Dopo aver passato poco più di un mese in orbita, lo scorso 17 settembre la capsula automatica di SpaceX è ammarata con successo al largo della California, concludendo così la dodicesima missione di rifornimento alla Stazione Spaziale e riportando a terra oltre 1700 kg di esperimenti e materiali vari.
La missione CRS-12 (Commercial Resupply Services) era iniziata il 14 agosto con un lancio perfetto dalla rampa LC-39A del Kennedy Space Center, seguito due giorni dopo dal rendez-vous con la ISS, la cattura da parte del braccio robotico manovrato dagli astronauti Jack Fisher e Paolo Nespoli ed infine l’aggancio al modulo statunitense Harmony.
Nelle settimane successive, dopo aver completato lo scarico dei rifornimenti, è iniziata la delicata fase di carico di tutti i materiali destinati a rientrare a terra, seguendo un determinato ordine e posizionamento per consentire ai tecnici di calcolare precisamente il centro di massa della capsula.
La scorsa domenica infine, sempre per mezzo del braccio robotico della ISS, la Dragon era stata sganciata dal modulo Harmony e posizionata in assetto di volo libero, seguito dall’accensione dei propulsori che le hanno consentito di allontanarsi dalla ISS ed iniziare la fase di rientro.
Paolo Nespoli ha così commentato il momento della partenza della Dragon:
“Vorremmo ringraziare tutte le persone che in tutto il mondo, con il loro lavoro, rendono possibile la nostra presenza continuata nello spazio. Gli scienziati e gli ingegneri che ci forniscono le meravigliose attrezzature che utilizziamo, NASA e tutte le agenzie spaziali che contribuiscono alla Stazione Spaziale e SpaceX per questo fantastico veicolo di rifornimento. Godspeed, Dragon 12.”
Lo splashdown è avvenuto correttamente nell’Oceano Pacifico alle 14.15 GMT e la capsula è stata prontamente raggiunta dalle squadre di recupero.
Entro un giorno dal recupero la capsula viene solitamente portata vicino Long Beach in California, dove gli addetti estraggono gli esperimenti più critici, principalmente quelli che devono rimanere raffreddati o quelli con organismi viventi.
Questo è proprio il caso della missione appena conclusa, che infatti a bordo aveva 20 topolini da laboratorio per lo studio di come la microgravità influisce sulla vista e sul movimento.
Secondo le statistiche, alcuni astronauti esclusivamente di sesso maschile, hanno subìto leggeri danni alla vista in seguito ad una missione nello spazio e la causa potrebbe avere a che fare con la circolazione e pressione del sangue nel cervello e negli occhi.
Riguardo a come la prolungata microgravità influisca sulla capacità di movimento, lo studio in questione si è concentrato sulle cartilagini delle giunture ossee ed il loro degrado. I topi hanno un metabolismo molto accelerato ed i cambiamenti fisici che hanno subìto in questi 35 giorni nello spazio sono paragonabili a quelli che un astronauta subirebbe in tre anni di missione.
Altri esperimenti a bordo, molto attesi dagli scienziati, sono quelli riguardanti la crescita della proteina LRRK2 che è causa del morbo di Parkinson ed i campioni di bio tessuti lunghi per la riparazione di organi e la riduzione del rigetto da trapianto nei pazienti.
Dopo essere stata svuotata di tutto il materiale scientifico, la capsula verrà portata presso la sede di SpaceX a McGregor in Texas, dove verrà revisionata e preparata per una nuova missione di rifornimento alla ISS.
Infatti questa missione è stata l’ultima condotta con una Dragon nuova, dalla prossima, prevista per novembre o dicembre, verrà utilizzata una capsula usata.
Fonte NASA, SpaceX.