SpaceX lancia Paz e tenta il recupero in mare delle carenature
Un Falcon 9 è stato lanciato ieri dalla base di Vandenberg in California con a bordo il satellite spagnolo per osservazioni radar Paz e due satelliti sperimentali SpaceX. Non era pianificato il recupero del primo stadio, ma l’azienda di Elon Musk ha tentato il recupero delle carenature del payload con un’apposita nave battezzata Mr. Steven.
Durante la missione GovSat-1 lanciata il 31 gennaio scorso, durante la quale era stato testato l’ammarraggio controllato del booster, SpaceX aveva comunicato che era in corso la valutazione per il recupero delle carenature del payload del Falcon 9. Alcune navi erano state inviate nella zona del possibile ammaraggio, ma non è stato dichiarato se fossero coinvolte nel recupero. Ora sappiamo che la nave deputata è Mr. Steven, il cui aspetto è visibilmente diverso da quello di una normale nave per avere un’ampia rete che serve per il possibile
recupero delle carenature in mare. Non si tratta di una nave drone, come le due chiatte robot che SpaceX ha reso celebri con i suoi atterraggi, ma anche Mr. Steven rientra nella visione dell’azienda di Elon Musk che punta al recupero e al riutilizzo quasi totale dell’equipaggiamento di lancio. Le carenature rientrano dal volo nello spazio ad una velocità pari a 8 volte quella del suono, ma hanno propulsori pensati per rallentare la caduta e un sistema di guida progettato per poterle condurre intatte nel rientro in atmosfera, oltre ad un parafoil. La rete di Mr. Steven è come un guantone da baseball gigante, concepito per intercettarle e recuperarle. Purtroppo questo primo tentativo non è andato a buon fine: la carenatura è finita in acqua a qualche centinaio di metri dalla nave, come visibile nella foto di copertina dell’articolo, che Elon Musk ha condiviso con un tweet come esito dell’operazione.
Musk ha aggiunto che il prossimo step per raggiungere l’obiettivo della cattura delle carenature sarà l’utilizzo di un paracadute a profilo alare più ampio: questo dovrebbe avvenire entro un mese, contestualmente al lancio del prossimo Falcon 9 da Vandenberg che avverrà il 29 marzo. Il 6 febbraio, sempre Elon Musk aveva anticipato che SpaceX si stava preparando ad utilizzare un nuovo tipo di carenature concepito proprio per il recupero in mare e il conseguente riutilizzo. Il recupero riuscito delle carenature costituirebbe il primo caso di questo genere nell’industria spaziale e potrebbe garantire una riduzione di costi di lancio dell’ordine di milioni di dollari. Nel dettaglio, il costo delle carenature di un Falcon 9 è di 5 milioni di dollari per lancio.
Il lancio di ieri è stato posticipato dallo scorso fine settimana a mercoledì proprio per consentire controlli addizionali mirati a migliorare il più possibile le probabilità di riuscita dell’operazione di recupero. Mercoledì, poi, il lancio è stato posticipato a giovedì, ma per motivi diversi, collegati al meteo e alla presenza di venti troppo forti negli strati superiori della troposfera. Il lancio è avvenuto senza problemi alle 06:17 ora locale della costa occidentale (le 15.17 ora italiana) dal Space Launch Complex 4-East presso la base dell’aeronautica a Vandenberg, California. Appena prima dei tre minuti nel corso del lancio, il primo stadio si è separato dal secondo stadio, che ha acceso i propulsori per portare in orbita il satellite Paz e la coppia di satelliti sperimentali che SpaceX ha battezzato Tintin A e Tintin B, con evidente riferimento citazionale all’omonima serie a fumetti e animata. SpaceX ha confermato il rilascio di Paz al momento prestabilito, circa 11 minuti dopo il liftoff.
Paz è un satellite dal peso di 1450 chilogrammi, lungo 5 metri e dal diametro di 2 metri e mezzo. Si tratta del satellite più grande assemblato in Spagna ed è gestito da Hisdesat, che controlla il programma satellitare del governo. La costruzione di Paz è avvenuta a Madrid a cura di Airbus Defense and Space. La missione da 160 milioni di euro è stata finanziata primariamente dal governo spagnolo per condurre una scansione radar per conto dell’esercito e di eventuali clienti commerciali. Paz è stato rilasciato dal Falcon 9 in un’orbita polare con altezza di 514 chilometri con un’inclinazione di 97.4° sull’equatore. Il satellite condividerà l’orbita con altri due satelliti di scansione radar di costruzione tedesca, il TerraSAR-X e il TanDEM-X, lanciati rispettivamente nel 2007 e nel 2010. Il trio di satelliti avrà così una visibilità radar della totalità del globo in meno di tre giorni: nel dettaglio, Paz opererà in alta risoluzione su una griglia radar di 25 centimetri di lato.
