Gli astronauti Peggy Whitson e Jack Fischer di NASA insieme a Fyodor Yurchikhin di Roscosmos sono rientrati senza problemi sulla Terra questa mattina alle 03:21 ora italiana nei pressi della città Kazakha di Dzhezkazgan.
Ecco il video del rientro, che ci offre anche una delle prospettive più spettacolari del momento del touchdown viste fino ad oggi.
Come tutti i loro predecessori, durante il periodo trascorso a bordo della Stazione Spaziale Internazionale gli astronauti hanno lavorato a centinaia di esperimenti di biologia, biotecnologia, fisica e scienze della terra. Hanno accolto diverse navette cargo e condotto un totale di sei passeggiate spaziali.
La ricerca scientifica
Tra le ricerche più importanti, Whitson e Fischer hanno partecipato a uno studio sui cambiamenti al bulbo ottico indotti dalla lunga esposizione alla microgravità e a una ricerca sulle cellule staminali per investigarne il comportamento e le caratteristiche in assenza di peso. Altre ricerche hanno riguardato nuovi farmaci chemioterapici e la crescita di vegetali nello spazio.
Un importante esperimento installato sulla ISS è CREAM (Cosmic Ray Energetics and Mass Investigation), posizionato in agosto nelle strutture esterne della Stazione e che osserva i raggi cosmici provenienti da sorgenti galattiche.
Per i nostri lettori più curiosi, i resoconti settimanali di tutti gli esperimenti e ricerche condotte a bordo della Stazione Spaziale Internazionale sono tradotti in italiano e raccolti nella serie di articoli “ISS Weekly Status Reports” curata da Marco Carrara.
Sette navicelle cargo
Nel corsi di Expedition 52 i membri dell’equipaggio hanno ricevuto sette navicelle cargo. Nel dicembre 2016 è arrivato il veicolo giapponese HTV con un carico di nuove batterie al litio; nell’aprile 2017 è stata la volta di una Cygnus, che con la sua settima missione CRS ha consegnato rifornimenti, esperimenti e ricambi, e ben tre Dragon di SpaceX hanno svolto lo stesso compito in febbraio, giugno e agosto 2017. Da parte russa due Progress hanno raggiunto la ISS nel febbraio e giugno 2017.
Peggy Whitson, la nuova recordwoman
Il ritorno di Peggy Whitson segna il completamento di una missione di 288 giorni iniziata nel novembre 2016, viaggiando per una distanza complessiva di oltre 226 milioni di chilometri e completando 4623 orbite terrestri. Nel corso di questa missione, la sua terza a bordo della ISS, la Whitson ha partecipato a quattro attività extraveicolari portando il suo record personale a 10 EVA. Con un totale di 665 giorni nello spazio l’astronauta è la nuova detentrice del record americano di permanenza nel cosmo, piazzandosi anche tra i primi otto astronauti di sempre in questa categoria.
Jack Fischer, arrivato sulla Stazione in aprile, ha completato 136 giorni nello spazio durante i quali ha partecipato alle prime due EVA della sua carriera. Yurchikhin, comandante della Sojuz su cui viaggiava Fischer, ha raggiunto invece 673 giorni nello spazio, superando proprio Peggy Whitson e piazzandosi al settimo posto nella lista dei record per tempo trascorso in orbita.
Con la partenza di Yurchikhin, Whitson e Fischer gli astronauti rimasti a bordo della ISS hanno ufficialmente dato il via ad Expedition 53. Randy Bresnik della NASA è ora in comando, coadiuvato dal russo Sergey Ryazanskiy e dal nostro Paolo Nespoli in qualità di ingegneri di bordo. Il trio sarà presto raggiunto dai colleghi Mark Vande Hei e Joe Acaba di NASA, che raggiungeranno la stazione a bordo della Sojuz MS-06 ai comandi di Alexander Misurkin di Roscosmos. La partenza è fissata per il prossimo 12 settembre dal cosmodromo di Bajkonur in Kazakhistan.
Le statistiche a cura di Paolo Baldo
In questa sua terza missione Peggy Whitson strappa alla nostra Samantha il record femminile di giorni consecutivi passati a bordo della ISS, portando l’asticella da 199 a 287 giorni (tra l’altro tondi tondi in quanto sia il suo docking che l’undocking sono avvenuti alle 21:58 GMT). Contando anche i colleghi maschi Peggy è seconda solo ai 340 giorni di Kelly e Kornienko.
Per quanto riguarda la permanenza cumulativa Peggy si è presa il primato americano da Jeffrey Williams, portando in questo caso l’asticella da 525 a 655 giorni il che la pone al quarto posto assoluto proprio dietro a Yurchikhin, che ha accumulato appena 9 giorni in più dell’americana. Anche per quanto riguarda il tempo passato in EVA i due compagni di equipaggio sono molto vicini date le 59,5 ore di Fyodor e le 60,3 di Peggy.
Ora l’astronauta più esperto presente a bordo è il nostro Paolo Nespoli con i suoi 204 giorni (ad oggi) contro i 202 del russo Ryazansky. Paolo ha quindi da pochissimo superato i 199,3 giorni di Samantha diventato il nuovo primatista italiano nonché europeo. Paolo resterà il più esperto anche quando sarà salito a bordo il prossimo equipaggio regalando al nostro paese un momento storico dal punto di vista spaziale.
La Sojuz MS-04 ha lasciato il modulo Poisk dopo “soli” 135 giorni di permanenza. Per trovare una Sojuz rimasta agganciata meno tempo a questo boccaporto bisogna tornare al 2012 ed ai 123 giorni della TMA-04M, anch’essa sganciatasi in settembre. L’ultima volta che una Sojuz è atterrata con due americani a bordo è stato nel 2010 (TMA-19). Anche allora gli americani furono di sesso opposto (Douglas Wheelock e Shannon Walker) ed anche allora l’unico russo a bordo fu Fyodor Yurchikhin. Per trovare invece una Sojuz lanciata con due astronauti ed atterrata con tre bisogna tornare al 2003 (TMA-2) quando al russo Malenchenko ed all’americano Lu si aggiunse lo spagnolo Duque. Per trovare invece un atterraggio con equipaggio avvenuto il 3 settembre bisogna risalire al 1985 quando la navetta Discovery concluse la sua missione STS 51-I.
Per quanto riguarda la sezione anagrafica, Yurchikhin con i suoi 58,7 anni diventa l’astronauta meno giovane ad essere rientrato dalla sua quinta missione spaziale superando i 58,3 di Story Musgrave. Inoltre, con un’età media di 53,3 anni quello di oggi è stato il terzo atterraggio meno giovane della storia superato solo da quelli delle Sojuz TMA-6 (nel 2005) e TM-31 (nel 2001).
L’articolo è stato aggiornato dopo la prima pubblicazione.