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Sulla Tiangong-2 si lavora a pieno ritmo

Credit: Xinhua/Ju Zhenhua

Sono due in questi giorni, e lo saranno ancora per alcune settimane, gli avamposti dell’umanità nello spazio. Alla Stazione Spaziale Internazionale, dove si sono da poco riuniti i sei membri dell’Expedition 49, si è aggiunta Tiangong-2, la piccola stazione cinese, che sarà abitata per un mese da due astronauti.

L’arrivo alla stazione

Jing Haipeng, il comandante veterano di tre voli, e Chen Dong, il rookie, erano partiti alle 7.30 del 17 ottobre (ora di Pechino, ossia le 23.30 del 16 UTC) dal centro spaziale di Jiuquan, a bordo della Shenzhou-11, spinta in orbita dal vettore Lunga Marcia 2F.

Credit: Xinhua/Lu Zhe

La capsula, da una quota inizialmente più bassa (355 km) si è lanciata alla rincorsa di Tiangong-2, nello spazio dal 15 settembre, che aspettava ad un’altezza compresa tra 379 e 389 km. L’inseguimento, secondo un modello simile al “rendezvous lungo” utilizzato dalle Sojuz per arrivare alla ISS, è durato per quasi due giorni. Quando sono giunti ad una distanza di circa 52 km i due veicoli hanno iniziato a scambiarsi i dati per l’avvicinamento e il docking che sono stati effettuati in modalità totalmente automatica, mentre gli astronauti si limitavano a sorvegliare il pannello di controllo, peraltro piuttosto lontano dai loro sedili.

Shenzhou-11, con l’anello di docking esteso, mentre si avvicina a Tiangong-2 (Credit: CCTV+)

Shenzhou-11 e Tiangog-2 sono dotate di un meccanismo di docking che è una variante del Androgynous Peripheral Attach System (APAS), sviluppato da Stati Uniti e Unione Sovietica sin dagli anni ’70 per il progetto Apollo-Sojuz e poi perfezionato e utilizzato fino ai tempi dello Shuttle. Nel corso dell’avvicinamento, come generosamente documentato nelle immagini trasmesse in diretta dalla televisione cinese, Shenzhou procedeva con l’anello di docking esteso, mentre Tiangong era in modalità passiva. Il contatto è avvenuto alle 19.24 UTC (le 21.24 in Italia) di martedì 18, ad una quota di 385 km sopra il Mare Arabico. 7 minuti dopo, una volta attivati i dodici ganci che dovranno garantire una sicura connessione tra capsula e stazione, si è avuta la conferma dell’hard-docking.

A questo punto, tra i portelli dei due veicoli si era creato un tunnel di 80 cm, ancora contente null’altro che il vuoto dello spazio. Per quanto arrivati a destinazione, due ore di lavoro separavano ancora Jing e Chen dall’ingresso nel “palazzo celeste”. In primo luogo occorreva equalizzare la pressione tra modulo di rientro (dove gli astronauti erano seduti durante il docking) e modulo orbitale, infatti il portello che separa le due componenti abitabili della Shenzhou era stato chiuso per motivi di sicurezza. In seguito hanno dovuto, controllare la “tenuta stagna” del tunnel, pressurizzarlo e attivare alcuni collegamenti tra i due veicoli.

Alle 22.25 UTC (25 minuti dopo la mezzanotte in Italia), dopo aver aperto con un’apposita e voluminosa chiave entrambi i portelli, il comandante Jing volava nella la stazione, lanciando il suo saluto alla camera fissa che riprende l’interno di Tiangong-2. Ultimata una rapida ispezione dell’ambiente, anche il secondo membro dell’equipaggio poteva fare il suo ingresso. Secondo lo stile piuttosto marziale degli astronauti cinesi (entrambi d’altra parte sono piloti militari), i due si sono irrigiditi in un saluto d’ordinanza, i piedi ben fissati agli appigli posti sul pavimento, in risposta agli applausi che da terra celebravano il pieno successo della prima parte della missione.

