La Progress MS-08 è in viaggio verso la ISS
Oggi, 13 febbraio, quando in Italia gli orologi scandivano le 9, 13 minuti e 33 secondi, il cargo russo Progress MS-08 è decollato dalla piattaforma 31/6 del cosmodromo di Bajkonur con a bordo 2 tonnellate e mezzo di rifornimenti per la Stazione Spaziale Internazionale. Il lancio era già stato tentato domenica scorsa, ma senza successo: l’accensione dei motori del Sojuz 2.1a era stata inibita dal sistema automatico di sicurezza.
Le cause dell’abort, che ha costretto i tecnici al rinvio alla “data di riserva”, non sono state chiarite da Roscosmos. Notizie da fonti non ufficiali diffuse dalle agenzie di stampa russe hanno parlato di un problema riguardante la connessione tra i sistemi di terra e quelli del lanciatore e della sostituzione del computer di bordo come misura risolutiva.
In sostanza si è ripetuto quasi alla lettera il copione che avevamo già visto alcuni mesi fa, in occasione del primo tentativo di lancio della Progress MS-07: stesso razzo, stessa piattaforma, identico abort al momento del rilascio del braccio ombelicale, poco dopo la chiamata Пуск! (“Start”) da parte del controllo missione, con l’inizio del venting dei serbatoi al posto dell’accensione dei motori. Anche allora si parlò di “problemi elettrici” e si ricorse alla sostituzione del computer.
Le analogie sono tante e tuttavia non autorizzano a pensare che si sia trattato del medesimo tipo di glitch. Anche se astronautica russa negli ultimi tempi ci ha abituato ad ogni sorta di fallimento, a volte anche piuttosto imbarazzanti, in assenza di più precise informazioni non ci sono basi per ritenere che l’analisi dei problemi verificatisi nell’ottobre scorso non sia stata svolta in modo adeguato e che le anomalie di allora non siano state opportunamente corrette.
Un volo perfetto
Questa volta al Пуск! è regolarmente seguito il rumore dei motori e la comparsa delle fiamme sotto la piattaforma. Raggiunta la piena potenza dei 4 propulsori RD 107A dei booster laterali, uniti all’RD 108A del core centrale, il Sojuz si è innalzato sopra un cosmodromo gelido e coperto di neve, nel cielo invernale velato di grigio. Nonostante si trattasse di un lancio diurno (a Bajkonur si era nelle prima ore del pomeriggio) le riprese ci hanno regalato pochissime immagini del razzo, che è sparito in poco più di un minuto dietro le nubi.
Attraverso i dati di telemetria i tecnici che controllavano l’ascesa hanno potuto seguire lo svolgersi nominale di tutte prime le fasi della sequenza di volo del Sojuz, con il distacco dei quattro booster laterali 118 secondi dopo il liftoff e la separazione del secondo stadio a T+4.45. Sono seguiti i 4 minuti di accensione del motore RD-0110 del terzo stadio, la separazione della Progress e il dispiegamento dei pannelli solari e delle antenne.
Il cargo russo entrava in orbita alle 9.22, passando sotto la responsabilità del Centro di Controllo (MCC) situato a Korolev, nei dintorni di Mosca.
I primi riscontri sull’orbita hanno mostrato la piena riuscita del lancio e la grande precisione del Sojuz 2.1a: l’orbita conseguita, con un perigeo di 193,1 km, un apogeo di 241,2 km, 51,67° di inclinazione e un periodo di 88,55 minuti, risulta ampiamente all’interno dei margini di errore previsti. Ruotando attorno alla terra al di sotto dell’orbita della Stazione Spaziale (che si trova alla quota di 402×407 km, con 51,64° di inclinazione e un periodo di 92.66 minuti), la Progress appare ottimamente indirizzata al rendezvous che si svolgerà secondo lo schema “classico” che richiede 34 orbite e 2 giorni di viaggio.
Il docking è previsto per le 11.43.30 (ora italiana) di giovedì 15 febbraio, al boccaporto di poppa del modulo Zvezda, proprio quello che Alexander Misurkin e Anton Shkaplerov avevano rischiato di rendere inutilizzabile durante la loro ultima EVA. I due cosmonauti, che la scorsa settimana hanno svolto un’apposita attività di addestramento, sorveglieranno l’operazione di avvicinamento, pronti ad intervenire con i comandi manuali in caso di anomalie.
Il ritardo della Progress MS-08, che secondo i piani originari avrebbe dovuto raggiungere la ISS domenica stessa, con il rendezvous veloce in due orbite, avrà ricadute anche sulla vita della sezione USA della stazione, con il posticipo a venerdì 16 dell’EVA 48 di Vande Hei e Kanai.
Carico in arrivo sulla ISS
Anche se il cargo rimarrà unito alla Stazione fino all’agosto prossimo, sin dalle prime ore dopo il docking gli astronauti inizieranno il lavoro sul carico che, secondo quanto diffuso da Roscosmos, ammonta a 2.496 kg e comprende: 640 kg di propellente (da usarsi nelle periodiche manovre di reboost), 420 kg d’acqua, 46 kg di aria compressa e ossigeno, nonché 1.390 kg tra cibo, consumabili, abbigliamento, materiale igienico e sanitario e dispositivi per gli esperimenti scientifici.
Tra questi ultimi merita ricordare una parte dell’hardware per l’esperimento ICARUS, finanziato dall’agenzia spaziale tedesca DLR, da Roscosmos e dall’Istituto di ornitologia Max Planck dell’Univesità di Costanza. ICARUS (l’acronimo sta per International Cooperation for Animal Research Using Space) intende studiare le migrazioni e i movimenti di uccelli e di altri piccoli animali dotati di ricetrasmettitori miniaturizzati i cui segnali con informazioni di posizione, movimento e temperatura. saranno ricevuti dalla Stazione Spaziale Internazionale.
Lo scopo delle ricerche concerne una migliore conoscenza del mondo animale, ma anche una raccolta di informazioni su malattie, sull’ambiente e sui disastri naturali.
Grazie alla Progress MS-07, decollata nell’ottobre 2017, ha già raggiunto la ISS il computer di bordo dell’esperimento, che avrà il compito di ricevere ed elaborare i segnali per la trasmissione a terra. Il cargo che oggi è decollato verso la Stazione trasporta l’antenna che sarà installata all’esterno della sezione russa, durante una prossima EVA, al momento programmata tra maggio e luglio 2018. Dopo la predisposizione dell’hardware e la conclusione dei test potrà iniziare la fase operativa del progetto.
Fanno parte del carico scientifico di questa missione anche i tre doppi radiatori, ben visibili come tre fasce bianche montate sopra la zona centrale del veicolo, nelle foto che ritraggono la Progress MS-08 durante la preparazione. Si tratta di componenti dell’esperimento Phasoperekhod LEU-TT-1, che vuole ottenere dati accurati sul funzionamento di tale tipo di dispositivi, che impiegano ammonica per trasportare e disperdere il calore in eccesso nello spazio e che sono già utilizzati sulla Stazione Spaziale. Attraverso questi studi RSC Energia e l’Istituto di Ricerca Keldysh intendono acquisire elementi per realizzare radiatori più leggeri ed efficienti.
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