ISS, completata la EVA 43 russa

Lo scorso 17 agosto i cosmonauti Fyodor Yurchikhin e Sergey Ryazanskiy hanno compiuto una lunga attività extraveicolare, rilasciando cinque piccoli satelliti, occupandosi di alcuni esperimenti e compiendo controlli  e piccola manutenzione all’esterno della sezione russa della Stazione Spaziale Internazionale.

L’EVA 43, la prima di parte russa da oltre un anno, era iniziata alle 16.36 italiane ed è durata 7 ore e 34 minuti, quindi ben oltre le sei ore preventivate.
Yurchikhin, alla sua nona uscita nello spazio aperto, indossava un nuovo modello di tuta Orlan denominata MKS, mentre Ryazanskiy, alla sua quarta EVA, utilizzava il consueto modello MK.
La nuova Orlan MKS ha un nuovo sistema di controllo della temperatura, una più capiente riserva d’acqua potabile, un nuovo sistema di misurazione della CO2 interna, nuovi sensori biomedici ed un nuovo pannello LCD.

Sergey Ryazanskiy fotografato dal collega Jack Fisher dall’interno della ISS.

Dopo essere usciti dal modulo Pirs (Molo) i cosmonauti hanno ritirato un vecchio pallet scientifico installato durante l’ultima EVA russa nel 2016 e, dopo averlo ripreso e fotografato lo hanno riposto all’interno dell’airlock.
L’attività è proseguita con il rilascio a mano dei cinque piccoli satelliti scientifici, uno per volta indirizzandoli verso il retro e leggermente sotto la ISS per evitare futuri incontri.
Il primo ad essere rilasciato è stato TOMSK-TPU-120, completamente stampato in 3D e con un payload radioamatoriale, seguito da due satelliti Tanyusha SWSU per il test di software per il volo in formazione e con un altro payload radioamatoriale.
È stata poi la volta di TNS-0 n.2 che testerà le tecnologie per i futuri satelliti TNS, ed infine TS-530 Zerkalo, una sfera per la misurazione della densità dell’alta atmosfera.

Fyodor Yurchikhin qualche giorno fa, con in mano la coppia di satelliti Tanyusha SWSU.

L’EVA è quindi proseguita con l’installazione di un esperimento per misurare contaminazioni e corrosioni provocate dai propulsori d’assetto del modulo Zvezda.
Dopo aver installato una decina di sensori di temperatura sul modulo Poisk, aver preso campioni ambientali da superfici ed oblò, aver controllato altri esperimenti esterni ed aver posizionato dei nuovi corrimano per facilitare lo spostamento tra i vari moduli, il controllo missione ha ordinato il rientro ed il termine dell’attività.

Statistiche, a cura di Paolo Baldo

Quella di ieri è stata una EVA piuttosto lunga da parte russa. Per trovarne una durata più a lungo bisogna tornare al 27 dicembre 2013 quando Kotov e lo stesso Ryazansky rimasero fuori per oltre 8 ore. In effetti Ryazansky si sta specializzando in EVA lunghe dal momento che la media delle sue quattro uscite è di 6,9 ore. Questo lo piazza al primo posto assoluto fra i russi, davanti alle 6,7 ore (ma in 3 EVA) di Alexander Misurkin.

Oltre ad essere lunga l’EVA è iniziata anche piuttosto tardi (alle 14:36 GMT) tanto che per trovarne in assoluto un’altra iniziata così avanti nella giornata bisogna tornare a quattro anni fa (quasi) esatti. Il 16 agosto 2013 il già citato Misurkin e lo stesso Yurchikhin iniziarono la loro uscita proprio alle 14:36. Ed anche la durata di quella EVA fu molto simile dal momento che durò appena 5 minuti in meno.

L’ora tarda di inizio e la lunga durata hanno fatto si che l’EVA di ieri si concludesse alle 22:10 GMT. Per trovarne una conclusasi ad un ora più tarda bisogna tornare al 28 febbraio 2011 quando gli americani Bowen e Drew terminarono la loro uscita alle 22:20.

Con questa EVA Yurchikhin si porta al quarto posto assoluto in fatto di durata complessiva (59,5 ore) scalzando dai piedi del podio l’americano Grunsfeld fermo a 58,5 ore sebbene con una EVA in meno rispetto al russo. Una classifica dove invece Yurchikhin risulta sul podio è quella relativa all’età più avanzata a cui si è effettuata una EVA. Con i suoi 58,62 anni il russo è secondo a pari merito (!!) con Jeffrey Williams e dietro al connazionale Vinogradov, primatista con i suoi 59,6 anni.

Questa verrà anche ricordata come l’EVA numero 200 del programma ISS e come l’EVA che ha messo fine alla più lunga pausa nell’utilizzo del modulo Pirs per uscire dalla Stazione. L’ultima EVA che ha utilizzato questo modulo, e quindi di fatto anche l’ultima da parte russa, risale infatti a ben 561 giorni prima (era il febbraio dello scorso anno) superando il precedente record costituito dai 550 giorni di pausa verificatisi fra l’agosto 2002 ed il febbraio 2004.

Questi 561 giorni consecutivi senza vedere alcun astronauta russo in EVA sono un gap quasi storico dal momento che per trovarne uno più lungo bisogna tornare ai 1.080 giorni che separarono l’EVA di Ryumin – Lyakhov, che nell’agosto 1979 fu l’ultima effettuata sulla Salyut 6, da quella di Lebedev che nel luglio 1982 inaugurò le EVA sulla Salyut 7.

Tornando a parlare esclusivamente del programma ISS, Ryazansky diventa l’astronauta con quattro EVA ad aver accumulato più tempo in queste attività. Con le sue 27,7 ore supera infatti il precedente primatista, l’americano Ronald Garan che nelle sue quattro uscite ha accumulato 27,1 ore.

Nella classifica assoluta del maggior tempo passato in EVA Yurchikhin con le sue già citate 59,5 ore scalza dal gradino più basso del podio l’americano Mastracchio fermo a quota 53,1. Diventa inoltre il primo astronauta ad aver effettuato EVA in cinque diverse Expedition (15, 24, 25, 36 e ora 52).

Il video integrale dell’EVA:

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.