SpaceX ha comunicato appena dopo la mezzanotte di venerdì (ora italiana) che la missione “Zuma” necessita di approfondimenti in merito a dati che l’azienda ha acquisito in test condotti per un altro cliente. Sebbene nel comunicato si dicesse che veniva riservata ancora una finestra di lancio per la notte tra venerdì e sabato, è apparso chiaro come la rimozione del Falcon 9 dalla rampa di lancio la scorsa notte sia la conferma che per ora è un nulla di fatto.
Standing down on Zuma mission to take a closer look at data from recent fairing testing for another customer.
— SpaceX (@SpaceX) November 16, 2017
Though we’ve preserved the range opportunity for tomorrow, we’ll take the time needed to complete the data review and then confirm a new launch date.
— SpaceX (@SpaceX) November 16, 2017
Fonti dell’aeronautica militare confermano che non ci sono altre finestre di lancio richieste da SpaceX per la rampa 39A al Kennedy Space Center dalla quale la missione sarebbe dovuta decollare. Questo suggerisce che non ci saranno altri tentavi nei prossimi 2/3 giorni e che con ogni probabilità il lancio di “Zuma” andrà a data da destinarsi.
La missione “Zuma” era stata pubblicizzata da SpaceX nel mese di ottobre, quando è entrata nel programma di lancio dell’azienda e da allora le speculazioni intorno al suo reale scopo si sono moltiplicate. Mentre si sperava che qualche informazione trapelasse con il lancio, il rinvio a data da destinarsi non fa che infittire il mistero che la circonda. Già il primo annullamento di lancio nella notte tra mercoledì e giovedì non è stato accompagnato da alcuna spiegazione da parte di SpaceX, che ha solamente confermato il buono stato del Falcon 9 e del payload. Durante la notte successiva, SpaceX ha dichiarato il successivo rinvio, aggiungendo la necessità di approfondire l’analisi di dati sull’incapsulamento del payload nella carenatura che proverrebbero da test condotti su un altra missione.
Presso il Kennedy Space Center, i payload hanno tre livelli di classificazione in base alla loro segretezza: “Zuma” ha il livello massimo, che condivide con altri due payload lanciati nel 2017 proprio da SpaceX, lo spazio-plano X-37B e il satellite per osservazioni strategiche NROL-76. Il contractor della difesa Northrop-Grumman ha ammesso che “Zuma” è stato realizzato per conto del governo americano, ma non è stato specificato a quale ambito di operazioni appartiene. È curioso notare come Northrop-Grumman diventerà a breve un concorrente di SpaceX, quando l’azienda finalizzerà l’acquisto della Orbital ATK, che come noto presiede al lancio in orbita di parte delle missioni di rifornimento verso la Stazione Spaziale Internazionale per conto della NASA. Nonostante questo, Northrop-Grumman ha detto di apprezzare la competitività e l’affidabilità di SpaceX e per questo il lancio è stato affidato all’azienda di Elon Musk. La data di lancio di “Zuma” era stata dichiarata un fondamentale parametro di successo per la missione. Sebbene la notizia del lancio del payload segreto sia stata difusa solo da un mese, Northrop-Grumman aveva fissato il periodo di lancio in aprile e aveva chiaramente definito che la data dovesse cadere entro gli estremi del mese di novembre.
È quindi molto probabile che il lancio si riproporrà entro i prossimi dieci giorni, a meno che non vengano ridefiniti gli accordi e la cautela prevalga sulla fretta di terminare le analisi necessarie per condurre un lancio coronato dal successo. Per SpaceX è cruciale continuare i successi di lancio collegati a contratti con il governo federale: se per le agenzie governative è importante disporre di un partner che non utilizza motori russi RD-180, per SpaceX è parimenti fondamentale garantire continuità all’appoggio finanziario dall’Air Force per lo sviluppo dei motori Raptor.