Il 7 dicembre scorso la Camera dei Rappresentanti USA ha approvato all’unanimità la legge TREAT, che conferisce a NASA l’autorità necessaria per monitorare, diagnosticare e curare gli ex astronauti per problematiche mediche o psicologiche che l’Agenzia ritenga collegate (o potenzialmente collegate) al volo spaziale.
La legge consente anche a NASA di ampliare il proprio database medico sia in termini di persone scrutinate che in qualità e quantità dei dati raccolti.
Lo scopo del provvedimento è duplice: da un lato si vuole tutelare la salute degli astronauti (di ieri, di oggi e di domani) anche nei confronti di quelle patologie che possono manifestarsi ad anni di distanza dall’accesso allo spazio, e per motivi ancora ignoti alla scienza medica attuale.
Dall’altro, il database medico costituirà un importante elemento su cui basare l’approccio alle future missioni marziane. NASA dovrà indicare i principi di tutela della privacy che adotterà nella gestione di questi dati, specie qualora essi dovessero essere condivisi al di fuori del governo federale.
La legge è stata approvata speditamente sia dalla Camera che dal Senato USA, con una rara collaborazione fra i due principali partiti che ha portato ad un testo condiviso, ancorchè frutto di qualche compromesso.