La chitina è uno dei composti organici più diffusi sulla Terra, ma non quello meglio compreso. Il chitosano, un derivato della chitina, è stato usato sin dagli anni ’80 in agricoltura per una varietà di scopi tra cui rafforzare il sistema immunitario delle piante, stimolarne la germinazione e proteggere contro le gelate invernali. Negli esseri umani è conosciuto per combattere l’obesità e il colesterolo alto, prevenire la carie e velocizzare la coagulazione del sangue. Non tutti questi benefici sono stati effettivamente provati, ma NASA, particolarmente interessata al potenziale della sostanza di rafforzare il sistema immunitario, lo ha testato dimostrando la validità di almeno un paio dei suoi benefici. La chitina è l’ingrediente primario dell’esoscheletro degli artropodi, ed è in prima linea nella difesa del sistema immunitario di ragni, insetti e crostacei. Le sue molecole attivano la coagulazione dei globuli rossi, e hanno una carica positiva che attrae le membrane dei batteri caricate negativamente, intrappolandole e talvolta uccidendole.
Nel 1997 i ricercatori NASA a bordo della stazione spaziale Mir e dello Space Shuttle hanno testato il chitosano su alcune piante di fagioli azuki allo scopo di verificarne la resistenza ai patogeni in vista di possibili futuri viaggi nello spazio profondo, e il risultato ne ha confermato l’efficacia. Dieci anni dopo, il Johnson Space Center in collaborazione con il Dipartimento della Difesa ha intrapreso un esperimento chiamato Cell Culture Module a bordo della ISS per determinare gli effetti del chitosano anche sul sistema immunitario degli esseri umani, che tende ad indebolirsi durante i viaggi nello spazio. Precedenti studi avevano dimostrato che molti batteri diventano invece più virulenti in microgravità, dov’è più facile per alcuni di loro diffondersi e minimizzare la competizione per le risorse. Nell’esperimento del 2007 i globuli bianchi trattati sia con endotossine che con chitosano sopravvissero al viaggio di andata e ritorno, a differenza di quelli trattati solo con le endotossine.
Negli stessi anni Nader Sabry, ora fondatore di TIMEZ5 Global Inc. iniziò uno studio fuori dal comune, volle provare ad ammodernare un’industria antica, quella dei tappetini da preghiera. “Volevamo portare dei miglioramenti sostanziali a quest’industria esplorando il campo degli agenti antimicrobici e siamo venuti a conoscenza di questa tecnologia NASA che ha dato ottimi risultati” afferma Sabry. Il consulente dell’azienda Lloyd Starks, ora presidente della Chemco Technologies, stava già utilizzando la sostanza presso i Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie per sviluppare un film antimicrobico.
Durante l’utilizzo delle stuoie da preghiera non sono rari i casi di problemi respiratori o di funghi causati dalla polvere accumulata e dai microrganismi che si annidano tra le fibre, certamente aiutati dall’umidità e dal calore presenti nelle aree geografiche in cui questi tappetini vengono perlopiù utilizzati. Il chitosano ha la capacità di uccidere più del 99% di batteri, funghi e muffe, e dura più a lungo degli altri prodotti testati. La stuoia TIMEZ5 è costituita da 5 strati microforati con diverse proprietà che permettono al tappeto di aderire bene al pavimento, di essere ergonomico ed ora anche antimicrobico grazie al rivestimento in chitosano dello strato più basso. La sostanza agisce su tutto il tappeto attraversando i microfori ad ogni pressione corporea.
La comunità musulmana dell’area del Golfo Perisco è il mercato più numeroso, ma TIMEZ5 vende anche in molti altri Paesi non necessariamente musulmani, come la Russia o l’Asia. Secondo Sabry “è stata utilizzata la tecnologia spaziale per aggiornare un’industria che non aveva conosciuto innovazioni da 1.400 anni”.
Per approfondire:
Spinoff nel dettaglio [ENG]
Sito di TIMEZ5 [ENG]
Video del tappetino TIMEZ5 [ENG]
Esperimento Cell Culture Module [ENG]