Recentemente l’agenzia spaziale russa Roscosmos avrebbe comunicato ai partners internazionali l’intenzione di voler ridurre a due i propri cosmonauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, il cui numero dei membri delle Expeditions scenderebbe quindi a cinque dagli attuali sei.
La notizia è stata riportata da vari media russi e confermata da un manager della NASA.
Sergei Krikalev, ex cosmonauta ed attuale capo del programma manned di Roscosmos, avrebbe riferito che l’attuale presenza contemporanea di tre cosmonauti russi sarebbe eccessiva rispetto al lavoro che devono svolgere a bordo.
L’intenzione di togliere un membro dell’equipaggio russo deriva sia dal fatto che abbiamo ridotto le nostre navette cargo di supporto, sia come necessità di aumentare l’efficacia dei nostri programmi a bordo della ISS.
Krikalev ha anche aggiunto di essere in attesa dell’opinione delle altre controparti internazionali.
Naturalmente la scelta è sopratutto di natura economica in quanto permetterebbe di ridurre gli attuali costi operativi di supporto ai cosmonauti russi a bordo.
Questa affermazione segue quella del mese scorso di Igor Komarov, capo di Roscosmos, in cui diceva che la Russia sarebbe pronta a discutere la possibilità di formare i propri equipaggi unitamente a Brasile, India, Cina e Sud Africa.
Negli Stati Uniti la notizia è stata commentata da Kenny Todd, manager del programma ISS, che non ha voluto esprimere nessuna opinione a riguardo.
La Russia sta valutando la possibilità di ridurre a due cosmonauti la presenza a bordo della stazione spaziale ed ha comunicato questa possibilità a tutte le agenzie coinvolte. Potrebbe essere una scelta puramente economica e noi alla NASA la valuteremo sopratutto dal punto di vista del possibile impatto sull’intero programma e se ci sarà qualche rischio per gli equipaggi o la stazione stessa.
Partendo da questi presupposti valuteremo le opzioni ed unitamente ai partners internazionali, cercheremo di prendere la decisione giusta, appoggiando o no la scelta di Roscosmos.
Secondo i media russi, Roscosmos dovrebbe spendere l’equivalente di $4,1 miliardi nel periodo 2016-2024 per il mantenimento dei propri servizi sulla ISS, poco superiore a quanto la NASA spende, però annualmente, per la stessa voce.
A differenza dei russi, negli Stati Uniti si lavora invece per incrementare il numero dei propri astronauti a bordo della ISS, stabilmente composto da sei persone dal 2009, per poterne sfruttare in pieno le capacità operative.
Entro un paio d’anni infatti dovrebbero entrare in servizio effettivo le due nuove capsule private di Boeing e SpaceX, che ridaranno agli USA la capacità di lanciare i propri astronauti, quattro per ciascuna missione, terminando quindi la totale dipendenza dalle Sojuz russe.
Anche il fatto di non incassare più i circa $500 milioni all’anno dalla NASA potrebbe essere quindi alla base dell’idea della riduzione da parte dei russi.
Secondo gli accordi, se richiesto, gli astronauti statunitensi potranno comunque volare sulle Sojuz russe ed allo stesso modo i cosmonauti russi potranno volare sulle CST-100 Starliner e Dragon V2.
Naturalmente un seggiolino su una delle tre capsule sarà sempre garantito per gli astronauti europei, canadesi e giapponesi.