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È morto l’astronauta NASA Bruce McCandless

Giovedì 21 dicembre si è spento, all’età di 80 anni, l’astronauta Bruce McCandless, il cui nome rimane indissolubilmente legato alla prima passeggiata spaziale condotta in completa libertà, senza vincoli di collegamento allo Shuttle Challenger nel 1984.

Chi ha un’età tale da ricordare gli eventi degli anni ’80, rammenterà certamente la foto che apre questo articolo, diventata un’icona del programma Shuttle e in breve tempo una delle più riprodotte e diffuse dalle riviste ai libri di testo per le scuole. Chi era bambino o adolescente nel 1984, ricorderà di averla vista perfino sulle pagine dei periodici per ragazzi di quegli anni. E questo perché l’impresa di Bruce McCandless e del suo collega Robert L. Stewart, al tempo apparve essere una testimonianza dell’avanzamento dell’esplorazione spaziale, in anni che avevano segnato un graduale spegnimento degli entusiasmi dopo la fine del programma Apollo e la definitiva collocazione dei viaggi spaziali nell’orbita bassa terrestre.  L’MMU o Manned Maneuvering Unit venne poi dismessa e non ebbe il futuro sperato dagli entusiasti appassionati di allora: non permise all’uomo di volare liberamente nello spazio, né fu impiegata in nuove conquiste oltre l’orbita terrestre, ma di essa e della pittoresca bellezza dell’impresa, ci rimane il ricordo attraverso le immagini e le svariate testimonianze che Bruce McCandless rilasciò negli anni successivi, fino alla morte avvenuta l’altro ieri in California, all’età di 80 anni.

McCandless fu uno dei 19 astronauti scelti dalla NASA nell’aprile del 1966. Del leggendario programma Apollo fece parte, ma troppo tardi per volare: cominciò come capcom per Apollo 11, proprio durante la EVA di Neil Armstrong e Buzz Aldrin sulla Luna. Fu membro dell’equipaggio di supporto della missione Apollo 14 nel 1971 e più tardi venne nominato membro dell’equipaggio di riserva (nel ruolo di pilota del modulo di comando) per la prima missione equipaggiata della prima e unica stazione spaziale americana: la missione Skylab 2 nel 1973.  Il suo momento di raggiungere lo spazio arrivò solo dopo l’inizio dell’era dello Shuttle, nel 1984, proprio per la missione per la quale è più ricordato, la STS-41-B, condotta a bordo dello Space Shuttle Challenger.

Di quella missione scrisse nel 2015: «Mia moglie era al controllo missione e c’era apprensione. Volevo dire qualcosa di simile a Neil quando atterrò sulla luna, così dissi: potrebbe essere stato un piccolo passo per Neil, ma è un gran salto per me. E la tensione si allentò». McCandless collaborò allo sviluppo di un congegno per eseguire manovre da parte degli astronauti nello spazio, sperimentato durante il programma Skylab e particolare attenzione dedicò allo sviluppo della MMU: attività che lo misero in prima fila per uscire per primo nello spazio senza cavi. La sua seconda missione nello spazio avvenne nel 1991, a bordo dello Space Shuttle Discovery, contribuendo a portare nello spazio il telescopio Hubble  nel ruolo di specialista della missione.

 

Il ritratto ufficiale di Bruce McCandless II, con l’equipaggiamento MMU che gli permise di condurre la prima EVA senza collegamento al veicolo spaziale (fonte: NASA)

 

Nato nel 1937 a Boston, McCandless  frequentò la Woodrow Wilson Senior High School di Long Beach in California. Nel 1958 si diplomò presso l’Accademia della marina americana, la United States Naval Academy, conseguendo successivamente un master in ingegneria elettronica presso l’Università di Stanford nel 1965. Nel 1987 gli venne conferita una laurea di amministrazione economica dell’Università di Houston. Figlio di un alto ufficiale ed eroe di guerra della Marina Militare, nella sua lunga carriera, McCandless è stato insignito di svariate onorificenze nel campo militare e civile. Mente instancabile, era appassionato di molte discipline, tra cui l’elettronica, la fotografia, il nuoto subacqueo, il volo e lo sci di fondo. Lascia la moglie, Ellen Shields McCandles, due figli, due nipoti e tre fratelli.

 

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