Un’ulteriore contaminazione scoperta nei serbatoi del propellente del MLM Nauka potrebbe portare ad un ennesimo ritardo nel lancio di questo nuovo elemento russo della Stazione Spaziale Internazionale.
Come siamo arrivati fin qui?
Nel novembre 1998 prese il via la prima di una lunga serie di missioni per la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale, quando la Russia lanciò il modulo Zarja (Заря – Alba) dal cosmodromo di Bajkonur in Kazakistan. Si trattava della vera e propria pietra angolare dell’avamposto orbitale, il modulo che, unito pochi mesi dopo al corrispettivo americano Unity, avrebbe costituito il cuore della ISS.
La necessità che questa primissima fase fosse coronata dal successo era tale che i russi decisero di costruire due esemplari di Zarja, con il secondo completato per il 70% ma pronto ad essere velocemente integrato e lanciato in caso di fallimento del primo. Come sappiamo il lanciatore Proton fece il suo dovere e il modulo raggiunse senza particolari problemi l’orbita prevista, mentre il suo “backup” venne lasciato in magazzino per circa sei anni. Nel 2004 le autorità spaziali russe, desiderose di espandere le proprie attività sulla ISS con l’aggiunta di nuovi moduli scientifici, decisero che il modo più efficiente di raggiungere l’obiettivo fosse di trasformare lo spare di Zarja in un laboratorio, battezzato MLM (l’acronimo per Многофункциональный лабораторный модуль – Modulo Laboratorio Polivalente).
I ritardi del progetto
I lavori di allestimento di Nauka si sarebbero dovuti completare in tempo per un lancio nel 2007, ma una serie di ritardi legati principalmente alle ristrettezze del budget a disposizione portarono il progetto ad affrontare la sua fase di test solo nel 2013. Purtroppo durante la campagna prove, condotta dalla RKK Energia, emersero problemi gravi al sottosistema propulsivo di bordo consistenti in perdite ad una valvola ed alla presenza di contaminanti nelle tubazioni del propellente. La sostituzione della valvola e la pulizia dei condotti avrebbe richiesto dai 12 ai 18 mesi, ma nuovi ritardi sofferti dalle riparazioni, dovuti ad ulteriori pesanti tagli di bilancio del governo federale nei confronti di Roscosmos, portarono addirittura nel 2014 a superare la scadenza del periodo di funzionamento garantito dei motori di manovra, che a quel punto dovettero essere sostituiti completamente.
Il noto giornalista aerospaziale russo-americano Anatoly Zak ha recentemente riferito di come proprio negli ultimi mesi, quando i lunghissimi lavori di riparazione a MLM sembravano essere giunti in dirittura d’arrivo, i tecnici di RKK Energia abbiano trovato tracce dello stesso contaminante osservato nelle tubazioni del propellente anche all’interno dei serbatoi. Si tratta di un problema particolarmente difficile da risolvere, considerato che dopo tanti anni la capacità di reperire o costruire ricambi specifici è praticamente inesistente, complice anche il ricambio generazionale dei tecnici originariamente coinvolti nella costruzione del modulo.
La possibile soluzione
Una possibile via d’uscita potrebbe essere offerta da una caratteristica del design originale di MLM: il sistema dei serbatoi era composto da due tipi taniche diversi tra loro, il primo di dimensioni maggiori del secondo. Il redesign a suo tempo richiesto per far posto al braccio robotico europeo ERA aveva portato alla rimozione delle taniche più piccole, che ora potrebbero diventare una vera e propria ancora di salvezza. Integrati nuovamente a Nauka, infatti, tali serbatoi consentirebbero di liberarsi almeno parzialmente di quelli contaminati. La quantità di propellente imbarcabile in quattro dei serbatoi di dimensioni ridotte, insieme a due dei serbatoi originali (che andranno comunque puliti), dovrebbe essere sufficiente per consentire ad MLM di completare la manovra automatica di agganciamento alla ISS dopo il lancio.
Il cronico ritardo di MLM farebbe scivolare anche l’ultima data di lancio ad un futuro ancora da determinare, andando purtroppo ad avvicinarsi sempre più alla fine della vita utile del programma ISS prevista nel periodo 2024-2028. Inoltre l’assenza di Nauka dal complesso della Stazione ha conseguenze dirette sul lancio del nuovo modulo di attracco Prichal (Причал), visto che 4 delle sue 5 porte di aggancio diventerebbero praticamente inutilizzabili se fosse ancorato direttamente alla ISS invece che all’estremità di Nadir di MLM, come previsto.
Al momento rimaniamo in attesa delle decisioni degli ingegneri russi e di Roscosmos, anche se appare quanto meno improbabile che dopo tutto il denaro e gli sforzi investiti nell’approntamento di Nauka l’agenzia spaziale russa decida di arrendersi e abbandonare l’idea di spedire nello spazio questo travagliato modulo.