Incidente SpaceX: nessun passo avanti con le indagini
Con una serie di tweet inviati ieri 9 settembre il CEO e fondatore di SpaceX Elon Musk ha ammesso che ad una settimana dall’inizio delle indagini sull’incidente del Falcon 9 alla rampa SLC-40 a Cape Canaveral, è ancora impossibile individuare la causa scatenante dello sfortunato evento.
I fatti ad oggi
Lo scorso 1 settembre un’esplosione originatasi sul secondo stadio ha visto la completa distruzione del Falcon e la perdita del satellite AMOS-6. I danni materiali al Pad sono stati ingentissimi e richiederanno sostanziali opere di ristrutturazione, mentre quelli economici ammontano ad almeno 260 milioni di dollari e probabilmente condurranno alla bancarotta di SpaceComm, l’azienda israeliana proprietaria di AMOS.
L’esplosione è avvenuta circa otto minuti prima dell’accensione di prova dei motori Merlin, e secondo quanto dichiarato da SpaceX lo scorso 2 settembre sempre via Twitter, si è originata nella zona del serbatoio dell’ossigeno liquido del secondo stadio. Va notato che in quel momento, sempre se la procedura seguita per AMOS-6 sia stata la stessa dei lanci precedenti, i serbatoi non sono al livello di pressurizzazione definitivo.
In questo video di USLaunchReport.com, il cui audio è stato sincronizzato con il video (la telecamera si trovava a circa 4 km dalla rampa), al secondo 0:16 sembra udibile una sorta di fischio, ed a 00:17 un di tonfo sordo. A 00:23 avviene il gigantesco scoppio. Difficile stabilire, ne avvisiamo i lettori, se la fonte del rumore fosse davvero al Pad o se si sia trattato di qualcosa nei pressi della telecamera stessa.
Le dichiarazioni di Elon Musk
Ecco il contenuto dei quattro messaggi inviati dal fondatore di SpaceX su Twitter:
Stiamo ancora investigando sull’esplosione del Falcon. Si sta rivelando il fallimento più difficile e complesso che abbiamo mai incontrato in 14 anni.
È importante notare che il tutto è accaduto durante le operazioni di rifornimento di routine. I motori non erano in funzione e apparentemente non vi erano altre fonti di calore.
Il supporto e la consulenza di NASA, FAA (Federal Aviation Administration, ndr) e AFPAA (Air Force Public Affairs Agency, ndr) e altri sono molto apprezzati. Per favore, inviate per email eventuali registrazioni degli eventi a report@spacex.com.
In particolare stiamo cercando di interpretare il rumore di un colpo udibile alcuni secondi prima che la palla di fuoco comparisse. Potrebbe provenire dal razzo come da qualcos’altro.
Still working on the Falcon fireball investigation. Turning out to be the most difficult and complex failure we have ever had in 14 years.
— Elon Musk (@elonmusk) September 9, 2016
Particularly trying to understand the quieter bang sound a few seconds before the fireball goes off. May come from rocket or something else.
— Elon Musk (@elonmusk) September 9, 2016
Il primo tweet è fondamentale: dichiarare pubblicamente che questo è l’incidente più complesso e difficile mai affrontato nella storia della società rivela la gravità della situazione, quando si considera che proviene dalla figura pubblica che più di qualunque altra dovrebbe tranquillizzare e rassicurare clienti e investitori.
Infine il fatto di chiedere eventuali registrazioni dell’incidente a chiunque ne abbia è indicativo della momentanea mancanza di “smoking gun“, cioè di un indizio decisivo per il proseguimento mirato delle indagini. Si tratta di uno scenario pessimo, in quanto allo stato dei fatti si deve dubitare di tutte le sotto-componenti della catena secondo stadio/interfaccia della rampa di lancio. Un’indagine completa e a 360 gradi richiederebbe uno stop dei voli per tempi lunghi cui probabilmente dovrebbero seguire nuove campagne di test e ricertificazione.
Lo scenario economico per SpaceX e per i clienti
In questo scenario naturalmente i tempi di attesa per i clienti si dilatano, e le conseguenze economiche si inaspriscono. Mancare o posticipare un lancio per un’azienda che vende servizi di telecomunicazioni significa un mancato guadagno netto per l’impossibilità di vendere il prodotto, cui si somma un aggravio dei costi per il personale già selezionato e contrattualizzato e le infrastrutture per la gestione delle operazioni.
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