Aggiornamenti dal sistema solare: gennaio 2017
Dopo le buone notizie sul finanziamento della missione ESA/Roscosmos ExoMars 2020, anche la Cina si unisce al nutrito gruppo di missioni pianificate per quell’anno, insieme al rover della NASA e a diversi orbiter. Sempre parlando di missioni future, buone notizie anche per il James Webb Space Telescope che, nonostante qualche problema durante i test, pare non abbia subito nessun danno. Sono state inoltre selezionate due nuove missioni del programma Discovery di NASA, Lucy e Psyche, che visiteranno diversi asteroidi della fascia principale e i troiani di Giove negli anni ’20 e ’30.
Tornando al presente sono sotto i riflettori principalmente le missioni sui giganti gassosi, Cassini e Juno, entrambe in dirittura d’arrivo nel 2017. Dati a valanga come al solito provenienti da Marte e qualche sorpresa dal sistema solare interno grazie alla missione giapponese Akatsuki.
Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.
In preparazione per il lancio
Mentre il 2018 si prospetta ricco di lanci, l’unica missione attualmente programmata per il 2017 è la cinese Chang’e 5, che raccoglierà dei campioni di roccia lunare per riportarli a Terra. Nessuna data ufficiale è ancora stata annunciata dalle autorità cinesi.
Sulla Luna
Proseguono senza particolari aggiornamenti le due missioni lunari della NASA: Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) e le due sonde ARTEMIS, che da diversi anni studiano silenziosamente il campo magnetico nei pressi del nostro satellite.
Sulla superficie, non si sa molto riguardo allo stato del rover cinese Yutu, ormai bloccato da tempo, ma si hanno conferme del fatto che il lander Chand’e 3 si è risvegliato per la 38esima volta dopo la notte lunare lo scorso 9 dicembre. Tornando in orbita, invece, non si hanno notizie di Chang’e 5-T1, missione preparatoria a quella del 2017.
Nei dintorni dell’orbita della Terra
La sonda della NASA OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security-Regolith Explorer) è diretta verso l’asteroide Bennu per riportarne a Terra un campione e lo scorso 28 dicembre ha effettuato con successo la prima piccola manovra di aggiustamento orbitale. Grazie alla posizione favorevole il prossimo febbraio utilizzerà le fotocamere a bordo per cercare eventuali asteroidi troiani della Terra. Gli asteroidi di tipo “troiano” condividono l’orbita di un corpo celeste nei pressi dei punti lagrangiani L4 e L5. Adesso mancano 247 giorni al flyby con assist gravitazionale della Terra, mentre la sonda raggiungerà Bennu nel 2018.
La missione di osservazione solare della NASA STEREO prevede due sonde, Stereo A e Stereo B, che condividono l’orbita terrestre. Stereo A continua a raccogliere dati, mentre i contatti con Stereo B non si sono ancora pienamente ristabiliti. In occasione del decimo anniversario della missione, la NASA ha messo su una bellissima pagina web con i principali risultati ottenuti dalle due sonde.
Anche Kepler, sempre di NASA, è in orbita eliocentrica nei pressi dell’orbita terrestre, nella sua missione K2 di scoperta dei pianeti extrasolari. Il conteggio di esopianeti scoperti durante la missione K2 è a 520 pianeti candidati e 183 confermati. Durante la missione principale Kepler ha invece contribuito con 4696 nuovi esopianeti candidati e 2331 confermati, di cui 21 nella zona abitabile del sistema e di dimensioni comparabili a quelle della Terra.
Sono invece in orbita intorno al punto lagrangiano L1 Terra-Sole le missioni di osservazione solare WIND (NASA), ACE (NASA) e SoHO (NASA/ESA), la missione di studio del clima terrestre DSCOVR (NASA/NOAA) e il dimostratore tecnologico LISA Pathfinder (ESA).
GAIA invece, sempre di ESA, si occupa di mappare la galassia e quelle limitrofe ed è in orbita intorno al punto lagrangiano L2 Terra-Sole. La prima mappa, contenente la posizione precisa di più di un miliardo di stelle, è stata rilasciata il 13 settembre scorso.
Hayabusa 2, dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA), è in viaggio verso l’asteroide Ryugu per riportarne a terra un campione. L’arrivo su Ryugu è previsto per il luglio del 2018, mentre il campione dovrebbe tornare a Terra nel dicembre del 2020.
Come per le altre missioni cinesi la cui fase principale è terminata da tempo, non si hanno notizie di Chang’e 2, che dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, è attualmente in orbita eliocentrica.
Nel sistema solare interno
La sonda giapponese Akatsuki continua la sua missione scientifica in orbita intorno a Venere, intorno a cui orbita ormai da più di un anno. Un recente articolo scientifico pubblicato su Nature Geoscience ha messo in evidenza una spettacolare osservazione di un’enorme onda di gravità nell’atmosfera venusiana. Il fenomeno era stato osservato in passato anche da Venus Express dell’ESA.
