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L’Expedition 48, al completo, attende due cargo in due giorni

Con l’arrivo della Sojuz MS-01, sabato scorso, la popolazione della Stazione Spaziale Internazionale è tornata alle dimensioni consuete. Dopo i 2 giorni e le 34 orbite previste dalla “vecchia” procedura di avvicinamento all’ISS (rispolverata in questa occasione per poter testare la versione aggiornata dello storico veicolo russo), la capsula con a bordo Anatoly Ivanishin, Kate Rubins e Takuya Onishi ha effettuato il docking al punto di attracco del modulo Rassvet, quando in Italia erano le 6.06.

La manovra si è regolarmente svolta in modalità automatica, con il rinnovato sistema di rendezvous Kurs-NA, senza necessità di intervento umano e, fortunatamente, senza le anomale oscillazioni verificatesi al momento dell’attracco del cargo Progress MS-01 solo qualche giorno prima.

L’Expedition 48 finalmente al completo

Poco più di due ore dopo, alle 8.26, il portello è stato aperto e gli astronauti appena approdati sono stati accolti dal comandante della ISS, Jeff Williams, e da Oleg Skripochka e Alexey Ovchinin, gli altri due membri russi della Expedition 48, ora a ranghi completi dopo un periodo a tre che durava dal 18 giugno, un periodo molto più lungo del solito, determinato dal ritardo del volo inaugurale della nuova Sojuz.

L’Expedition 48 durante la cermonia di bevenuto. Credit: NASA TV

Mentre Ivanishin è già stato sulla la Stazione Spaziale nel 2011, facendo parte della Expedition 29/30, per i suoi due compagni di viaggio si tratta della prima esperienza. Con loro sale a 224 il numero delle persone, di 18 diversi paesi, che hanno visitato almeno una volta il nostro avamposto spaziale. Tra queste le donne sono decisamente una minoranza: la statunitense Kathleen Rubins è appena diventata la trentaquattresima di questo piccolo gruppo. D’altronde, era dai tempi di Samantha Cristoforetti che non si vedeva una presenza femminile a bordo della ISS.

Numero di astronauti, per paese, che hanno visitato la ISS ad oggi. Credit: NASA

Due cargo in due giorni

Nei giorni successivi al loro ingresso nella stazione, superata la fase di adattamento, i nuovi arrivati hanno iniziato a collaborare attivamente con i loro colleghi in orbita già da alcuni mesi. Un parte del loro lavoro, sia quello di ricerca scientifica, sia quello di addestramento, è stato motivato dall’imminente arrivo di due cargo a distanza piuttosto ravvicinata. Infatti, proprio a causa della revisione del programma dei lanci, legato ad alcuni problemi del software della nuova Sojuz, la Stazione Spaziale si troverà ad accogliere la Progress MS-03 (64P) il 19 luglio e la Dragon CRS-9, il giorno successivo.

Questo “affollamento” di cargo (ammesso che rimanga tale, dal momento che il meteo o altre ragioni possono facilmente posticipare le date dei decolli) non creerà particolari problemi a bordo; i due arrivi, dalla parte russa e dalla parte statunitense della stazione, sono infatti gestiti in maniera autonoma.

Nel corso della settimana, mentre Alexey Ovchinin e Anatoly Ivanishin si esercitavano nelle tecniche di docking manuale, da utilizzare in caso di avaria del sistema automatico (le stesse sperimentate per la prima volta il 1° luglio sulla Progress MS-01), dall’altra parte della stazione Jeff Williams, con l’assistenza di Kate Rubins, ha simulato la cattura della Dragon con il braccio robotico. Sempre in vista dell’arrivo del cargo di SpaceX, gli astronauti NASA hanno preparato l’hardware per l’installazione di alcuni nuovi esperimenti.

La Progress MS-03 è ormai pronta sulla rampa a Bajkonur. Credit: Roscosmos

La Progress MS-03 porterà sulla ISS 2,4 tonnellate di materiale: carburante per i motori utilizzati per innalzare periodicamente l’orbita della stazione (705 kg), acqua (420 kg), provviste alimentari (318 kg) e poi ossigeno, materiale sanitario, abbigliamento, vari tipi di componenti hardware e materiale per la ricerca scientifica.

