sempre di NASA, è in orbita intorno a Giove, principalmente per studiarne l’atmosfera e il campo magnetico. Il 1 aprile la sonda compirà il passaggio ravvicinato PJ12, nella sua lunga orbita ellittica, e osserverà principalmente la luna Io (di cui cercherà di osservarne le eruzioni vulcaniche) e la grande macchia rossa.

La sonda americana New Horizons è in viaggio verso l’oggetto della fascia di Kuiper 2014 MU69, che raggiungerà tra 306 giorni e da cui dista circa 383 milioni di km. New Horizons è attualmente in ibernazione prima del flyby. Verrà risvegliata il prossimo il 4 giugno, in vista dell’incontro che avverrà a capodanno del 2019. Nel frattempo il team di New Horizon ha battezzato in via non ufficiale 2014 MU69 col nome più approcciabile di “Ultima Thule”, dopo una votazione pubblica. Il nome ufficiale verrà proposto all’Unione Astronomica Internazionale dopo il flyby, quando si saprà anche se l’oggetto è singolo o binario.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 si trova attualmente a circa 141 UA dalla Terra (19 ore e 36 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 117 UA dalla Terra (16 ore e 15 minuti-luce).

Sommario missioni

Missioni in fase di preparazione per il lancio: 7

Missioni operative nella fase principale o estesa: 26

Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 3

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.