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Per la prima volta la sonda Juno vicinissima a Giove

Rendering di Juno intorno a Giove (C) NASA/JPL

Lo scorso 27 Agosto, dopo quasi due mesi dal suo inserimento nell’orbita di Giove, Juno, la sonda NASA partita da Cape Canaveral il 5 Agosto 2011, si porta ad una distanza di appena 4800 Km dalla superficie del più grande pianeta del Sistema Solare. Effettuando rotazioni intorno al suo asse ogni 30 secondi, Juno si è dapprima avvicinata al polo nord di Giove, per poi dirigersi al polo sud, ad una velocità di circa 208.000 Km all’ora. L’agenzia spaziale americana festeggia il successo di questa operazione con un tweet:

Come afferma Ricky Nybakken, project manager della missione presso il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, “tutto è andato come previsto, ed abbiamo anche avuto l’opportunità di testare il corretto funzionamento del motore principale di Juno. “

Lo scorso 4 luglio, Juno ha iniziato la sua orbita di 53 giorni intorno a Giove, con l’obiettivo di poter effettuare due orbite complete intorno al pianeta, prima di  accendere nuovamente il motore principale il prossimo 19 Ottobre, in modo da portarsi su un’orbita della durata di 14 giorni. Il 31 Luglio Juno si trovava ad una distanza di circa 8 milioni di Km da Giove, ma grazie alla grande forza di gravità esercitata dal pianeta, si è avuto un avvicinamento della sonda fino al raggiungimento di una distanza di “soli” 4800 Km.

Le varie orbite di Juno intorno a Giove (C) NASA/JPL

Tutti e nove gli strumenti a bordo della sonda, inclusi anche 29 sensori aggiuntivi, erano stati programmati per effettuare delle misurazioni lo scorso 27 Agosto, compresa la JunoCam, una telecamera progettata appositamente per riprendere le prime immagini a distanza ravvicinata di Giove.  Immagini che saranno pronte e mostrate entro le prossime due settimane, come affermano fonti NASA.

“Abbiamo già iniziato a ricevere i dati raccolti da Juno, ma serviranno alcuni giorni prima di completare il download. E sarà necessario ancora più tempo prima di poter comprendere il significato di tali dati”, ha affermato Scott Bolton, principal investigator della missione.  Attualmente ci troviamo in un’orbita dove nessun’altra sonda è mai stata prima, permettendoci di avere una nuova prospettiva di questo gigante gassoso”. Le missioni precedenti che hanno coinvolto il pianeta Giove, infatti, non hanno permesso di ottenere informazioni riguardo questo pianeta, essendo focalizzate soprattutto sull’acquisizione di immagini delle sue lune. La sonda rivelerà innanzitutto quali sono i composti gassosi che circondano Giove, oltre a consentire l’analisi chimico-fisica  di cosa si trova sotto le sue nubi, mediante l’utilizzo di un radiometro a microonde. L’obiettivo principale della missione riguarda lo studio della storia e dell’evoluzione del pianeta, cercando di comprendere la sua composizione interna e l’origine del forte campo magnetico.

I tempi per avere dei risultati tangibili saranno piuttosto lunghi, ma gli scienziati sperano di poter avere qualcosa a disposizione entro Dicembre 2016,  in occasione dell’  American Geophysical Union’s Fall Meeting di San Francisco.

Juno non avrà vita lunga, venendo ben presto a contatto con le intense fasce radioattive di Giove, che potrebbero causare guasti nell’elettronica di bordo. La missione si concluderà infatti a Febbraio 2018, con una possibile estensione una volta valutate le condizioni di funzionamento della sonda.

Fonti: NASA

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