Il primo lancio dal nuovo cosmodromo russo di Vostochny potrebbe essere anticipato ad aprile
Il nuovo cosmodromo russo di Vostochny potrebbe ospitare il suo primo lancio ad aprile, e non alla fine dell’anno come inizialmente preventivato. È questo quanto emerge dalle parole di Alexander Mordovets, vicedirettore della società di costruzioni Spetsstroy, che partecipa alla realizzazione della struttura.
Lunedì 18 gennaio in un’intervista all’agenzia di stampa RIA Novosti, Mordovets ha detto che «i lavori sugli impianti necessari al lancio del primo vettore sono terminati» e che l’azienda ha fatto «tutto il possibile per far sì che il primo decollo possa avvenire entro aprile».
Secondo i piani fino a questo momento resi noti, il volo inaugurale da Vostochny sarà effettuato da un Soyuz 2.1/Volga con a bordo tre satelliti. I payloads saranno due satelliti universitari (di cui un nanosat) e uno spacecraft per l’osservazione della Terra. Lunedì, il costruttore aerospaziale statale TsSKB-Progress ha fatto sapere che l’upper stage Volga e i suoi tre payloads verranno trasportarti dalla città russa di Samara, sede dell’azienda, al nuovo cosmodromo il prossimo 22 gennaio. Il primo stadio del razzo era già stato portato a Vostochny il 24 settembre del 2015.
Il lancio inaugurale dal nuovo cosmodromo era stato inizialmente previsto per il dicembre del 2015, ma era poi slittato alla fine del 2016 a causa dei ritardi della costruzione. Tuttavia, l’annuncio della Spetsstroy lascia ipotizzare che la data possa essere anticipata ai primi mesi dell’anno.
Nel corso degli anni i lavori per la realizzazione dei nuovi impianti hanno subito più volte ritardi, sia a causa di errori progettuali e sia per la corruzione, che, secondo il Procuratore generale di Mosca, ha fatto sparire più «7,5 miliardi di rubli» (126 milioni di dollari) dai finanziamenti già erogati.
La corruzione nelle aziende del settore aerospaziale è uno dei motivi che ha spinto il Presidente Putin ha modificare lo status giuridico della Roscosmos, che dal primo gennaio non è più l’Agenzia Spaziale russa ma un’azienda statale.
Attualmente la Russia utilizza tre cosmodromi: la storica struttura sovietica di Baikonur, in Kazakistan, lo spazioporto di Plesetsk, nell’Oblast di Arcangelo, utilizzato sopratutto per le orbite ad alta inclinazione, e la base di Dombarovsky, usata molto raramente.
Dalla fine dell’Unione Sovietica i russi versano nelle casse del governo kazako 115 milioni di dollari all’anno per continuare ad utilizzare il cosmodromo di Baikonur, da cui lanciano, tra le altre cose, le missioni con equipaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale. Una situazione diventata nel corso del tempo insostenibile, sia per motivi politici e sia per chiare ragioni economiche.
Per questo nel 2011 sotto la forte spinta di Vladimir Putin (allora Primo ministro), il governo di Mosca ha iniziato la costruzione delle nuove strutture di Vostochny (“orientale” in russo) nell’Oblast di Amur, una regione isolata a circa 700 chilometri dalla costa pacifica. Il nuovo cosmodromo sorge sul sito della vecchia base di lancio di Svobodny, dismessa nel 2007, su un’area totale di oltre 500 km².
Il nuovo sito è progettato sopratutto per missioni civili e commerciali e, a pieno regime, accoglierà 7 pad di lancio (sia per la famiglia Soyuz che per i nuovi Angara). È inoltre possibile che partiranno da Vostochny anche i vettori della nuova generazione di capsule per voli umani, battezzate nei giorni scorsi Federation.
Secondo i piani di Roscosmos, entro il 2020 Vostochny ospiterà il 45% delle missioni russe, con Baikonur che scenderà dal 65 all’11% e Plesetsk che salirà al 44%.
Grazie alle sua posizione a 51° nord, il nuovo cosmodromo abiliterà quasi tutte le missioni già effettuate da Baikonur, con il vantaggio di avere il vicino oceano pacifico come zona di recupero degli stadi dei razzi.
Finora, il costo stimato della costruzione degli impianti è di circa 6 miliardi di dollari, ma si prevede che ne vorranno altrettanti per terminare il progetto iniziale. Una volta completato, Vostochny darà lavoro a circa 25mila persone, che vivranno in una new town in fase di costruzione.
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