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Aggiornamenti dal sistema solare: novembre 2016

Una nuova missione su Marte è cominciata. La missione congiunta ESA/Roscosmos Exomars 2016 inizia alla grande, anche se purtroppo l’atterraggio di Schiaparelli non è andato a buon fine. Qualche problema anche per Juno, su Giove, che ha dovuto rivedere il proprio programma.

Il mese di novembre sarà pieno di eventi per la missione Cassini su Saturno, che dopo oltre 13 anni comincia l’ultimissima fase della propria missione.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.

Sulla Luna

Il Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), della NASA, ha cominciato l’ennesima estensione della sua missione, chiamata cornestone mission. La sonda continua a sfornare immagini straordinarie e il team di ingegneri lascerà nei prossimi messi che l’orbita di LRO venga modificata naturalmente dalla gravità del nostro satellite, strategia per massimizzare le osservazioni scientifiche con il minimo consumo di carburante.

Nessun particolare aggiornamento invece, per le altre due sonde NASA della missione ARTEMIS, che da diversi anni studiano silenziosamente il campo magnetico nei pressi del nostro satellite.

Nel campo delle missioni cinesi rimane invece l’incertezza sullo stato dell’orbiter Chang’e 5-T1, del lander Chang’e 3 e del rover Yutu.

Nei dintorni dell’orbita della Terra

Lanciata all’inizio di settembre, la sonda della NASA OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security-Regolith Explorer) è diretta verso l’asteroide Bennu per riportarne a Terra un campione. Adesso mancano 312 giorni al flyby con assist gravitazionale della Terra, mentre la sonda raggiungerà Bennu nel 2018.

La missione di osservazione solare della NASA STEREO prevede due sonde, Stereo A e Stereo B, che condividono l’orbita terrestre. Stereo A continua a raccogliere dati, mentre i contatti con Stereo B non si sono ancora pienamente ristabiliti: dopo due anni di silenzio, lo scorso agosto i tecnici della NASA erano riusciti nuovamente a contattare la sonda, ma purtroppo è dal 23 settembre che la sonda non risponde, probabilmente a causa dell’orbita attuale. Anche Kepler, sempre di NASA, è in orbita eliocentrica nei pressi dell’orbita terrestre, nella sua missione “K2” di scoperta dei pianeti extrasolari.

Sono invece in orbita intorno al punto lagrangiano L1 Terra-Sole le missioni di osservazione solare WIND (NASA), ACE (NASA) e SoHO (NASA/ESA), la missione di studio del clima terrestre DSCOVR (NASA/NOAA) e il dimostratore tecnologico LISA Pathfinder (ESA). La missione europea ha recentemente messo online il suo archivio di dati, raccolti durante i primi mesi di operazioni.

GAIA invece, sempre di ESA, si occupa di mappare la galassia e quelle limitrofe ed è in orbita intorno al punto lagrangiano L2 Terra-Sole. La prima mappa, contenente la posizione precisa di più di un miliardo di stelle, è stata rilasciata il 13 settembre scorso.

Hayabusa 2, dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA), è in viaggio verso l’asteroide Ryugu per riportarne a terra un campione. Nei giorni scorsi sono stati accesi per una calibrazione gli strumenti di MASCOT, uno dei due piccoli lander. L’arrivo su Ryugu è previsto per il luglio del 2018, mentre il campione dovrebbe tornare a Terra nel dicembre del 2020.

Come per le altre missioni cinesi la cui fase principale è terminata da tempo, non si hanno notizie di Chang’e 2, che dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, è attualmente in orbita eliocentrica.

Nel sistema solare interno

La sonda giapponese Akatsuki continua la sua missione scientifica in orbita intorno a Venere senza particolari aggiornamenti.

