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NASA vorrebbe delle alternative ad Orion

Orion in orbita lunare. Credit NASA

Un articolo firmato da Eric Berger pubblicato lo scorso 10 novembre sul sito ArsTechnica, che rivela alcune oscure mosse della NASA in relazione alla nuova capsula Orion, sta facendo discutere gli addetti ai lavori e gli appassionati di astronautica di tutto il mondo.
Berger ha portato alla luce una “Request for Information” (RFI) dello scorso settembre, rilasciata dallo Human Spaceflight Operations Office della NASA di Washington DC e rivolta all’industria aerospaziale, in cui si chiede di presentare delle alternative sia economiche che strutturali alla capsula Orion, per le missioni successive alla Exploration Mission-2, per ora prevista dopo il 2021.
“Questa RFI ha lo scopo di esaminare le proposte del mercato, come primo passo per perseguire tutte le strategie disponibili, incluso l’esercizio delle opzioni esistenti.
(…) Se gli interessati volessero fornire una più ampia analisi di quanto richiesto da questa RFI, anche oltre l’oggetto tecnico della capsula Orion, dovranno inviare le differenti risposte separatamente.”

Tecnici di Lockheed Martin al lavoro all’interno della capsula Orion prima della missione EFT-1. Credit Lockheed Martin

Ricordiamo che la capsula Orion è sviluppata e costruita da Lockheed-Martin che nel 2006 si aggiudicò il contratto di appalto, che prevede però che NASA ne detenga la proprietà del progetto. Fin’ora ha compiuto un solo test di volo, denominato EFT-1 nel dicembre 2014 e compirà la prossima missione EM-1 nel settembre 2018,

Interpellata dall’autore dell’articolo, la portavoce della NASA Kathryn Hambleton ha così commentato la RFI:
” Questa richiesta di informazioni è puramente esplorativa ed intenzionalmente molto ampia, permettendo quindi all’industria di rilasciare delle proposte in differenti settori, inclusa la possibilità di esprimere un interesse per una futura acquisizione del contratto per la capsula Orion (…).”
Nessuna informazione è stata data riguardo alle compagnie che eventualmente hanno risposto alla richiesta della NASA.

Per approfondire l’argomento Berger ha interpellato anche altri addetti ai lavori interni all’agenzia spaziale, che però hanno voluto commentare la questione con la promessa dell’anonimato e l’impressione che hanno dato è quella di essere una mossa che va oltre la semplice estensione del contratto con L-M, attualmente previsto fino alla EM-2, la prima missione con equipaggio.
I termini vaghi con cui è scritto ed il fatto che di solito richieste simili vengano fatte tramite la formula più formale delle “Request for Proposal”, fanno pensare ad altri scopi celati in questa RFI.
Una possibilità potrebbe essere quella di facciata di fronte alla nuova amministrazione appena eletta, per far apparire il costoso programma Orion sempre sotto attento esame.
Una seconda interpretazione potrebbe essere quella di aprire ad altri contractor, quali per esempio in primis Boeing e SpaceX, ma anche Blue Origin e Sierra Nevada Inc., per spingere Lockheed-Martin a rivedere i costi una volta stabilita la configurazione definitiva della capsula.

Ed infatti, proprio a riguardo, Berger ha raccolto anche l’opinione proprio di L-M per voce di Mike Hawes, Program Manager del progetto Orion:
“NASA e Lockheed-Martin stanno per terminare la fase di sviluppo di Orion, avendo affrontato e superato molte delle sfide ingegneristiche associate alle missioni nello spazio esterno. Ora, come specificato nella nostra risposta all’RFI della NASA, abbiamo identificato molte possibilità che porteranno alla riduzione dei costi di produzione in serie di almeno il 50% ed oltre. Noi crediamo che questo risparmio permetterà alcune decadi di convenienti missioni esplorative.”

CST-100 Starliner, Crew Dragon ed Orion. Credit For all mankind

Riguardo al fatto di utilizzare altre capsule al posto di Orion, va chiarito che quest’ultima è stata espressamente progettata fin dall’inizio per l’esplorazione oltre l’orbita terrestre e quindi con una struttura resistente al rientro in atmosfera ad alta velocità, ampia capacità di variazioni orbitali e naturalmente il sistema di sopravvivenza adeguato a missioni di lunga durata.
La CST-100 Starliner di Boeing o la Crew Dragon di SpaceX, entrambe alle fasi finali dello sviluppo, sono state progettate su richiesta ed appalto NASA solamente per le operazioni in orbita bassa per il ricambio degli equipaggi della ISS.

Sempre da fonti interne anonime è emersa la notizia che un’altra RFI, questa volta riguardante il nuovo e potente vettore SLS, sarebbe in procinto di essere emessa con lo stesso scopo. Notizia che si collega quindi ad Orion in quanto, a parte il primo volo EFT-1 eseguito per opera di un Delta-IV Heavy di ULA, l’SLS è stato progettato proprio per essere il lanciatore della nuova capsula.
Anche questa RFI potrebbe essere letta nella stessa ottica della prima, cioè mettere un po’ di pressione al prime contractor Boeing, aprendo in particolare a SpaceX e Blue Origin che privatamente stanno sviluppando ciascuno il proprio vettore pesante.

Riferendosi a questo periodo di transizione tra la presidenza Obama uscente e quella Trump entrante, l’amministratore NASA Charlie Bolden, probabilmente in procinto di essere sostituito, ha chiesto che anche la prossima amministrazione continui a sovvenzionare con gli oltre 3 miliardi di dollari all’anno i programmi Orion ed SLS, che già hanno il pieno supporto del Congresso.

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