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SpaceX porta in orbita Jason-3 ma fallisce l’atterraggio – IL VIDEO E LE IMMAGINI

Domenica dolce amara per SpaceX: da un lato l’azienda di Elon Musk ha portato con successo in orbita il satellite oceanografico Jason-3, dall’altro, invece, il primo stadio del Falcon 9 ha fallito (almeno in parte) il rientro sulla piattaforma marina (Autonomous spaceport drone ship, ASDS), “Just Read the Instructions” posizionata 300 chilometri al largo dell’oceano pacifico.

Il lancio

Il Falcon 9 v 1.1, alla sua ultima missione, è partito dalla base di Vandenberg, in California, alle 10:42 locali, le 19:42 in Italia, avvolto nella nebbia della baia californiana.

Il vettore ha raggiunto la velocità del suono dopo circa 1 minuto e dieci secondi dal lancio, per poi raggiungere il momento di massima Q (cioè quando è sottoposto alla massima pressione aerodinamica) otto secondi dopo.

Due minuti e trenta dopo il lancio, i 9 motori Merlin 1D del first stage del Falcon 9 si sono spenti e sei secondi dopo il primo stadio si è separato dal resto del razzo, iniziando la manovra di atterraggio.

Il secondo stadio, con a bordo Jason-3, ha invece acceso il suo motore Merlin Vacuum per sei minuti, raggiungendo un’orbita di parcheggio. Dopo 46 minuti, il motore Merlin si è riacceso per dodici secondi per circolarizzare l’orbita inclinata a 66 gradi a 1,326 chilometri. A quel punto Jason-3 è stato rilasciato: il secondo stadio del Falcon 9 ha brevemente acceso di nuovo il suo motore per completare la manovra di de-orbiting che lo farà precipitare sulla Terra, mentre il satellite ha aperto i suoi pannelli solari (62 minuti dopo il decollo), iniziando a mandare segnali alle ground station e dando ufficialmente inizio alla sua missione.

Il tentativo di atterraggio

Nel frattempo, il primo stadio del Falcon 9, alto circa 41 metri e largo 3,6, era impegnato nella manovra di atterraggio. Dopo essersi separato dal resto del razzo, il first stage ha aperto le alette stabilizzatrici e di manovra, per poi accendere il motore centrale dei 9 Merlin 1 D in configurazione octaweb, che ne ha rallentato la corsa.

Il Falcon ha toccato la ASDS “Just Read the Instructions” nel punto sostanzialmente esatto (1,3 metri dal centro), ma poi è caduto su un lato esplodendo. Negli istanti prima dell’atterraggio, tuttavia, la diretta streaming dalla piattaforma si era interrotta, lasciando molti dubbi sull’esito della manovra.

Qualche minuto dopo, un portavoce SpaceX ha comunicato dal webcast dell’azienda che l’atterraggio è stato «troppo duro» e che una delle zampe di appoggio del Falcon «si è spezzata».

A mente fredda è stato lo stesso Elon Musk ha fugare ogni dubbio su twitter, spiegando che la velocità d’atterraggio era corretta ma che una delle zampe non si «bloccata» in posizione, cedendo quindi nell’istante dell’atterraggio.

Musk ha anche pubblicato un’immagine dei detriti, aggiungendo che «almeno i pezzi sono più grandi questa volta». Per SpaceX questo è stato il quarto tentativo di atterraggio e il terzo fallimento. Finora l’unico successo è avvenuto il 21 dicembre atterrando a Cape Canaveral. Gli atterraggi sulle drone ship, finora, si sono tutti piuttosto rovinosi.

«È più difficile atterrare su una nave» ha scritto Musk, che ha paragonato poi l’atterraggio su una drone ship a quello su una portaerei. Come ha tenuto a precisare il numero uno di SpaceX, l’atterraggio sulla drone ship non viene effettuato per risparmiare sul carburante, ma perchè nelle missioni ad alta velocità, cioè quelle in cui il primo stadio si separa dal resto del razzo a quasi 9000 chilometri all’ora, non è «fisicamente possibile tornare al sito di lancio».

Il primo stadio del Falcon 9 sulla drone ship; Credits: SpaceX

Nelle ore successive Musk ha pubblicato sul suo profilo Instagram il video dell’atterraggio, aggiungendo che il mancato bloccaggio della zampa potrebbe essere stato causato da un accumulo di ghiaccio generato dalla nebbia presente al momento del lancio.

Nonostante il fallimento nell’atterraggio, per il Falcon 9 si è trattato del ventesi

mo successo su 21 lanci. L’unico fallimento si è finora registrato il 28 giugno del 2015, quando un Falcon 9 era esploso poco dopo il lancio nell’ambito di una delle missioni di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale.

Il Falcon 9 1.1, alla sua ultima missione, sarà ora sostituito dal Falcon 9 v 1.2 (o 1.1  Full Thrust), in grado di sprigionare il 30% di potenza in più grazie ad aggiornamenti ai motori Merlin e che ha fatto il suo esordio nella missione Orbcomm-2 del 21 dicembre scorso.

Per SpaceX si è trattato della prima missione scientifica per conto della NASA.

La prossima missione di SpaceX è prevista i primi febbraio da Cape Canaveral. Il Falcon 9 porterà in orbita il satellite per telecomunicazioni geostazionario (da più di 5 tonnellate) SES-9. Anche la prossima sarà una missione da “alta velocità” ma ancora non è noto se l’azienda proverà un nuovo atterraggio su una drone ship.

Il payload

Il satellite per misurazione oceaniche Jason-3 è stato costruito dalla franco italiana Thales Alenia Space (joint venture tra Thales, 67%, e Finmeccanica, 33%) per conto dell’Agenzia Spaziale francese (CNES), della NASA e dello organizzazioni meteorologiche EUMETSAT (europea) e NOAA (statunitense).

Basato sulla piattaforma Proteus, Jason-3 si caratterizza per l’altimetro Poseidon-3B, sviluppato anche dal sito Thales Alenia Space di Tolosa. L’altimetro a doppia frequenza Poseidon-3B continua ad essere uno strumento chiave in questo programma di osservazione. Inclusi nella missione principale,  Jason-3 imbarcherà DORIS,  il sistema per la determinazione orbitale di precisione, un Radiometro a microonde avanzato (AMR), un payload GPS (GPSP) e un retro riflettore laser (LRA).

«Il successo del lancio di Jason-3 è un passo in avanti significativo nell’oceanografia operativa e Thales Alenia Space è lieta di essere partner dei team che lavorano nell’ambito del monitoraggio climatico. Il satellite Jason-3 consentirà la continuità delle misurazioni topografiche di alta precisione degli oceani, dopo TOPEX/Poseidon, Jason-1 e Jason-2, che sono operativi in orbita al momento –  ha dichiarato Jean-Loïc Galle, CEO di Thales Alenia Space – Thales Alenia Space riveste un ruolo chiave nel successo delle missioni di altimetria. Di recente, con il contratto per la costruzione dei satelliti Sentinel 1C e 1D per il monitoraggio ambientale, abbiamo dato prova ancora una volta  della nostra esperienza grazie al programma europeo Copernicus».

(Foto: SpaceX)

 

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