A partire da oggi 15 dicembre 2016 è cominciata la vita operativa di Galileo, il nuovo Sistema di Posizionamento Globale Europeo per usi civili e commerciali.
A comunicare l’inizio dell’entrata in servizio di Galileo è stata la Commissione Europea, organo esecutivo dell’Unione Europea e responsabile per il programma del Sistema di Posizionamento Globale Europeo, la cui gestione tecnica e operativa è sotto il controllo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Galileo è stato sviluppato interamente in Europa per usi civili e si affianca ai sistemi GPS e Glonass, sistemi di posizionamento globale sviluppati rispettivamente negli Stati Uniti d’America e in Russia, fornendo un segnale di posizionamento con un errore inferiore al metro di raggio.
La costellazione di satelliti di Galileo a regime sarà composta da 30 satelliti in orbita, 24 operativi e 6 di riserva, posizionati in Media Orbita Terrestre (Medium Earth Orbit – MEO) con una traiettoria circolare a 23.222 km di altitudine dalla superficie terrestre.
Le orbite dei satelliti giacciono su tre piani differenti inclinati di 56° rispetto al piano dell’equatore terrestre, in modo da potere garantire una buona copertura del segnale di posizionamento fino alla latitudine di 75° Nord, che corrisponde con Capo Nord in Norvegia, territorio Europeo più vicino al Polo Nord, e anche a latitudini maggiori.
Con il lancio effettuato lo scorso 17 novembre 2016, il numero dei satelliti della costellazione Galileo attualmente in orbita è salito a 18 e l’ESA prevede di completare la messa in orbita dell’intero sistema di 30 satelliti entro il 2020.
Ciascun satellite della costellazione di Galileo ha una massa di circa 700 kg, è alimentato da pannelli solari ed è dotato di una robusta schermatura dalle radiazioni a cui sono esposti in MEO, che ne dovrebbe garantire una vita operativa, per fornire i servizi di navigazione e di sincronizzazione, di circa 12 anni.
L’elevato numero di satelliti di Galileo, insieme alla robusta progettazione e alla presenza di più satelliti di riserva su ciascun piano orbitale, faranno sì che l’avaria di un singolo satellite in orbita non comporterà alcuna perdita di servizio per gli utenti finali.
Due Centri di Controllo per il Sistema Galileo (Ground Control Centers – GCCs) sono stati creati sul territorio Europeo, nel Fucino in provincia dell’Aquila in Italia e a Oberpfaffenhofen nelle vicinanze di Monaco in Germania, per effettuare le operazioni di controllo dei satelliti e di gestione del sistema di navigazione.
I dati forniti dalla rete di Stazioni di Rilevamento del Segnale di Galileo (Galileo Sensor Stations – GSSs) vengono inviati ai Centri di Controllo di Galileo attraverso una rete di comunicazione ridondante per verificare l’integrità delle informazioni fornite dai satelliti e sincronizzare il segnale degli orologi di tutti i satelliti con gli orologi delle stazioni di terra.
Galileo fornisce inoltre una funzionalità globale di Ricerca e Soccorso (Search and Rescue – SAR), basata sul sistema COSPAS-SARSAT, in quanto ciascun satellite è dotato di un trasponder in grado di captare un segnale di emergenza inviato da un veicolo (terrestre, aereo o navale) dotato di questo sistema e di ritrasmetterlo alle più vicine stazioni di soccorso per avviare le operazioni di salvataggio.
I satelliti Galileo sono inoltre in grado, unici rispetto a tutti gli altri sistemi di geolocalizzazione e di sicurezza, di ritrasmettere al veicolo che ha inviato la richiesta di emergenza l’informazione che il segnale è stato captato e che i soccorsi sono in arrivo.
La dichiarazione di entrata in servizio del Sistema di Posizionamento Globale Europeo significa che i satelliti Galileo e le infrastrutture a terra sono ora operativamente pronti, ma, per quanto il segnale fornito sia estremamente preciso, non è attualmente disponibile per tutto il tempo dato il non completo dispiegamento dei satelliti della costellazione.
Pertanto durante la fase iniziale e fino a quando non verranno inviati in orbita anche i rimanenti satelliti, i segnali di Galileo saranno utilizzati in combinazione con altri sistemi di navigazione satellitare, come il GPS.
Per quanto riguarda gli utenti comuni, molti smartphone e tablet già in commercio sono dotati di chip di localizzazione in grado di ricevere il segnale di Galileo, per quanto sarà probabilmente necessario un aggiornamento del firmware perché ne possano effettivamente utilizzare la maggiore precisione rispetto al sistema GPS.