Jing Haipeng e Chen Dong fanno il saluto militare poco dopo il loro ingresso in Tiangong-2 (Credit: Xinhua/Ju Zhenhua)

Astronauti al lavoro

Lo scopo principale della nuova stazione è, come per Tiangong-1, quello di testare le tecnologie necessarie per la costruzione e la gestione della “vera” stazione spaziale modulare che i cinesi intendono iniziare prima della fine del decennio. Tiangong-2 è però al tempo stesso anche un avanzato laboratorio nello spazio, nel quale saranno condotte varie attività di ricerca, alcune operate a distanza da terra (e continueranno anche quanto la stazione sarà disabitata), altre con l’intervento dell’equipaggio. Jing e Chen, infatti, preso possesso del nuovo avamposto, si sono messi subito al lavoro.

Il programma prevede che gli astronauti per sei giorni alla settimana siano impegnati per otto ore al giorno, senza contare il tempo dei pasti e l’ora quotidiana che dovranno dedicare all’attività fisica, per evitare le conseguenze negative della prolungata esposizione alla microgravità.

Stando al racconto di Jing e Cheng, che tengono un diario della missione come “inviati speciali” dell’agenzia di informazione Xinhua, rispondendo alle domande inviate dal pubblico attraverso un’apposita app, è possibile che la capacità di lavoro sia degli astronauti sia stata leggermente sovrastimata, almeno nei primi giorni. Il comandante ha infatti osservato che i due hanno avuto così tanto da fare, dopo il docking, che si sono dimenticati di mangiare, consumando un vero pasto solo per cena. “Dormo molto bene – ha aggiunto qualche giorno dopo Cheng, parlando delle sue prime difficoltà a vivere a gravità zero – ma credo sia perché lavoriamo così tanto di giorno che la sera mi addormento appena chiudo gli occhi”.

Gli esperimenti in corso

Come i lettori di AstronautiNEWS sanno già, durante la loro permanenza sulla Tiangong-2, Jing e Cheng dovranno collaborare ad esperimenti che riguardano ben 14 diversi ambiti di ricerca.

Due di queste indagini, che sono state già avviate, riguardano la coltivazione delle piante in microgravità. Gli astronauti studieranno come l’ambiente dello spazio influenza la crescita della lattuga romana e del riso. L’esperimento che riguarda quest’ultimo era già a bordo di Tiangong-2 prima del loro arrivo, perché le piante potessero svilupparsi in tempo e permettere un raccolto; quello sulla lattuga romana, invece, è stato allestito da Jing e Cheng qualche giorno fa. Si tratta di ricerche analoghe a quelle che si compiono sulla ISS che guardano ad un futuro, per ora piuttosto remoto, di viaggi spaziali su grandi distanze, ma che possono fornire anche conoscenze utili per le produzioni agricole sulla terra.

A bordo della Shenzhou 11, inoltre, stanno volando semi di peperoni, zucchini e vari tipi di zucca che saranno fatti germogliare dopo il rientro, per comprendere se la loro esposizione allo spazio avrà conseguenze sulle piante che ne nasceranno.

Un altro esperimento, proposto da studenti di Hong Kong, ha come protagonisti sei bachi da seta e vuole indagare se la seta prodotta in assenza di gravità ha le stesse caratteristiche di resistenza di quella terrestre.

Ma, probabilmente, il soggetto più importante degli esperimenti condotti su Tiangong-2 sono gli stessi astronauti. Occorre sottolineare, infatti, che questa sarà la missione più lunga mai tentata dai cinesi. La piccola stazione era stata originariamente progettata per sostenere un equipaggio di 3 persone per 20 giorni: si è però poi deciso di ridurre il numero di astronauti a due e di estendere la durata ad un mese, il doppio rispetto a quanto realizzato con Shenzhou-10, che vide tre astronauti nello spazio per quasi quindici giorni, inclusi i dodici su Tiangong-1.

