La capsula cargo cinese Tianzhou-1 ha completato martedì 12 settembre la sua missione in orbita effettuando con successo la terza e ultima manovra di rendezvous e docking – la prima “rapida” – con il laboratorio orbitale Tiangong-2.
In particolare, rispetto alle precedenti manovre, durate due giorni, l’avvicinamento e l’aggancio tra due spacecraft è durato solo 6 ore e trenta minuti, un tempo comparabile con quanto avviene con le Soyuz russe e la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Agganciata al Tiangong-2, la capsula testerà per la terza volta l’operazione di scambio di carburante tra i due spacecraft. Una volta conclusa la procedura, la navetta cargo si sgancerà dal laboratorio orbitale ed effettuerà il rientro in atmosfera sopra al Pacifico Meridionale. Il Tiangong 2, invece, rimarrà in orbita almeno un altro anno per svolgere ulteriori esperimenti scientifici.
Lanciato nel settembre del 2016, tra l’ottobre e il novembre dello scorso anno il Tiangong-2 è stato abitato dai due taikonauti cinesi Jing Haipeng e Chen Dong, che hanno raggiunto il laboratorio a bordo della capsula Shenzhou-11, completando così la sesta e più lunga missione manned di Pechino. Ad aprile del 2017, poi, è arrivato il lancio della capsula cargo Tianzhou-1 con un Long March 7.
I test con il Tiangong-2 e la Tianzhou-1 rappresentano gli ultimi passaggi pratici che porteranno alla costruzione della vera e propria stazione spaziale di Pechino, il cui primo modulo è previsto nel 2019 e il completamento atteso per il 2022.
Secondo quanto finora emerso, la Stazione Spaziale Cinese avrà una massa di circa 60/70 tonnellate, la metà della Mir sovietica e circa un sesto della ISS.
Una volta completa, l’intera struttura sarà composta da quattro moduli e potrà ospitare stabilmente un equipaggio di tre persone. I voli manned saranno garantiti dalle capsule Shenzhou, mentre le Tianzhou assicureranno i rifornimenti come oggi fanno le Progress, le Cygnus di Orbital ATK e le Dragon di SpaceX sulla ISS.
Dal punto di vista dei veicoli di lancio, i voli manned continueranno ad esseri effettuati con i vettori di “vecchia generazione” Long March 2F, mentre le Tianzhou saranno lanciate con i nuovi Long March 7.
Nonostante le operazioni orbitali con i due spacecraft rispettino in pieno la tabella di marcia imposta da Pechino, è possibile però che qualche ritardo alla costruzione della Stazione possa arrivare proprio dai veicoli di lancio.
Lo scorso 2 luglio il Long March 5, il vettore pesante progettato (nella variante B) per trasportare in orbita tutti i moduli della futura stazione, ha fallito malamente la sua seconda missione, costringendo la Cina a rinviare a data da destinarsi (forse al 2019) il terzo volo del vettore, previsto inizialmente per il prossimo novembre, che avrà il compito di portare verso la Luna la sonda Chang’e 5.
È dunque possibile che lo stop forzato al Long March 5 costringa Pechino a rivedere i suoi piani e a rimandare di un po’ il lancio del primo modulo della sua prima stazione spaziale.