Si avvia al termine la missione della sonda Cassini, con un ultimo anno di osservazioni di Saturno, dei suoi anelli e satelliti, prima di tuffarsi nell’atmosfera del pianeta il 15 Settembre 2017.
Al termine del prossimo mese di Novembre 2016 i tecnici del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA guideranno la sonda verso una nuova serie di orbite che porteranno Cassini, in una prima fase, a lambire il bordo esterno degli anelli principali di Saturno.
Queste orbite, denominate “F-rings”, verranno percorse per 20 volte fino ad Aprile 2017, consentendo a Cassini una vista ravvicinata fino a 7.800 chilometri della regione intermedia degli anelli principali di Saturno, analizzando in particolare l’anello F con la sua particolare struttura piegata ed intrecciata.
A partire da Aprile 2017, l’orbita di Cassini verrà ulteriormente modificata per avvicinarla progressivamente a Saturno dove andrà ad impattare, penetrando negli strati esterni dell’atmosfera, a Settembre 2017.
Questa fase, denominata “Gran Finale”, comincerà con un passaggio ravvicinato a Titano che modificherà l’orbita della sonda, a causa dell’attrazione gravitazionale del satellite di Saturno, portando Cassini a tuffarsi per 22 volte, fra Aprile 2017 e Settembre 2017, nello spazio libero di 2.400 chilometri, mai esplorato prima, fra la superficie esterna del pianeta e i suoi anelli più interni.
Nel “Gran Finale” Cassini effettuerà le osservazioni di Saturno da una distanza molto ridotta, mai raggiunta in precedenza, e che consentirà una analisi approfondita del campo magnetico e gravitazionale del pianeta e una vista particolareggiata degli strati esterni dell’atmosfera.
A così breve distanza dalla superficie Cassini sarà in grado di analizzare con maggiore accuratezza la lunghezza del giorno di Saturno e ricavare informazioni più accurate sulla struttura interna del pianeta.
La sonda fornirà inoltre osservazioni utili a valutare la massa totale degli anelli di Saturno per determinarne l’età, e al tempo stesso sarà in grado di analizzare campioni di polvere che compongono gli stessi anelli e dei gas che si estendono al di sopra dell’atmosfera del pianeta.
Nell’animazione di NASA/JPL-Caltech, le orbite di Cassini a partire da Novembre 2016: in verde le “F-rings” che verranno percorse fino ad Aprile 2017 e in blu le successive orbite del “Gran Finale” che porteranno la sonda a tuffarsi nell’atmosfera di Saturno nel Settembre 2017. In arancione viene indicata l’orbita del satellite Titano e nel diagramma nell’angolo in basso a destra la distanza di Cassini dalla superficie di Saturno.
Lanciata il 15 ottobre 1997, Cassini ha iniziato la propria missione scientifica di osservazione di Saturno ben 12 anni fa, il 1 Luglio 2004, fornendo agli scienziati informazioni di straordinaria importanza per la conoscenza del pianeta e del suo sistema di anelli e satelliti.
Nell’infografica seguente, preparata dal team della NASA-JPL e dal California Institute of Technology (Caltech) una sintesi dei risultati principali conseguiti fino ad ora dalla sonda Cassini nei 12 anni di missione nell’orbita di Saturno.
Cassini-Huygens è una missione congiunta dell’Agenzia Spaziale Americana (NASA), dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), composta dalla sonda orbitante Cassini, progettata e costruita dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA , e dalla sonda esplorativa Huygens, progettata e costruita dall’ESA.
Lanciata il 15 Ottobre 1997 dalla rampa di lancio del Complex 40 di Cape Canaveral in Florida (USA), per mezzo di un razzo vettore Americano Titan IVB Centaur, dopo 7 anni Cassini-Huygens è entrata in orbita di Saturno il 1 Luglio 2004.
Il 25 Dicembre 2004 la sonda esplorativa Huygens si separò da Cassini per iniziare la discesa verso Titano, satellite gigante di Saturno, penetrandone l’atmosfera e atterrando il 14 Gennaio 2005, trasmettendo diverse centinaia di immagini della superficie del satellite durante la fase di discesa e dopo il perfetto atterraggio.
L’Agenzia Spaziale Italiana ha contribuito alla realizzazione della missione sviluppando per la sonda Cassini l’antenna ad alto guadagno con incorporata un’antenna a basso guadagno (utilizzata per gestire tutte le comunicazione della missione con le stazioni riceventi sulla Terra), lo spettrometro VIMS, il sottosistema di radioscienza (RSIS) e il Radar che utilizza anche esso l’antenna ad alto guadagno.
L’ASI ha inoltre sviluppato, per la sonda Huygens, lo strumento HASI che ha misurato le proprietà fisiche dell’atmosfera e della superficie di Titano.