I continui ritardi nel calendario dei lanci di SpaceX hanno portato Spaceflight, un’azienda che si occupa di gestire carichi secondari su lanci orbitali, a cercare delle alternative per il lancio di dozzine di satelliti originariamente pianificati sul Falcon 9.
E’ lo stesso presidente dell’azienda di Seattle, Curt Blake, a darne notizia in un messaggio del 2 marzo. L’azienda aveva in programma il lancio di diversi carichi secondari da collare tramite l’adattatore di carico Sherpa, sviluppato internamente, sulla missione FormoSat-5 assegnata a un Falcon 9 dell’azienda californiana. Proprio i “significativi” ritardi, così definiti da Blake, di questa missione in partenza dalla Vandenberg Air Force Base hanno spinto la compagnia a cercare alternative per il lancio di un totale di quasi 90 satelliti, tutti programmati per il lancio con Sherpa in varie missioni del medesimo vettore.
“Abbiamo appreso che il nostro lancio potrebbe avvenire molto più tardi di quanto ci aspettassimo,” ha scritto Blake, senza specificare però una data di lancio. “Anche se i ritardi sono inevitabili nei lanci commerciali, abbiamo preso la decisione di ridefinire il calendario di tutti i nostri clienti in programma sulla missione FormoSat-5.”
Il programma originale prevedeva il lancio della missione FormoSat-5 e del carico secondario rappresentato da Sherpa tramite un vettore Falcon 9 nel corso dello scorso anno. Il lancio è stato sospeso a causa del noto incidente occorso il 1 settembre a un esemplare dello stesso vettore durante un carico dei propellenti di prova presso il monte di lancio della SpaceX a Cape Canaveral. L’incidente ha bloccato a terra tutti i vettori di questa famiglia per ben 4 mesi e mezzo.
Inizialmente Spaceflight era rimasta possibilista e, basandosi anche sulle dichiarazioni ottimistiche di Elon Musk su un pronto ritorno ai lanci, in un’intervista rilasciata nell’ottobre 2016 Blake aveva affermato di attendere il ritorno al volo del Falcon 9 prima di definire una nuova data di lancio per il carico ma che si aspettava di poter portare a termine la missione nei primi mesi del 2017. L’azienda aveva comunque avvisato i propri clienti di non spedire i satelliti per l’integrazione su Sherpa finché SpaceX non avesse fornito una data di lancio confermata.
Al momento attuale ci sono diverse missioni per il vettore Falcon 9 in partenza dalla California che come per la missione FormoSat-5 non hanno ancora una data di lancio. Le informazioni rilasciate dall’azienda di Musk non sono molte e le uniche dichiarazioni ufficiali sono quelle della presidente Gwynne Shotwell durante una conferenza stampa al Kennedy Space Center di NASA. Secondo queste dichiarazioni la compagnia ha ritardato di circa 2 mesi il prossimo volo in partenza da Vandenberg, dedicato a un satellite della costellazione Iridium, portandolo a metà giugno adducendo come causa la necessità di “gestire la coda con i clienti che erano già in attesa di un volo da settembre quando siamo rimasti a terra.”
Nulla è stato comunque detto relativamente alle tempistiche degli altri voli dalla base californiana e questo ha portato Blake ad affermare che, assodata questa estensione e incertezza del ritardo, la compagnia ha deciso di cercare altre soluzioni per i satelliti che dovevano volare a bordo di Sherpa. “Questo comporto un enorme sforzo, ma nell’arco di 2 settimane il team è riuscito ad avere tutti i clienti che volevano essere riprogrammati, confermati su altri lanci!”, ha scritto.
Nello stesso giorno la portavoce di Spaceflight Jodi Sorensen ha dichiarato che la maggior parte dei satelliti che avrebbero dovuto volare su Sherpa, saranno riprogrammati su 2 lanci. Uno è sempre un volo Falcon 9 ma interamente riservato alla compagnia, denominato SSO-A e programmato per il lancio da Vandenberg alla fine dell’anno. L’altro è un non-specificato “lancio internazionale” programmato per l’estate di quest’anno o al massimo autunno.
Spaceflight è specializzata nella gestione dei servizi di lancio di piccoli satelliti come carichi secondari in vari vettori. Un esempio sono i 9 cubesat messi in orbita lo scorso 14 febbraio sfruttando la missione record del vettore Indian Polar Satellite Launch Vehicle (PSLV).
Proprio a proposito di questa missione e dell’uso di un vettore non statunitense, il presidente Blake è intervenuto scrivendo sul SatMagazine per controbattere alle critiche di alcune aziende statunitensi produttrici di lanciatori per piccoli carichi. In particolare ha voluto puntualizzare che la scelta non stata dettata esclusivamente da motivi economici poiché “contrariamente alle credenze diffuse, i lanci stranieri non sono meno cari di quelli interni” in parte a causa dei costi di regolamentazione. Non si è fermato a questo e ha voluto anche esternare alcune considerazioni rivolte direttamente al presidente Trump suggerendo di evitare qualsiasi cambiamento nella regolamentazione dei lanci che sia volto a rendere più difficoltoso l’uso di vettori non prodotti o gestiti da aziende statunitensi proprio mentre questo tipo mercato è in crescita. “Chiediamo all’amministrazione attuale di permettere questi eventuali lanci internazionali che sono cruciali per l’industria dei piccoli satelliti e di supportare gli sforzi e le politiche che espando – non restringono – l’accesso allo spazio,” ha scritto.
Per fugare qualsiasi dubbio sui motivi del cambiamento di calendario, la portavoce Sorensen ha dichiarato relativamente all’adattatore Sherpa: “E’ completamente pronto al volo, quindi se potremmo farlo, lo useremo senza dubbio,” ha detto, aggiungendo che potrebbe essere utilizzato sia sulla missione SSO-A che su un altro lancio con un altro gruppo di clienti e carichi.