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Successo a metà per SpaceX: satelliti in orbita ma atterraggio fallito

Successo a metà per SpaceX: il Falcon 9 Full Thrust dell’azienda di Elon Musk ha compiuto la sua missione principale, portare in orbita di trasferimento geostazionario (GTO) i satelliti ABS 2A Eutelsat 117 West B, ma ha mancato l’appuntamento con il secondo proposito di giornata, far atterrare il primo stadio del vettore sulla piattaforma galleggiante (Autonomous spaceport drone shipASDS) “Of Course I Still Love You”.

Il Falcon 9 è decollato alle 16:29 ora italiana da Cape Canaveral, in Florida. Dopo la separazione del razzo (due minuti e mezzo dal decollo), il secondo stadio ha continuato la sua ascesa verso l’orbita GTO, mentre il first stage ha iniziato la manovra di rientro.

L’upper stage ha compiuto la sua missione rispettivamente 31 e 36 minuti dopo il decollo, quando ha rilasciato nell’orbita corretta i due satelliti per telecomunicazioni a propulsione elettrica costruiti Boeing.

ABS 2A, del provider asiatico ABS, assicurerà servizi di telecomunicazione nell’Asia pacifica, in India e in Medio Oriente, mentre Eutelsat 117 West B, dell’azienda omonima, fornirà copertura televisiva nel continente americano, ed in particolare in Messico.

I satelliti cominceranno nei prossimi giorni  l’ascesa di sei mesi verso lo slot geostazionario assegnato.

Dopo tre atterraggi riusciti consecutivi, invece, questa volta il first stage del Falcon 9 ha fallito la manovra di rientro. Come avvenuto in occasione degli insuccessi passati, il web cast dell’azienda si è interrotto proprio negli istanti dell’atterraggio. Da quanto è stato possibile vedere, il Falcon 9 è arrivato sulla drone ship ad altissima velocità.

L’impressione è stata confermata qualche minuto dopo dallo stesso Elon Musk, che su Twitter ha parlato di un atterraggio RUD (Rapid Unscheduled Disassembly, Disintegrazione Rapida Non Programmata), in sostanza un’esplosione.

Per quanto riguarda le cause del fallimento, Musk ha scritto inoltre sul social network che «sembra che la spinta fosse bassa su uno dei tre motori» e che per riuscire nella manovra d’atterraggio è necessario che i «tutti motori operino al massimo».

Nelle missioni geostazionarie ad alta energia, il primo stadio del Falcon 9 rientra nell’atmosfera una velocità molto elevata e quindi ha bisogno dell’accensione alla massima potenza di almeno tre dei nove motori Merlin 1D+, così da rallentarlo ed evitare che si schianti sulla drone ship.

Sempre su Twitter, inoltre, Musk ha aggiunto che l’azienda sta lavorando ad un sistema per compensare la spinta nel caso che uno dei tre motori fallisse. L’aggiornamento potrebbe essere introdotto già per «la fine dell’anno».

Un video dell’ atterraggio è atteso nel pomeriggio statunitense (la tarda serata italiana), quando i tecnici di SpaceX avranno accesso ai dati della ASDS, che appare comunque in buone condizioni.

La missione Eutelsat/ABS è stata la numero 26 per il Falcon 9, la sesta della versione FT. Il vettore di SpaceX ha finora registrato due insuccessi, di cui uno solo completo. Lo score degli atterraggi invece conta quattro successi su nove tentativi.

Per SpaceX si è trattato del sesto lancio del 2016 di 18 previsti. Il prossimo è atteso per la fine luglio per la missione di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale CRS-9.

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