Il prossimo I Aprile, Scott Kelly lascerà l’agenzia spaziale americana. Ne dà annuncio la stessa NASA in un comunicato stampa. Il congedo comunque non impedirà a Kelly di portare avanti gli esperimenti e le ricerche in campo medico che lo hanno visto protagonista insieme al fratello gemello Mark nel corso della missione annuale recentemente conclusa.
“La missione di un anno nello spazio è stata una grande sfida per tutte le persone coinvolte, e mi ha dato una prospettiva unica e molto tempo per riflettere su quale dovrebbe essere il mio prossimo passo nel nostro continuo viaggio di miglioramento delle nostre capacità sulla Terra e nello spazio.” ha detto Kelly. “La mia carriera in Marina e con la NASA mi ha dato una incredibile opportunità di dar lustro al servizio pubblico, al quale sono dedicato, e dimostrare ciò che possiamo conseguire affrontando le grandi sfide dei nostri giorni. Mi sento umile ed eccitato al contempo davanti alle nuove opportunità che avrò di sostenere e condividere il meraviglioso lavoro che la NASA sta facendo per aiutarci a viaggiare più lontano nel sistema solare, ed al lavoro che potrò fare con la prossima generazione di innovatori della scienza e della tecnologia.”
Kelly è stato nello spazio quattro volte, cominciando con una missione shuttle di manutenzione del telescopio spaziale Hubble (STS 103, 1999). Successivamente, con STS 118, giunse per la prima volta a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, indossando i gradi di comandante dello shuttle Endeavour. Nel 2010 soggiornò a bordo di ISS per sei mesi, comandando la Expedition 26.
Nel corso della sua più recente missione, durata 12 mesi, Kelly ha battuto il record americano di permanenza cumulativa nello spazio (520 giorni). Il fatto che egli abbia un fratello gemello (anche lui ex astronauta) offre agli scienziati una possibilità unica di confrontare la fisiologia di un essere umano nello spazio con quella di un individuo “identico” a terra. “I contributi di Scott (Kelly, ndr) alla NASA sono innumerevoli.” ha detto Brian Kelly, direttore delle Operazioni Volo del Johnson Space Center. “Nel corso dell’anno a bordo della stazione spaziale ha preso parte a numerosi esperimenti che daranno frutti per molti anni a venire, aiutandoci a lastricare la strada che porterà l’uomo su Marte ed a migliorare la vita sulla Terra. La sua passione per il lavoro ha aiutato a fornire a centinaia di migliaia di persone una migliore comprensione di ciò che NASA fa, grazie in parte alle numerose foto ed aggiornamenti che ha voluto condividere dallo spazio. Abbiamo apprezzato i suoi anni di servizio ed i benefici che ne trarremo ancora in futuro, grazie alla ricerca cui sta partecipando.”