Dragon CRS-9, invece, trasporterà 1,8 tonnellate di carico pressurizzato. Ci saranno anche rifornimenti per l’equipaggio (370 kg) e hardware (462 kg), ma sarà preponderante il materiale scientifico (930 kg).

Esperimenti in arrivo via Dragon

Una parte dei nuovi esperimenti che arriveranno sulla Dragon riguardano la salute umana e, oltre a garantire benefici per i normali terrestri, contribuiranno a collocare alcuni degli innumerevoli tasselli che compongono il complesso mosaico della preparazione dei futuri viaggi nello spazio profondo.

L’esperimento Biomolecule Sequencer. Credit: NASA

Tra questi, l’esperimento denominato Biomolecular Sequencer, utilizza un piccolo dispositivo, lungo 10 cm, del peso di 120 grammi e collegabile alla porta USB di un computer, in grado di determinare la sequenza del DNA di un campione biologico. Tale operazione, tra le altre cose, può essere utilizzata per identificare microbi e mettere in atto adeguate contromisure, capacità particolarmente utile per preservare la salute degli astronauti nei viaggi di lunga durata.

OsteoOmics riguarda il problema dell’osteoporosi, che, come è noto, è una delle conseguenze della lunga permanenza in assenza di peso. L’esperimento vuole testare se il metodo della levitazione magnetica è realmente efficace per simulare sulla terra gli effetti della microgravità sulle cellule ossee.

Heart Cells è invece finalizzato a investigare gli effetti della microgravità sulla salute del cuore attraverso la coltura e lo studio, a bordo della stazione, di cellule cardiache.

Altre ricerche riguardano tecnologie e materiali di cui potrebbero beneficiare anche i futuri veicoli spaziali.

Phase Change Heat Exchanger intende studiare i materiali a cambiamento di fase (ossia che assorbono o restituiscono calore passando dallo stato solido a quello liquido o viceversa) più adatti a realizzare dispositivi per il controllo termico.

L’esperimento NanoRacks – Gumstix analizzerà l’effetto delle radiazioni su computer miniaturizzati esposti all’ambiente spaziale all’esterno della ISS, mentre NanoRacks – Nanotube Solar Cell vuole sperimentare celle solari tridimensionali di nuova generazione, in grado di assorbire la luce solare anche quando non illuminate direttamente e che quindi non necessitano di essere collocate su pannelli solari orientabili.

L’International Docking Adapter

Una parte molto attesa del carico di Dragon sarà quella posta nel vano non pressurizzato del trunk di Dragon, ovvero il modulo di forma cilindrica connesso alla capsula cargo su cui sono installati i pannelli solari. Il suo contenuto, del peso di 465 kg, è costituito dall’International Docking Adapter (IDA).

IDA-2 mentre viene stivato nel trunk di Dragon CRS-9. Credit: NASA

L’oggetto, che ha la forma di un anello, profondo un metro, con un diametro interno di 1,6 metri e uno esterno di 2,4, è il primo dei due dispositivi che permetteranno di adattare le porte di accesso della Stazione Spaziale al nuovo standard internazionale di sistemi di attracco dei veicoli spaziali.

Posizioneamento di IDA-2 su PMA-2. Credit: NASA.

Si tratta di un elemento essenziale in vista dell’attivazione del trasporto commerciale degli astronauti NASA alla ISS: sia la Dragon manned di Space-X che lo Starliner di Boeing o eventuali altri futuri veicoli, utilizzeranno questo standard che permette, tra l’altro un docking totalmente automatizzato, senza l’intervento degli astronauti.

IDA-2 (IDA-1 è andato perduto durante l’incidente del volo CRS-7, nel giugno scorso) sarà posizionato sulla “porta” PMA-2 del modulo Harmony. L’operazione avverrà in due fasi. Inizialmente l’adattatore verrà estratto dal trunk mediante il braccio robotico e messo in posizione; in un secondo tempo, attraverso un’apposita attività extraveicolare, sarà realizzata la connessione finale al modulo Harmony.

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