Gli EAU approveranno a «breve» una legge spaziale nazionale
Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) stanno lavorando ad una nuova legislazione spaziale nazionale che sarà approvata «in breve tempo». Ad annunciato è stato il numero uno dell’EAU Space Agency, Mohammed Al Ahbabi, intervenuto ieri al Global Aerospace Summit in corso ad Abu Dhabi.
In particolare, la legge, che secondo quando riferito da Al Ahbabi è allo studio da almeno un anno, avrà il compito di regolare le procedure, i meccanismi e gli standard organizzativi del settore spaziale del Paese arabo e permetterà alle aziende private di trarre profitto dalle operazioni di estrazioni di minerali in orbita.
«In poco tempo, gli EAU hanno costruito un settore spaziale che sta fornendo grandi opportunità di sviluppo economico», ha detto Al Ahabi in apertura del Summit. «Abbiamo inviato il messaggio che è possibile fare qualcosa di questo livello in questo momento storico e in questa regione», ha aggiunto.
Ancora non è chiaro però se la legislazione emiratina andrà a ricalcare lo Space Act americano, per il quale è possibile che le aziende private possano ricavare guadagno dall’estrazione di minerali e altri materiali, compresa l’acqua, dagli asteroidi e dalla Luna. Il nuovo ordinamento statunitense, firmato dal Presidente Barack Obama il 25 novembre del 2015, ha immediatamente suscitato un enorme dibattito internazionale circa la sua aderenza ai trattati internazionali di cui gli Stati Uniti sono firmatari.
Al Ahbabi ha anche confermato l’intenzione dell’agenzia spaziale del Paese di lanciare la sua prima missione spaziale nel 2021. «Sarà il 50esimo anniversario della nascita degli Emirati Arabi Uniti, è quindi il momento più appropriato per farlo», ha spiegato.
In particolare, il programma degli EAU prevede di lanciare verso Marte la sonda Hope, attualmente in fase di sviluppo da parte del Mohammed Bin Rashid Space Centre (MBRSC) di Dubai.
Solo lo scorso 25 gennaio, la EAU Space Agency e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) hanno siglato un accordo di cooperazione dalla durata di cinque anni. Il Memorandum firmato con l’ASI fa seguito a quelli già siglati dal Paese arabo nel corso del 2015 con l’Agenzia spaziale francese (CNES) e inglese (UKSA).
Oltre alla cooperazione con le altri agenzie nazionali, gli EAU hanno anche interessi concreti nella nuova frontiera del turismo spaziale. Nel 2009 il fondo d’investimento statale Aabar Investments PJS ha acquistato il 31,8% delle quote di Virgin Galactic, l’azienda del miliardario britannico Sir Richard Branson che propone voli suborbitali per turisti. Nel 2011 la partecipazione emiratina a Virgin Galactic è aumentata al 37,8% grazie ad un ulteriore investimento di cento milioni di dollari.
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