Una delle notizie più attese dalla Ministeriale di Losanna era legata al destino di ExoMars 2020, la seconda componente del programma ExoMars destinata ad inviare su Marte il primo rover dell’Agenzia Spaziale Europea.
Nonostante l’insuccesso del lander/dimostratore Schiaparelli avesse fatto temere il per le sue sorti, gli stati membri di ESA hanno trovato un accordo e finanziato la missione con un’iniezione di altri 400 milioni di euro.
Negli scorsi giorni ESA and Thales Alenia Space hanno siglato un contratto che assicura il completamento degli ultimi elementi mancanti alla missione.
Il contratto darà il via libera alla costruzione del rover e del modulo di servizio di crociera. ESA conferirà inoltre alcune importanti componenti del modulo di discesa quali il paracadute, il radar, il sistema di misura inerziale, parti della radio UHF, il computer di bordo ed il relativo software.
Gli strumenti scientifici del rover e della piattaforma di superficie sono finanziati dalle singole agenzie spaziali degli stati membri di ESA, da Roscosmos e dalla NASA, che hanno raccolto l’appello alla comunità scientifica a suo tempo diramato dall’agenzia spaziale del vecchio continente.
ExoMars è un programma estremamente ambizioso, che vuol dare risposta ad una delle più intriganti domande ancora aperte nel mondo scientifico: esiste, o è esistita, vita su Marte?
L’orbiter ExoMars TGO è una missione progettata per studiare accuratamente le tracce di metano ed altri gas nell’atmosfera marziana, che potrebbero essere prova dell’esistenza di vita biologica oppure di una peculiare attività geologica. L’orbiter fungerà inoltre da ripetitore per i segnali radio di altre missioni sulla superficie, come previsto anche per il rover ESA in arrivo nel 2020.
ExoMars 2020 non solo porterà un robot semovente sul pianeta rosso, ma il suo modulo di discesa, uno degli elementi forniti dalla Russia, sarà corredato da una piattaforma scientifica per lo studio dell’atmosfera e del territorio nelle immediate vicinanze del punto di atterraggio. Il rover, dal canto suo, sarà equipaggiato dal primo trapano in grado di penetrare per due metri nel suolo marziano.
I modelli strutturali del modulo di discesa e del rover dovrebbero venire consegnati rispettivamente a gennaio e febbraio 2017, insieme ai modelli strutturali e termici di vari elementi del modulo di discesa stesso.
Il sito di atterraggio della missione è ancora in fase di valutazione, anche se la zona di Oxia Planum sembra essere il candidato più probabile. Oxia Planum mostra infatti le caratteristiche di un ambiente che si è trovato a lungo a contatto con acqua liquida, e potrebbe aver conservato tracce di antiche forme di vita. ESA e Roscosmos dovrebbero confermare la scelta del luogo di atterraggio sei mesi prima del lancio.
Inizialmente chiamata ExoMars 2018, una serie di difficoltà tecniche avevano indotto la partnership Russo/europea a ritardare di due anni la partenza della missione del rover con una decisione assunta di comune accordo lo scorso maggio. Nel frattempo ExoMars 2016, composta dall’orbiter TGO e dal lander/dimostratore Schiaparelli ha raggiungeva Marte lo scorso ottobre.
Qui è disponibile il comunicato stampa (in inglese) pubblicato da Thales Alenia Space in occasione della firma del contratto.