Un mese di permanenza nello spazio produce effetti apprezzabili sulla massa muscolare, le ossa e la vista. A bordo di Tiangong-2 sono presenti vari strumenti medici, tra i quali un dispositivo ad ultrasuoni con cui saranno periodicamente effettuate scansioni dei sistemi cardiovascolare e polmonare dei due astronauti. Saranno inoltre testati gli strumenti per l’esercizio fisico in grado di contrastare il degrado muscolare. Uno di essi, un tapis-roulant a rulli piuttosto spartano, apparso in un video, sembra passibile di qualche perfezionamento. Chen Dong che lo provava deve ancora acquisire una maggiore familiarietà con il movimento in l’assenza di gravità, tuttavia non è stato in grado di utilizzarlo senza l’aiuto del comandante.

Chen Dong tenta di esercitarsi sul tapis-roulant (Credit: CCTV+)

Una nuova Tiangong

Vari progressi sono dunque auspicabili, in vista della futura stazione spaziale cinese, nella quale, a regime, gli astronauti soggiorneranno per sei mesi. Va comunque detto che Tiangong-2 ha introdotto alcuni miglioramenti rispetto a Tiangong-1 e Jing Haipeng, che aveva soggiornato in quest’ultima nel corso della missione Shenzhou-9, ha potuto rilevare personalmente le differenze, riguardanti anche piccoli particolari, come i corrimano e gli appigli per i piedi che, perfezionati in numero, forma e disposizione, permettono ora agli astronauti di sentirsi più a loro agio a bordo.

Probabilmente il cambiamento di maggior rilievo riguarda l’introduzione di un sistema di comunicazione a banda larga, grazie al quale l’equipaggio può rimanere in contatto con il centro di controllo attraverso diversi canali video, voce e dati. Il collegamento è pressoché ininterrotto con l’aiuto dei satelliti Tianlian, messi in orbita geostazionaria a supporto dei voli cinesi con equipaggio, tra 2008 e 2012.

Le capacità di comunicazione della Tiangong sono anche al servizio dei momenti ricreativi degli astronauti, permettendo loro di ricevere programmi TV e musica dalla terra e di telefonare alle famiglie. I tecnici cinesi si sono anche sforzati di rendere l’ambiente della stazione più idoneo al riposo, cercando di contenere il ronzio prodotto dai sistemi di ventilazione e dagli altri apparati al di sotto dei 50 decibel e fornendo agli astronauti strumenti per proteggersi dal rumore. In realtà, stando a quanto abbiamo sopra riportato, Jing e Cheng non sembrano averne bisogno.

Un’ulteriore novità di questa missione, della quale vi abbiamo già parlato, è la presenza a bordo di Tiangong-2 di Banxing-2, un piccolo satellite del peso di 47 kg e delle dimensioni di una stampante, dotato di diverse camere operanti nel visibile, una delle quali con la risoluzione di 25 megapixel. Banxing-2 è stato rilasciato alcune ore fa (le 23.31 del 22 ottobre UTC, cioè l’1.31 del 23 in Italia) e, grazie ai suoi sistemi propulsivi, seguirà in orbita la stazione, scattandone foto da varie distanze.

Credit: Xinhua/Qu Zhendong

Ci auguriamo che, anche grazie a questo strumento, sia presto possibile fruire di immagini più spettacolari di questa missione. Dal momento del lancio, infatti, le autorità della repubblica popolare hanno certamente ridotto l’abituale riservatezza che spesso avvolge le attività dell’agenzia spaziale cinese, fornendo ampia documentazione sul volo e lunghe dirette video, anche con commento in inglese. La pecca più rilevante dal punto di vista della comunicazione, al momento, resta l’assenza di immagini di qualità migliore dei fotogrammi a bassa risoluzione delle trasmissioni televisive.

 

Ecco i due primi video, con sottotitoli in inglese, dal diario diario di bordo degli astronauti cinesi. Jing Haipeng:


e Chen Dong:

 

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