Esplorando Marte
La sonda Trace Gas Orbiter, della missione ESA/Roscosmos Exomars 2016, è in orbita marziana dallo scorso ottobre e, dopo aver testato gli strumenti scientifici passerà i prossimi mesi ad aggiustare la propria orbita. Al momento TGO è in un’orbita fortemente ellittica della durata di poco più di 4 giorni che la porta fino a 98.000 km di distanza dal pianeta rosso. A breve, il 19 gennaio, TGO utilizzerà i propri motori di manovra per cambiare l’inclinazione a 74º. Altre due accensioni sono previste per il 3 e il 9 febbraio e porteranno l’orbita della sonda europea a ridurre il periodo a circa 24 ore. La campagna di aerobraking, durante la quale TGO utilizzerà l’attrito dell’atmosfera marziana per circolarizzare la propria orbita ad una quota di circa 400 km, comincerà il 15 marzo e durerà circa un anno.
Con l’arrivo di TGO salgono a sei gli orbiter in orbita intorno al pianeta rosso: Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), Mars Express (ESA), Mars Odyssey (NASA), MAVEN (NASA) e Mars Orbiter Mission (ISRO). La più anziana delle sei è Mars Odyssey, in orbita dal 2001; dopo quasi 16 anni di lavoro comincia a sentire un po’ gli anni e, per esempio, lo scorso 26 dicembre la sonda è entrata in safe mode, anche se i tecnici della NASA sono riusciti a ristabilire i contatti dopo qualche giorno. MRO, invece, ha rilasciato pochi giorni fa una fantastica ripresa della Terra e la Luna da Marte durante una sessione di calibrazione dello strumento HiRISE.
Sulla superficie di Marte siamo arrivati al sol 1582 per Curiosity/Mars Science Laboratory (MSL). Il rover sta continuando la salita verso la vetta del Monte Sharp ed ha da poco superato il traguardo dei 15 km percorsi. In questi giorni sta studiando diverse formazioni rocciose per poi ripartire prontamente verso sud.
È invece il sol numero 4616 per l’altro rover marziano della NASA, Opportunity. Il Mars Exploration Rover (MER) superstite continua a dirigersi verso sud sul bordo del cratere Endeavour. Il prossimo obiettivo a breve termine è la valle denominata Willamette.
Sulla fascia degli asteroidi
La sonda americana Dawn ha concluso l’ennesimo trasferimento di orbita ed ha da poco cominciato la sua sesta fase di studio del pianeta nano Cerere. L’orbita attuale varia da una quota di 7520 km ad una di 9350 km. Grazie alla lunga durata della missione sarà possibile osservare in maniera più dettagliata anche le zone polari dell’emisfero sud. Per gran parte della missione, infatti, è stato autunno e inverno in quelle zone e quindi con un’illuminazione non ottimale. La primavera è iniziata da poco nell’emisfero sud e si prospettano nuove opportunità fotografiche e di studio.
Sui giganti gassosi
La sonda della NASA Juno si sta preparando al suo quarto flyby di Giove (PJ4) nella sua orbita fortemente ellittica, che avverrà il prossimo 2 febbraio. Nel frattempo i tecnici della NASA lavorano per risolvere il problema che lo scorso ottobre aveva fatto rimandare l’ultima manovra orbitale che avrebbe dovuto portare la sonda su un’orbita un po’ meno ellittica della durata di 14 giorni anziché 53. Nel frattempo dal 19 gennaio sarà possibile per il pubblico votare le aree da fotografare per la fotocamera Junocam durante PJ4.
La sonda NASA/ESA/ASI Cassini, in orbita intorno a Saturno, ha cominciato il gran finale di missione. Il 29 novembre scorso, infatti, grazie al flyby T-125 di Titano, Cassini si è spostata sulla nuova orbita, detta “F-ring”, che la porterà ripetutamente a meno di 10000 km di distanza dal sottile anello F. La sonda sta per completare l’orbita Rev-257, una delle 20 orbite della fase F-ring. Questa fase terminerà ad aprile, quando la sonda si avvicinerà ancora di più all’atmosfera di Saturno.
Nel sistema solare esterno
La sonda americana New Horizons è in viaggio verso 2014 MU69, che raggiungerà tra 714 giorni. A gennaio compirà delle osservazioni a lunga distanza di oggetti della fascia di Kuiper, tra cui Pholus, Huya, 2002 KX14, Haumea, e Makemake. A marzo la sonda andrà in ibernazione fino a settembre, prima di cominciare una nuova sessione di osservazione.
Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, lanciate nel 1977, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 si trova attualmente a circa 138 UA dalla Terra (19 ore e 8 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 114 UA dalla Terra (15 ore e 48 minuti-luce).
Sommario missioni
Missioni in fase di preparazione per il lancio: 1
Missioni operative nella fase principale o estesa: 27
Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 3
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