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Mentre Ariane 5 fa 80 di fila, Arianespace guarda al futuro

Nella notte italiana un Ariane 5 di Arianespace ha inanellato il successo consecutivo numero 80 portando in orbita di trasferimento geostazionario (GTO) i satelliti per telecomunicazioni Europasat/Hellas-Sat 3 e GSAT 17. Il vettore pesante europeo ha un backlog di già 18 lanci acquistati, che permetteranno la transizione con la sesta generazione.

L’Ariane 5 è decollato per la missione VA238 dal Guyana Space Center di Kourou, in Guyana francese, alle 23:15 italiane del 28 giugno, 16 minuti dopo l’apertura della finestra di lancio di un’ora e 17 minuti. Come previsto, Europasat/Hellas-Sat 3 è stato rilasciato 28 minuti dopo il lift-off, mentre il GSAT 17 tredici minuti più tardi.

La missione VA238 ha segnato il quarto lancio dell’anno per l’Ariane 5, atteso nel 2017 ad un totale di sette decolli. Inoltre il volo è stato il terzo per il vettore pesante europeo nel giro di otto settimane.

Da un punto di vista statistico il lancio di Europasat/Hellas-Sat 3 e GSAT 17 ha segnato il successo complessivo numero 90 per il vettore, di cui ben 80 consecutivi dal 2002. In totale l’Ariane 5 ha effettuato 94 decolli dell’ingresso in servizio nel 1996.

Due satelliti per tre operatori

Complessivamente il volo VA238 ha trasportato in orbita GTO 10,1 tonnellate di carico, di cui 5,7 appartenenti al satellite congiunto “condosat” Europasat/Hellas-Sat 3.

Costruito da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales, al 67%, e Leonardo, al 33%) sulla piattaforma Spacebus 4000 C4, i due carichi paganti a bordo del satelliti appartengono a Inmarsat e a Hellas Sat, provider greco controllato dalla saudita ArabSat.

L’Europasat/Hellas-Sat 3 mentre viene preparato alla spedizione; Credits: Thales Alenia Space

La sezione di Inmarsat fornirà servizi di comunicazione a banda-S per supportare il network di aviazione europeo (European Aviation Network, EAN), composto da un sistema integrato per la banda larga a elevata capacità per i passeggeri dei voli europei.

IAG sarà il cliente di lancio dei servizi del’EAN, con il 90% della flotta a corto raggio delle compagnie del gruppo anglo-spagnolo (Iberia, British Airways, Vueling e Aer Lingus) che dal 2019 sarà in grado di offrire ai propri passeggeri servizi internet ad alta velocità in volo.

Il payload Hellas-Sat 3, invece, fornirà servizi di broadcasting televisivo e di telecomunicazione in Europa, nel Medio Oriente e sud Africa.

Il secondo satellite trasportato in orbita è invece il GSAT 17, che con  3,5 tonnellate è lo spacecraft più pesante mai sviluppato dall’agenzia spaziale indiana ISRO. I GSAT 17, in particolare, avrà il compiuto di fornire servizi di comunicazioni, di data relay, e di supporto alla ricerca e soccorso.

Il fairing stile Ariane 6

Nel corso della missione VA238, l’Ariane 5 ha testato anche alcune tecnologie che saranno implementate sul suo successore, l’Ariane 6.

In particolare il 28 giugno ha volato un fairing, l’ogiva superiore che protegge i due satelliti, costruito con lo stesso sistema che sarà poi utilizzato sulla sesta generazione.

Tecnici lavorano sul fairing dell’Ariane 5, la copertura superiore del razzo che protegge il carico; Credits: ESA

La responsabilità del fairing degli Ariane è della svizzera RUAG (che in realtà li fa un po’ per tutti, dal Delta IV all’Atlas V) che negli ultimi anni ha lavorato ad un procedimento per costruire l’ogiva in fibra di carbonio e ottimizzare componenti e costi, stimati del 40% più bassi rispetto ai metodi tradizionali.

Secondo Arianespace, il nuovo fairing di RUAG sarà uno dei tanti tasselli che consentirà all’Ariane 6 di abbattere di quasi la metà i costi di lancio rispetto all’attuale generazione e rimanere competitivo sul mercato.

RUAG ha anche compiuto diversi studi per capire se e come recuperare il fairing (come ha tentato di recente SpaceX), così da abbattere ancora di più i costi. Secondo l’azienda si tratta di una strada tecnicamente fattibile, ma che ancora deve dimostrare se economicamente valida.

Il punto di Arianespace

Nel corso del Paris Air Show 2017 che si è chiuso a Le Bourget la scorsa settimana, i vertici di Arianespace hanno fatto il punto con i giornalisti sui primi sei mesi dell’azienda, che da un lato hanno visto lo stop alle operazioni a causa dello sciopero al Guyana Space Center di Kourou, e dall’altro il cambio di immagine seguito al mutamento di nome del socio di maggioranza Airbus Safran Launchers, che dal primo luglio diverrà ufficialmente ArianeGroup.

In particolare, nel corso dell’incontro con la stampa, il numero uno di Arianespace Stéphane Israël ha detto che l’azienda ha un «portafoglio ordini da record», che comprende 53 lanci equivalenti a 4,8 miliardi di euro. «Il 2017 è stato un anno eccezionale», ha aggiunto Israël, che ha spiegato anche che la possibilità o meno di svolgere le 12 missione annue previste dipende anche «dalla disponibilità dei satelliti» e non solo di Arianespace.

La futura flotta di Arianespace esposta al PAS2017: dall’Ariane 6, a sx, fino al nuovo VEGA C, a dx; Credits FON

Del backlog, diciotto lanci sono con Ariane 5, venticinque con il vettore di classe media Soyuz (di cui il grosso con OneWeb) e dieci con il VEGA. Di quest’ultimo otto sono con la variante standard e due, annunciati proprio a Le Bourget, con la futura evoluzione VEGA-C, che volerà nel 2019 per la prima volta.

Del portafoglio ordini, il 70% sono missioni commerciali, con il restante istituzionali. Una percentuale che secondo Israel non ha pari negli altri operatori mondiali, molto più sbilanciati verso i lanci governativi.

Nel corso della conferenza stampa Arianespace ha parlato anche dell’Ariane 6, per cui è stato confermato anche il primo volo nel 2020 (nei giorni scorsi è circolata la data del 16 luglio 2020). La sesta generazione del vettore pesante sarà, come noto, composta da due versioni: l’Ariane 62 (con due booster) e il 64 (con quattro booster).

La variante 62 sarà specifica per clienti istituzionali ed è progettata per trasportare in orbita GTO un satellite fino a 4,5 tonnellate, capacità che sale a 7 tonnellate in caso di orbite eliosincrone. Il vettore sarà, secondo Arianespace, particolarmente adatto per le costellazioni di piccoli satelliti in orbite basse e in generale per le missioni multiple europee, come Galileo.

Innalzata fino a 12 tonnellate in GTO, invece, la capacità del 64, che come l’attuale generazione porterà in orbita due satelliti commerciali geostazionari per volta.

«Si tratta di differenti soluzioni per un mercato che diventerà sempre più dinamico», ha spiegato Israël, che ha auspicato anche che le istituzioni europee e gli stati membri dell’ESA si impegnino ad acquistare almeno sette missioni annue ad Arianespace (cinque Ariane e due VEGA) per «garantire l’accesso indipendente dell’Europa allo Spazio».

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