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Conclusa con successo la EVA-44

Gli astronauti Mark Vande Hei e Randy Bresnik durante la EVA-44. Credit: NASA

Lo scorso 5 ottobre 2017, ore 12:05 UTC, i due astronauti NASA Randy Bresnik  e Mark Vande Hei  hanno completato con successo la EVA 44, durata complessivamente 6 ore e 55 minuti. Obiettivo di questa attività extraveicolare era la sostituzione di uno dei Latching End Effectors (LEEs) del braccio robotico della Stazione Spaziale Internazionale, il Canadarm2.

Si tratta della prima delle tre EVA pianificate per il mese di ottobre. I due astronauti americani effettueranno anche la seconda attività extraveicolare il prossimo 10 ottobre, mentre, per la terza EVA del 18 ottobre, Vande Hei sarà affiancato dal collega  Joe Acaba.

Sono due i Latching End Effector presenti sulla ISS, ciascuno dei quali viene utilizzato per mansioni diverse. Solitamente uno dei due viene usato per il posizionamento del braccio robotico in differenti punti di aggancio, mentre l’altro per lo spostamento ed il bloccaggio di veicoli cargo od oggetti di grandi dimensioni.

La sostituzione di un Latching End Effector è stata necessaria in quanto il meccanismo era rimasto a bordo della ISS più del previsto, andando oltre il suo tempo massimo di funzionamento. Infatti le telemetrie di bordo avevano già mostrato negli ultimi anni segni di degradazione nell’utilizzo del braccio robotico, come l’aumento di corrente nei motori che ne regolano il meccanismo. L’ultimo episodio risale allo scorso 22 agosto, quando gli ingegneri del Johnson Space Center avevano cercato di riposizionare correttamente il braccio robotico, ma senza successo, a causa dell’impossibilità di distendere completamente uno dei due LEE.

Si prevede che la sostituzione del secondo Latching End Effector avverrà nei primi mesi del 2018, venendo rimpiazzato con uno che attualmente si  trova in una piattaforma esterna.

La seconda e terza EVA saranno utili per la messa in funzione del nuovo  Latching End Effector da poco montato, oltre alla sostituzione delle telecamere esterne alla ISS.

 

Fonti: NASA

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