Aggiornamenti dal sistema solare: febbraio 2016
Mese relativamente tranquillo per i nostri emissari robotici in giro per il sistema solare, in attesa dell’evento principale di marzo che sarà il lancio della missione ExoMars 2016.
Opportunity ha passato anche il traguardo dei 12 anni trascorsi sulla superficie di Marte, mentre sono passati ormai 30 anni dallo storico sorvolo di Urano da parte di Voyager 2, che resta attiva ancora oggi. Dall’ESA, invece, apprendiamo che si sono ormai perse le speranze di riattivare Philae, sulla cometa 67P, mentre la missione di Rosetta continua alla grande.
Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.
Missioni in fase di preparazione per il lancio: 2
Ultimi preparativi per la prossima missione europea verso Marte, Exomars 2016. La missione comprende due veicoli, il Trace Gas Orbiter, che studierà l’atmosfera marziana, e Schiaparelli, che servirà a testare tecnologie per l’ingresso in atmosfera e l’atterraggio. I due veicoli sono sbarcati a Bajkonur, in Kazakistan, da dove verranno lanciati su un vettore Proton il prossimo 14 marzo.
È stato completato lo scorso ottobre l’assemblaggio della sonda OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security-Regolith Explorer), della NASA, e sono cominciati i test ambientali che verranno completati prima dell’invio verso il sito di lancio al Kennedy Space Center a maggio. La sonda verrà lanciata a settembre del 2016 e la sua missione prevede la raccolta e il ritorno verso Terra di un campione di circa 60g dall’asteroide Bennu. Si tratterà del campione di roccia più grande riportato a Terra dai tempi della sonda Luna 24, nel 1976.
Missioni Operative: 22
La sonda giapponese Akatsuki è entrata in orbita intorno a Venere lo scorso dicembre, cinque anni dopo la prima fallita inserzione. La sonda sta finendo di aggiustare la propria orbita, ed il prossimo 26 marzo eseguirà l’ultima manovra. Subito dopo dovrebbero iniziare le operazioni scientifiche, anche se ovviamente la missione sarà molto ridimensionata rispetto agli obiettivi iniziali.
Intorno al punto lagrangiano L1 Terra-Sole si trovano diverse sonde per l’osservazione solare: WIND, di NASA, la cui missione di osservazione della nostra stella dura ormai da oltre 20 anni; la missione congiunta ESA/NASA Solar and Heliospheric Observatory (SoHO), che invece ha da poco festeggiato il ventesimo anniversario, e l’orbiter americano ACE (Advanced Composition Explorer), di soli 3 anni più giovane.
L’anno scorso si è unita alla compagnia in L1 anche la missione congiunta NASA/NOAA DSCOVR (Deep Space Climate Observatory). Si tratta del primo satellite di osservazione della Terra ad operare in L1 e ha anche funzioni di osservatorio solare. Il comando della sonda è recentemente passato dalla NASA al NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration).
L’ultima arrivata in L1 è la sonda europea LISA Pathfinder, lanciata lo scorso 3 dicembre. La sonda ha completato l’inserzione in orbita lo scorso 22 gennaio, ed ha cominciato a testare i propri strumenti in previsione dell’inizio delle operazioni scientifiche a marzo. L’obiettivo è infatti quello di validare il complesso strumento che verrà utilizzato in una missione futura (eLISA) per osservare le onde gravitazionali.
La missione della NASA STEREO (Solar and TErrestrial RElations Observatory) si compone, invece, di due sonde, Stereo A e Stereo B che condividono l’orbita della Terra intorno al Sole, rispettivamente, precedendo (A=Ahead) e seguendo (B=Behind) il nostro pianeta, permettendo così osservazioni stereoscopiche. Purtroppo i contatti con Stereo B si sono interrotti per un’anomalia da ormai più di un anno, ma i tecnici della NASA sperano ancora di poter riprendere le comunicazioni grazie alla posizione sempre più favorevole in cui la sonda si troverà nei prossimi mesi.
Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), della NASA, continua la sua missione di mappatura ad alta risoluzione della Luna durante la sua missione estesa. Sempre intorno al nostro satellite, le due sonde della missione Artemis, anch’essa di NASA, stanno silenziosamente studiando il debole campo magnetico lunare per una lunga missione che dovrebbe durare ancora alcuni anni.
Nel punto lagrangiano Terra-Sole L2, quello più lontano dal Sole, si trova la sonda dell’ESA GAIA, in orbita dal 2013 nella sua missione di mappatura del cosmo. Nonostante il suo sguardo sia soprattutto verso le profondità cosmiche, a novembre la sonda ha anche osservato un transito lunare di fronte al Sole.
Sulla superficie di Marte siamo arrivati al sol 1253 per Curiosity/Mars Science Laboratory (MSL). Il rover ha percorso oltre 12 km e continua ad esplorare un’area alle pendici del Monte Sharp. In questo ultimo periodo Curiosity sta studiando un paesaggio molto spettacolare: delle dune di sabbia che viaggiano a velocità fino ad un metro all’anno. L’ultimo selfie del rover è stato scattato proprio nei pressi della sabbia.