La coppia di satelliti di SpaceX che hanno condiviso il lancio sul Falcon 9, è stata di fatto poco pubblicizzata dall’azienda americana prima di giovedì. Tintin A e Tintin B opereranno per la diffusione di internet a banda larga e sono stati rilasciati alla stessa altezza orbitale di Paz, ma a mezzo di propulsori propri si posizioneranno in un orbita più elevata dell’altezza di 1125 chilometri. I due satelliti sperimentali, realizzati dalla Starlink, sono della dimensione approssimativa di un refrigeratore domestico e contengono elettronica di bordo che consentirà loro di fungere da ripetitori di comunicazione, per quelle che sono le notevoli ambizioni di SpaceX nell’ambito dell’esplorazione del Sistema Solare. Elon Musk ha twittato le immagini del rilascio dei due satelliti poco dopo il lancio.
First two Starlink demo satellites, called Tintin A & B, deployed and communicating to Earth stations pic.twitter.com/TfI53wHEtz
— Elon Musk (@elonmusk) February 22, 2018
Tintin A e Tintin B tenteranno di trasmettere il messaggio “Hello World” proprio in queste ore quando passeranno sopra Los Angeles. Utilizzando le bande di trasmissione Ku e Ka, i due satelliti, anche noti come Microsat-2a e Microsat-2b, apriranno l’ambizioso piano di SpaceX che include
il lancio di 4425 satelliti per la diffusione di internet a banda larga. Oltre a questo enorme dispiegamento sulle bande Ku e Ka, Elon Musk prevede anche il lancio di altri 7518 satelliti operativi nella banda V, su orbite più basse intorno ai 340 chilometri di altezza. La combinazione delle bande V e Ku-Ka consentirà di ottenere una copertura geografica pressoché totale che consentirà di introdurre la banda larga per un vastissimo spettro di utilizzatori residenziali, commerciali, professionali e statali, sia per gli Stati Uniti sia su scale globale. In questo senso SpaceX mira a diventare concorrente diretto di aziende che pianificano una strategia simile come OneWeb, fondata dall’imprenditore delle comunicazioni satellitari Greg Wyler e finanziata da Airbus, Virgin, Qualcomm, Coca-Cola e Totalplay.
Il prossimo lancio per SpaceX sarà quello del Falcon 9 con a bordo un altro satellite spagnolo, l’Hispasat 30W-6, che è al momento previsto per domenica 25 febbraio da Cape Canaveral. Il lancio successivo avverrà invece nuovamente da Vandenberg il 29 marzo e avrà come payload dieci satelliti Iridium per la comunicazione voce e dati.
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Recuperare i farings è un impresa ardua ma SpaceX prima o poi ci riuscirà, sono fiducioso.
P.s: perchè avete levato Disquis? Era molto più comodo, così ogni volta bisogna inserire nome e email, penso che avrete un calo di commenti a causa di ciò…
Salve Maurik,
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Ma le carenature e i razzi non recuperati si disintegrano completamente in atmosfera o cadono nell’oceano?
Le carenature si staccano a una quota sufficientemente bassa da ricadere nell’oceano (o a terra, a seconda del luogo di lancio). Gli stadi che danno la spinta finale al satellite (nel caso del Falcon 9 si tratta del secondo stadio) finiscono in orbita loro stessi, e rientrano in atmosfera dopo un certo tempo (giorni/settimane/mesi) distruggendosi completamente.
Quindi ora il primo stadio che non è stato recuperato giace in fondo all’oceano o riescono comunque a recuperare i rottami? Immagino che per una scelta d’immagine non parlino mai di tutti i primi stadi non recuperati e le carenature che ricadono nell’oceano e affondano.
Non hanno spiegato come mai le carenature devono catturarle con una rete invece che farle cadere piano in acqua? dalla foto postata sembra che galleggi eccellentemente e non sia danneggiata.
Grazie per la precisazione.
Il primo stadio di questo particolare lancio giace in fondo all’oceacno e non sarà recuperato in nessun modo. Non è un problema di immagine ma di convenienza: se il carico utile rimane entro una certa massa, e lo stadio è almeno della quarta generazione dei Falcon 9 (e questo era della terza) allora tentano il recupero. Se il carico fosse al limite delle capacità del vettore, non si riuscirebbe a lasciare abbastanza propellente a bordo per riaccendere i razzi ed effettuare una discesa controllata.
E’ probabile che le carenature dell’ogiva contengano anche dispositivi elettronici e parti delicate che verrebbero contaminate o corrose dalla permanenza in acqua salata. Per dare una risposta migliore ci servono più dettagli da parte di SpaceX…
Grazie sei stato chiarissimo!
Il progetto Orion sara’ un progetto fallimentare ! Sanno sbagliando tutto. Purtroppo l’errore a mio avviso è dovuto non ai scienziati e agli ingegneri ma al modello industriale guidato da manager e non da ricercatori.
La semi-carenatura del lancio di Paz è in effetti classificabile come parziale successo, perché non ha subito danni strutturali evidenti. Tuttavia l’affermazione secondo cui il risultato dell’operazione non sia stato positivo, implica che anche una parziale e temporanea immersione dei fairing possa provocare danni irreparabili all’elettronica e alla meccanica di bordo.