Esplorando Marte

È finalmente cominciata la seconda missione dell’ESA su Marte, in collaborazione con Roscosmos: Exomars 2016. Dopo una trepidante attesa la sonda Trace Gas Orbiter ha compiuto con pieno successo l’inserzione in un orbita molto ellittica, in cui si prevede già da subito la raccolta di dati scientifici. L’orbita finale, chiamata “science orbit” verra comunque raggiunta solo tra un anno grazie all’attrito della debole atmosfera marziana. Purtroppo non ce l’ha fatta il lander Schiaparelli, dal quale saranno comunque ricavati dati preziosi per la seconda missione del 2020. Il sito di impatto del dimostratore tecnologico è stato oggetto di ricerche nei giorni successivi da parte degli altri orbiter marziani che hanno permesso di identificare la zona ad alta risoluzione ed a colori.

Sulla superficie di Marte siamo arrivati al sol 1519 per Curiosity/Mars Science Laboratory (MSL). Dopo aver concluso una fitta campagna di perforazioni presso alcune sorprendenti formazioni rocciose denominate Murray Buttes, il rover ha cominciato una nuova fase della propria missione dirigendosi verso sud e continuando la salita verso la vetta del Monte Sharp. È invece il sol numero 4552 per l’altro rover marziano della NASA, Opportunity. Il Mars Exploration Rover (MER) superstite continua a dirigersi verso l’interno del cratere Endeavour.

Si fa sempre più trafficata l’orbita intorno a Marte. Con l’arrivo di TGO salgono a sei gli orbiter in orbita intorno al pianeta rosso. Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), che ha permesso di identificare il sito di impatto di Schiaparelli con un dettaglio senza precedenti, Mars Express (ESA), Mars Odyssey (NASA), MAVEN (NASA) e Mars Orbiter Mission (ISRO).

 

Sulla fascia degli asteroidi

La sonda americana Dawn è attualmente impegnata a trasferire la propria orbita intorno al pianeta nano Cerere ad una quota più alta, passando da un’altezza di 385 km a 1460 km. Questo permetterà di consumare meno propellente in attesa di cominciare l’ultima parte della missione scientifica.

Sui giganti gassosi

Qualche problemino per la sonda della NASA Juno, in orbita fortemente ellittica intorno a Giove. La sonda ha riscontrato un problema ed è entrata in safe mode pochi giorni prima della prevista manovra di riduzione dell’orbita. La sonda, oltre alla mancata manovra, non ha quindi potuto raccogliere dati durante il flyby di Giove e dovrà aspettare altri 53 giorni prima di tornare al periastro. Il 24 ottobre la sonda è finalmente uscita dal safe mode, ma non è stata ancora chiarita del tutto la causa. Per questo motivo Juno continuerà sull’orbita corrente finché non si risolverà il problema. Il prossimo incontro con il gigante gassoso avverrà il prossimo 11 dicembre.

Pur essendo agli sgoccioli, continua alla grande la missione NASA/ESA/ASI Cassini, in orbita intorno a Saturno. La sonda sta concludendo l’orbita Rev 248 nell’ambito della fase “inclinata” della Solstice Mission. Durante quest’orbita ha sorvolato di nuovo Titano (T-124, 13 novembre), permettendo di portare l’inclinazione dell’orbita da 58º a 61º. Il 15 novembre comincerà l’orbita Rev 249, l’ultima orbita completa della fase attuale della missione. Il 23 novembre, infatti comincerà la Rev 250 durante la quale compierà il flyby di Titano (T-125, 29 novembre), il penultimo dell’intera missione, che segnerà la transizione alla nuova orbita “F ring”, inizio dell’ultima fase della missione, il cosiddetto “Gran Finale”.

 

Nel sistema solare esterno

La sonda americana New Horizons è in viaggio verso 2014 MU69, che raggiungerà il 1 gennaio del 2019. Alla fine di ottobre, ad oltre un anno dal flyby, la sonda ha terminato la trasmissione della grande mole di dati accumulati durante la missione su Plutone.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, lanciate nel 1977, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 si trova attualmente a circa 137 UA dalla Terra (19 ore e 3 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 113 UA dalla Terra (15 ore e 41 minuti-luce).

Sommario missioni

Missioni in fase di preparazione per il lancio: 0

Missioni operative nella fase principale o estesa: 27

Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 3

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