È invece il sol numero 4288 per l’altro rover marziano della NASA, Opportunity. Il Mars Exploration Rover (MER) superstite ha da poco festeggiato i 12 anni sulla superficie di Marte e sta studiando l’area denominata Marathon Valley. Con il solstizio di inverno ormai alle spalle, il rover avrà a disposizione sempre più energia solare per tutto il 2016, con una situazione dei pannelli solari già più che soddisfacente che permetterà ad Opportunity di trascorrere un inverno piuttosto attivo.
Tre orbiter americani sono invece in orbita intorno a Marte. La sonda MAVEN, da più di un anno sul pianeta rosso, Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), in orbita dal 2005, e Mars Odyssey, intorno a Marte dal 2001. A fare compagnia alle sonde americane ci sono anche Mars Express dell’ESA, in orbita dal 2003, e l’ultima arrivata, la Mars Orbiter Mission indiana, su Marte dal 2014.
La sonda europea Rosetta è sempre in orbita intorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La missione terminerà a settembre, quando verrà fatta posare sulla superficie del nucleo. Il team dell’ESA ha recentemente cominciato a pubblicare l’archivio navigabile delle immagini ad alta risoluzione dello strumento OSIRIS. Brutte notizie, invece, per Philae. Nonostante i numerosi tentativi, non è stato più possibile contattare il lander, la cui missione è stata dichiarata definitivamente conclusa.
La sonda americana Dawn, in orbita intorno al pianeta nano Cerere, ha cominciato l’ultima fase della sua missione, la Low Altitude Mapping Orbit (LAMO). A soli 385 km di altitudine la sonda ha ora la possibilità di compiere le osservazioni a più alta risoluzione mai ottenute dall’affascinante asteroide.
La missione NASA/ESA/ASI Cassini, da oltre 10 anni intorno a Saturno, è nel pieno della sua orbita Rev 232 nell’ambito della nuova fase “equatoriale” della Solstice Mission. La sonda sta compiendo una serie di sorvoli di Titano che torneranno gradualmente ad incrementare l’inclinazione dell’orbita (l’ultimo, il T-116 del 2 febbraio ha portato l’inclinazione dell’orbita da 2 a 16 gradi), uscendo quindi dal piano degli anelli e dei satelliti di Saturno. Il prossimo flyby di Titano (T-117, 1028 km di quota) avverrà il 16 febbraio.
Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, lanciate nel 1977, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 ha ormai lasciato l’eliosfera e si trova attualmente a circa 134 UA dalla Terra (18 ore e 38 minuti-luce dal Sole). Voyager 2 è invece a circa 111 UA dalla Terra e 15 ore e 24 minuti-luce dal Sole, ed ha recentemente festeggiato il 30-esimo anniversario dal sorvolo di Urano.
Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 3
La sonda della NASA, Juno, è in viaggio verso il gigante del sistema solare, Giove. Il 13 gennaio scorso la sonda ha infranto il record operativo di distanza per un veicolo a pannelli solari, precedentemente detenuto dalla sonda europea Rosetta. Il 3 febbraio Juno ha effettuato la prima delle due manovre correttive (la seconda sarà effettuata a maggio) prima dell’arrivo a destinazione il prossimo 4 luglio.
Hayabusa 2, dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA), è in viaggio verso l’asteroide Ryugu per riportarne a terra un campione. La sonda ha effetuato un flyby con assist gravitazionale della Terra a dicembre, e l’arrivo sull’asteroide è previsto per il luglio del 2018, con ripartenza verso il nostro pianeta nel dicembre del 2019. Se tutto va bene, i campioni prelevati torneranno a Terra nel dicembre del 2020. La missione giapponese si è portata dietro anche numerosi payload secondari, alcuni dei quali condivideranno la missione di Hayabusa 2 su Ryugu: MINERVA II, sempre di JAXA, e MASCOT dell’agenzia spaziale tedesca (DLR) in collaborazione con il CNES francese. MINERVA II è un minilander (peserà solo circa 500 g) mobile (“hopper”) che tenterà l’atterraggio sull’asteroide, dopo il tentativo fallito della prima versione di MINERVA su Hayabusa 1. MASCOT (Mobile Asteroid Surface Scout) avrà una missione simile, ma è anche di dimensioni maggiori, con una massa di circa 10 kg.
La sonda americana New Horizons, dopo aver sorvolato il sistema di Plutone lo scorso 14 luglio, è ora in viaggio il prossimo obiettivo della missione, l’oggetto della fascia di Kuiper denominato 2014 MU69. Nel frattempo la sonda sta continuando a trasmettere a Terra la grossa mole di dati accumulati durante la missione su Plutone, e continuerà a farlo per tutto il 2016.
Sonde operative senza una missione: 2
Non si hanno molte notizie riguardo lo stato del lander cinese Chang’e 3 e del rover Yutu sulla superficie lunare. Periodicamente i radioamatori continuano, comunque, a ricevere incredibilmente segnali dai due veicoli, sulla Luna da più di due anni. Recentemente è stato rilasciato dall’agenzia spaziale cinese un magnifico set di immagini e dati provenienti dalla missione.
Dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, la sonda cinese Chang’e 2 continua il suo allontanamento dalla Terra nella sua orbita eliocentrica. La sonda ha ormai passato il traguardo dei 100 milioni di km di distanza dalla Terra e attualmente viene utilizzata dagli ingegneri cinesi per testare le comunicazioni spaziali di lunga distanza nello spazio profondo.
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