La società privata, in corsa per il Google Lunar XPRIZE (GLXP), ha recentemente presentato un terzetto di missioni robotiche low-cost per l’esplorazione della Luna, con l’ambizione di stabilire un avamposto permanente entro il 2020 ed in futuro allargare il raggio d’azione a Marte e Venere.
Durante una conferenza stampa tenutasi a Washington lo scorso 12 luglio, Bob Richards co-fondatore e CEO di Moon Express, ha confermato che entro la fine dell’anno verrà lanciata la prima sonda MX-1E, il cui obbiettivo sarà l’atterraggio controllato sulla superficie lunare.
Richards ha assicurato che lo scopo della missione non sarà solo quello di vincere i 30 milioni di dollari messi in palio dalla fondazione XPRIZE, ma riaprire la frontiera americana nell’ottavo continente, conducendo prospezioni e campionamenti del suolo, stimolando la ricerca, l’esplorazione e lo sfruttamento commerciale.
Fondata nel 2010 presso l’Ames Research center della NASA in California, Moon Express già l’anno successivo testava un prototipo di lander lunare sviluppato in collaborazione con l’agenzia spaziale statunitense. Gli anni seguenti hanno visto aumentare il numero dei dipendenti, testare nuovo hardware e software, siglare i primi accordi commerciali ed essere una delle tre aziende private scelte dalla NASA per il programma CATALYST (Lunar Cargo Transportation and Landing by Soft Touchdown), per incoraggiare il settore privato ad investire in tecnologie robotiche di atterraggio lunare.
Nel 2015 la società si è spostata in Florida dove l’anno successivo ha preso possesso delle rampe 17 e 18 della Cape Canaveral Air Force Base e nel 2016 ha ricevuto dalla FAA (Federal Aviation Administration) la prima autorizzazione in assoluto concessa ad una compagnia privata per l’invio di payloads commerciali sulla superficie lunare.
MX-1E Scout Class Explorer
La prima missione, prevista entro la fine dell’anno verrà lanciata dalla Nuova Zelanda su vettore Electron di Rocket Lab. L’MX-1E è una sonda a stadio singolo spinta e frenata dal propulsore PECO a perossido di idrogeno, che Moon Express ha sviluppato e testato negli ultimi anni.
Con un peso totale di 250kg, la sonda sarà in grado di portare sulla Luna un carico di 30kg.
Per assicurarsi il premio del GLXP la sonda non solo dovrà atterrare ed inviare a Terra fotografie e video in alta definizione, ma anche compiere uno spostamento di almeno 500 metri dal punto di atterraggio, quindi decollando e riatterrando.
MX-2 Lunar Outpost
La seconda missione prevista impiegherà due sonde MX-1, unite in tandem per ottenere maggiore possibilità di carico.
Lo scopo della missione sarà quello di atterrare al polo sud lunare per la ricerca del ghiaccio d’acqua presente nei crateri perennemente in ombra.
Avere accesso al ghiaccio, in un ipotetico avamposto permanente, sarà un elemento importantissimo in quanto dall’acqua si possono produrre idrogeno ed ossigeno, utilizzabili sia come propellenti per razzi che per il supporto vitale degli equipaggi.
MX-5
La terza ed ultima missione prevista e già finanziata sarà una “soil sample return”, una sonda che ritornerà sulla Terra con campioni di suolo lunare.
La configurazione modulare vedrà cinque MX-1 uniti a formare un unico lander con la capacità di carico fino a 150 kg.
Lo scorso giugno invece Moon Express aveva firmato un accordo con l’International Lunar Observatory Association (ILOA) per inviare nel 2019 il primo International Lunar Observatory (ILO-1) al polo sud lunare.
ILO-1 verrà posizionato su uno dei rilievi del polo sud in cui il sole non tramonta mai e verrà utilizzato per lo studio della nostra galassia ed altre osservazioni astrofisiche.
Il sito di atterraggio primario è la Malapert Mountain, un picco di 5000 metri sul bordo sud occidentale dell’omonimo cratere.
Fonte e foto credits, Moon Express