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La NASA certifica il Falcon 9 per le missioni scientifiche e il lancio di TESS

SpaceX incassa la certificazione della NASA per l’utilizzo dell’attuale versione del Falcon 9 nel lancio di alcune categorie di missioni scientifiche dell’agenzia spaziale. Si tratta di un passo fondamentale e necessario per il prossimo lancio del telescopio spaziale TESS.

SpaceX ha acquisito la certificazione NASA che abilita l’azienda a lanciare nello spazio missioni scientifiche. La notizia è giunta insieme al bilancio fiscale dell’agenzia spaziale, reso pubblico nel corso di questa settimana e nel quale si può leggere che nel corso del mese di gennaio, SpaceX  ha completato con successo la certificazione di Categoria 2 per il Falcon 9 Full Thrust conosciuto anche come Falcon 9 v1.2. La terza versione del lanciatore, progettata tra il 2014 e il 2015, ottiene così il nulla osta per il lancio di un’importante e imminente missione scientifica spaziale della NASA, TESS. Il Transiting Exoplanet Survey Satellite, abbreviato appunto con la sigla TESS, è un telescopio spaziale per la ricerca di pianeti extrasolari con il metodo fotometrico dei transiti e il suo lancio è ora previsto per il mese di aprile di quest’anno. Sebbene nello stesso documento del bilancio si trovi una frase che appare contraddire la certificazione stessa, affermando che il processo è vicino al completamento, la portavoce della NASA Cheryl Warner ha confermato che il Falcon 9 Full Thrust ha ricevuto la certificazione l’11 gennaio scorso.

Rappresentazione artistica di TESS (fonte: NASA)

La cosiddetta Categoria 2 della NASA classifica la certificazione per il lancio delle missioni a medio rischio e richiede da una a tre missioni consecutive riuscite. Si trattava per lo più di un passaggio per lo più burocratico, dato che il Falcon 9 Full Thrust, il cui primo lancio è avvenuto nel dicembre del 2015, ha da allora eseguito 20 lanci riusciti su 20. È vero che dal 2017 la versione è stata ulteriormente modificata con il passaggio ai booster Block 4, ma lo step si rendeva appunto necessario per l’imminente lancio della missione TESS, assegnato appunto a SpaceX. La certificazione era attesa, ma risultava ancora in pendenza durante lo scorso mese di dicembre: il rischio che SpaceX non avesse “le carte in regola” per il lancio era stato appunto indirizzato in un’audizione alla camera dei deputati da parte di Christina Chaplain, membro del U.S Government Accountability Office. Thomas Zurbuchen, amministratore associato per le missioni scientifiche della NASA, ha fugato ogni dubbio nel corso della stessa audizione affermando che non sussistevano al momento preoccupazioni di alcun tipo in merito alla questione, aggiungendo che l’approvazione della certificazione era già in piano per il mese di gennaio.

Questa non è la prima volta che SpaceX acquisisce la certificazione di Categoria 2 per le missioni scientifiche. Il Falcon v1.1 aveva ottenuto lo stesso tipo di certificazione nel 2015 per il lancio della missione Jason 3, avvenuto poi con successo il 17 gennaio 2016. Ora che la certificazione per il lancio di TESS è stata acquisita, SpaceX dovrà essere pronta per la data ufficiale del lancio, che come spesso accade, è stata posticipata già parecchie volte. La data originale del lancio era già slittata dal quarto trimestre 2017 al 2018 e da febbraio a marzo, mentre di recente si è appreso di un ulteriore posticipo ad aprile. Tuttavia sembra che quest’ultimo spostamento in avanti della data dipenda proprio da SpaceX, che ha richiesto di ottenere più tempo per l’adattamento del lanciatore al fine di soddisfare il livello di servizio per il lancio richiesto dalla NASA.

Schema e caratteristiche della missione TESS (fonte: MIT)

TESS avrà l’ambizioso obiettivo di esaminare le stelle di classe spettrale G e K, ossia nane gialle e arancioni, in un catalogo di almeno 500.000 stelle tra cui ci si aspetta di trovare circa 3.000 pianeti in transito, di cui circa 500 con dimensioni assimilabili a pianeti terrestri o a super-terre. Per far questo, TESS sarà lanciato in un’orbita ellittica in risonanza 2:1 rispetto all’orbita lunare mai usata prima, chiamata P/2.  L’apogeo dell’orbita di 373.368 km è calcolato per mantenersi a distanza dalla Luna, che rappresenta un agente destabilizzante, sebbene la massima distanza di TESS dalla Terra sarà molto simile a quella del satellite naturale terrestre. L’orbita acquisita ha l’obiettivo di rimanere stabile per decenni, con lo scopo di mantenere le lenti del telescopio a temperature costanti. Tuttavia, la particolarità dell’orbita limita fortemente la finestra di lancio di TESS: tra marzo e giugno ci saranno solo 40 giorni che potranno garantire al Falcon 9 di inserire il satellite nell’orbita desiderata.

SpaceX è al momento l’unica azienda privata del settore spaziale insieme ad ULA ad avere la certificazione di Categoria 2, ma, sempre secondo il documento di bilancio, la NASA sta procedendo sulla stessa falsariga per il lanciatore Antares della Orbital ATK e sono state avviate le procedure di certificazione anche per il New Glenn della Blue Origin insieme al razzo Vulcan, futuro vettore sviluppato dalla Orbital ATK insieme alla United Launch Alliance.

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