Il Lussemburgo sosterrà lo sfruttamento commerciale delle risorse dello spazio
Il governo del Lussemburgo ha avviato un piano di interventi per trasformare il Granducato nel centro europeo delle attività di sfruttamento commerciale delle risorse dello spazio. Lo ha annunciato in una conferenza stampa tenutasi il 3 febbraio scorso, Étienne Schneider, Vice Primo ministro e titolare dei Ministero dell’economia: “Il nostro obiettivo – ha dichiarato – è quello di aprire l’accesso all’abbondanza di risorse minerarie che giacciono nascoste in corpi rocciosi senza vita vaganti nello spazio, senza danneggiare gli habitat naturali. Sosterremo lo sviluppo economico a lungo termine di attività innovative delle industrie spaziali e satellitari come un settore high-tech chiave per il Lussemburgo. In un primo tempo daremo impulso in questo ambito alle attività di ricerca che, in seguito, potranno portare ad operazioni più concrete”.
Il piccolo stato, che in rapporto al prodotto interno è uno dei maggiori contributori dell’ESA, non è nuovo ad iniziative di successo nell’ambito dello sfruttamento economico di tecnologie spaziali. Schneider ha ricordato l’esempio di SES che, nata con il sostegno del governo del Lussemburgo nel 1985, è ora uno dei principali operatori di comunicazioni satellitari nel mondo.
L’iniziativa del Granducato, che assumerà il nome di SpaceResources.lu, favorirà lo sviluppo di attività industriali private volte allo sfruttamento delle risorse dello spazio operando su differenti livelli. “Non ci sarà una riduzione speciale delle tasse per le imprese” ha precisato il ministro (anche se il sistema fiscale lussemburghese risulta già molto attraente per gli imprenditori), gli incentivi si concretizzeranno sul piano legale e su quello degli investimenti.
Un quadro di garanzie normative
Dal punto di vista legale si svilupperà un quadro giuridico-normativo che fornirà a tutti gli operatori garanzie sui diritti di proprietà sulle risorse naturali rinvenute nello spazio, per esempio minerali rari estratti da un asteroide. Tale quadro sarà elaborato nel pieno rispetto del diritto internazionale e puntando alla massima collaborazione con gli altri paesi.
La recente iniziativa legislativa americana che incoraggia lo sfruttamento commerciale da parte dei cittadini statunitensi di risorse degli asteroidi, della luna o di altri corpi celesti (ossia il Commercial Space Launch Competitiveness Act del novembre scorso), ha suscitato perplessità e proteste da parte di chi la ritiene in contrasto con lo Outer Space Treaty del 1967. Schneider ha però ricordato che l’Istituto Internazionale di Diritto Spaziale ha espresso una valutazione tendenzialmente favorevole all’utilizzo delle risorse spaziali e che questa opinione è condivisa anche da alti funzionari dell’Unione Europea. Si può applicare allo space mining l’analogia con il diritto di pesca in acque internazionali: il pescatore può impadronirsi del pesce, senza rivendicare la proprietà degli oceani.
D’altra parte, la tradizione di neutralità e di non aggressività del Lussemburgo garantisce al paese una positiva reputazione che renderà più facile superare le proteste legali contro l’uso commerciale dello spazio e suscitare un’ampia partecipazione internazionale.
Incentivi finanziari
Le imprese per lo sfruttamento delle risorse spaziali che sceglieranno come sede il Lussemburgo – ha continuato il ministro – potranno avvalersi, oltre che delle avanzate infrastrutture locali, di specifici incentivi finanziari. Il governo potrà infatti cofinanziare fino al 45% gli investimenti destinati a ricerca e sviluppo e potrà anche sostenere direttamente i progetti ritenuti più validi.
I fondi destinati a SpaceResources.lu faranno parte del bilancio spaziale nazionale che sarà definito nel quadro della preparazione del contributo del Lussemburgo per il prossimo bilancio pluriennale dell’Agenzia Spaziale Europea, da decidere nel dicembre 2016. Nei prossimi mesi si valuterà quante risorse destinare alle nuove iniziative. Altri fondi potrebbero venire anche dall’industria finanziaria privata, che ha mostrato interesse per il progetto.
Non è più fantascienza
SpaceResources.lu si avvarrà di un comitato consultivo che sarà composto da un membro statunitense, uno cinese e da un europeo. Quest’ultimo era presente alla conferenza stampa a fianco di Étienne Schneider, nella persona di Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell’ESA fino al 2015.
L’iniziativa promossa dal Lussemburgo – ha affermato Dordain – è “credibile e solida”. L’idea di sfruttare le risorse dello spazio non è nuova, la si trova già in Jules Verne. Ma oggi non è più fantascienza. I vari passi della via che porterà alla sua realizzazione sono già stati dimostrati. “Andare su un asteroide? Fatto! Atterrare su un asteroide? Fatto! Raccogliere campioni su un asteroide? Fatto! Ritornare sulla terra con i campioni? Fatto!” Ovviamente “ciò non significa che tutto sia stato risolto; occorreranno ricerca e tecnologia, ma le basi sono già state poste”.
Dobbiamo anche aspettarci un’accelerazione di questo processo grazie alla diminuzione dei costi del trasporto spaziale e allo sviluppo dei progetti internazionali di esplorazione. “L’esplorazione dello spazio richiede l’uso delle risorse dello spazio: se si pensa di dover portare dalla terra ogni chilo d’acqua o di combustibile o di cibo per gli astronauti, non si andrà molto lontano”; è perciò indispensabile utilizzare quanto si trova già nello spazio.
Nel processo verso lo sfruttamento commerciale dello spazio – ha concluso – le cose si stanno muovendo da tempo negli Stati Uniti ed è tempo che si muova anche l’Europa. Grazie all’iniziativa del Lussemburgo “gli investitori europei non avranno più scuse per andare in California”.
Fonte: SpaceResurces.lu
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