NASA: presto moduli privati sulla ISS
Grandi novità in arrivo per la Stazione Spaziale Internazionale. La NASA fa sempre più sul serio per l’apertura dei punti di aggancio della ISS ad aziende private, interessate ad aggiungere un modulo commerciale alla ISS.
Questa decisione è maturata, stando ad una notizia pubblicata sul sito dell’agenzia, a seguito di una richiesta di informazioni (RFI) formulata dalla stessa NASA all’inizio di quest’anno e che ha riscosso molto successo.
“Come risultato delle risposte ottenute, questo autunno, la NASA inizierà le operazioni necessarie a fornire alle aziende la possibilità di agganciare i propri moduli alla Stazione Spaziale ad un portello che abbiamo disponibile sulla ISS”
si legge sul post pubblicato sul sito, scritto direttamente dall’Amministratore della NASA Charles Bolden e da John Holdren, Direttore dell’Ufficio Politico della Casa Bianca su Scienze e Tecnologia.
Andiamo con ordine, lo scorso luglio l’agenzia spaziale americana esprime, attraverso la RFI, la volontà di massimizzare l’uso della ISS permettendo l’aggancio di moduli realizzati da aziende private.
Nella RFI, si faceva riferimento all’utilizzo di alcune componenti già presenti sulla ISS tra cui il Common Berthing Mechanism, che permette l’aggancio di altri moduli e la disponibilità di alcuni perni per il fissaggio di nuovo hardware.
Attualmente l’unico modulo commerciale presente sulla ISS è il modulo BEAM (Bigelow Expandable Activity Module) sviluppato dalla Bigelow Aerospace per la NASA.
BEAM è un modulo test senza alcun equipaggiamento scientifico a bordo, il suo unico scopo è quello di dimostrare la possibilità di utilizzare moduli abitativi espandibili. Il modulo è stato installato lo scorso Maggio e dovrebbe rimanere in funzione per almeno due anni. Al termine di questo periodo il portello attualmente occupato da BEAM si renderà nuovamente disponibile per l’installazione di un nuovo modulo sviluppato da una delle società che hanno dimostrato interesse rispondendo alla RFI.
La deadline per rispondere alla RFI era il 12 Agosto scorso. La NASA non ha fornito dettagli sulle risposte ottenute, ma si è limitata a dire che si ritengono soddisfatti delle idee ricevute dalle varie aziende.
Durante l’International Astronautical Congress tenutosi a Guadalajara in Messico lo scorso 30 Settembre, Sam Scimemi, Direttore della ISS della NASA, ha dichiarato:
Siamo molto contenti delle risposte ricevute, sia come numero che come idee
senza, però, fornire dettagli né sul numero né su quali aziende abbiano risposto.
È stato Bill Gersternmaier, Amministratore Associato della NASA per l’Esplorazione Umana, ad annunciare, durante il suo intervento all’International Symposium for Personal and Commercial Spaceflight tenutosi a Las Cruces (New Mexico) lo scorso Ottobre, che le risposte sono state 11. Queste sono, ora, oggetto di analisi in modo da procedere allo step successivo entro la fine di quest’anno. Anche Gerstenmaier ha ribadido che l’agenzia spaziale americana vuole incoraggiare il settore privato a trovare modi per utilizzare la ISS e, contemporaneamente, a gettare le basi di quelle che saranno le future stazioni spaziali.
Diverse compagnie avevano espresso, in precedenza, il desiderio di poter accedere alla ISS e agganciare i propri moduli.
Ad Aprile il fondatore della Bigelow Aerospace, Robert Bigelow, annunciò una partnership con la United Launch Alliance (ULA) per il lancio di due moduli gonfiabili B330. Uno dei moduli sarebbe stato agganciato alla Stazione Spaziale se l’azienda avesse raggiunto un accordo con la NASA.
Ad Agosto, l’azienda ha ricevuto un finanziamento dal programma NASA Next Space Technologies for Exploration Partnerships (NextSTEP) per sviluppare lo studio di questo concept.
Sempre durante il simposio di Las Cruces, Bigelow ha fornito dettagli ulteriori sui suoi moduli. L’azienda prevede di lanciare i moduli nel 2020 se ci saranno investitori pronti a coprire le spese di lancio e se ci sarà disponibilità di equipaggio privato disposto ad abitare il modulo. Un paio di B330 saranno in grado di ospitare quattro clienti e tre membri dell’equipaggio Bigelow. Il B330, in futuro, potrà essere sganciato dalla ISS e, grazie allo stadio ACES prodotto da ULA, messo in orbita intorno alla Luna. Secondo Bigelow, la compagnia è in grado di assemblare una stazione spaziale dello stesso volume di quella attuale, con moduli giunti in orbita con soli quattro lanci e, nei prossimi anni, potrebbe, anche, costruire habitat sulla superficie della luna o sulle lune di Marte. In futuro, inoltre, l’azienda potrebbe creare una compagnia separata grazie alla quale addestrare astronauti e clienti che abiteranno i loro moduli, annoverando, tra gli istruttori, le migliori risorse che gli USA siano in grado di fornire. Bigelow ha concluso il suo intervento affermando che il successo della sua azienda, e di altre compagnie private, avrà benefici economici per la NASA, la quale vedrebbe diminuire i costi per la ricerca in orbita LEO.
Un’altra delle aziende interessate è Axiom Space, l’ex ISS manager della NASA, Michael Suffredini ora a capo della società, nel mese di Giugno ha rivelato i piani per agganciare alla Stazione Spaziale un modulo in cui sarebbe stato possibile fare ricerca e sviluppo commerciale. Successivamente, quando la ISS verrà dismessa, probabilmente nel 2024 anche se si spera di arrivare al 2028, si prevede di separare tale modulo e renderlo il nucleo di una Stazione Spaziale commerciale.
Anche Axiom è intervenuta all’ International Symposium for Personal and Commercial Spaceflight, rappresentata da Michael Baine. Durante il suo intervento, Baine ha fornito maggiori dettagli sul progetto della sua azienda. Il loro modulo dovrebbe essere grande quanto il modulo U.S. Laboratory e il modulo Node 2 messi insieme e dovrebbe giungere sulla ISS nel 2020 a bordo di un lanciatore Falcon Heavy della SpaceX. Secondo Baine, il modulo dovrebbe aggiungere due portelli di docking alla stazione e, in caso di emergenza, può essere sganciato in sicurezza. Durante il suo intervento, il rappresentante della Axiom ha dichiarato che i mercati raggiungibili con una stazione spaziale commerciale includono ricerca, produzione, turismo oltre a molti altri. Per questo motivo, lo scopo della Axiom è quello di progettare un luogo comune nello spazio dove poter vivere e lavorare, rendendolo disponibile anche a clienti governativi.
Infine, Baine ha affermato che la Axiom ha già completato una revisione dei requisiti dei sistemi per il modulo e conta di iniziare una revisione preliminare del progetto per il mese di Dicembre.
Un’altra impresa che ha ricevuto un finanziamento dal NASA NextSTEP è il consorzio Ixion, formato dalle aziende NanoRacks, Space Systems Loral e da United Launch Alliance. Il consorzio studierà la possibilità di convertire l’ultimo stadio del Centaur in un modulo commerciale per la ISS.
Fonte: NASA
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