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Elezioni presidenziali USA 2016 e la politica spaziale

Come è noto il 2016 per gli Stati Uniti sarà anno di elezioni presidenziali e la comunità del settore spaziale si sta domandando chi sarà il giusto candidato da votare.

La politica spaziale non è mai stata al centro delle campagne presidenziali, ma in passato alcuni presidenti in carica l’hanno sfruttata per consolidare la loro popolarità.
Quello che la comunità spaziale chiede al proprio presidente è di avere una visione che possa ispirare la popolazione e rilanciare il settore.
In realtà è poi il Congresso che decide se e come finaziare il budget proposto, cosa che da alcuni anni sta avvendo al ribasso.

Nonostante la NASA sia considerata l’agenzia governativa preferità dagli americani, una ricerca effettuata dal Pew Research Center ha chiesto ad un campione di popolazione di mettere in ordine di priorità una serie di 23 temi importanti, la ricerca scientifica è risultata al terz’ultimo posto.

Attualmente ci sono 866 candidati per la poltrona della Casa Bianca, ecco una breve rassegna di cosa pensano i più papabili dell’esplorazione dello spazio .

Jeb Bush

Figlio e fratello di ex presidenti, ex governatore della Florida,  si presenta nelle file del partito Repubblicano.

Si è sempre definito uno “space guy” e recentemente si è detto oltraggiato dal fatto che gli USA debbano ancora dipendere dai russi per inviare i propri astronauti nello spazio.
“… questo è completamente sbagliato, per non parlare della mancanza di una visione e di interesse, che è a mio parere molto pericoloso per la sicurezza nazionale e per gli scopi militari.”

Inoltre ha affermato che gli Stati Uniti hanno l’esplorazione spaziale, la conquista dell’ignoto e la scoperta nel proprio DNA.
Riguardo al settore privato si è complimentato con SpaceX e Blue Origin per i loro recenti successi nel recuperare integri i loro rispettivi vettori.
“…questa è la capacità imprenditoriale di cui abbiamo bisogno, NASA ha bisogno di una visione chiara e precisa da perseguire in collaborazione con il settore privato.”

Hillary Clinton

Ex Segretario di Stato dell’amministrazione Obama, la moglie di Bill Clinton si presenta per il partito democratico.
Già nella sua campagna presidenziale del 2008 si era detta molto impegnata per un robusto programma spaziale con missioni umane verso la ISS ed oltre, esplorazione robotica ed avanzate attività spaziali.

Nei suoi riferimenti allo spazio racconta sempre di quando, appena quattordicenne, scrisse alla NASA per sapere come poter diventare astronauta e le venne risposto che non era prevista la candidatura da parte delle ragazze.

Recentemente ha affermato di supportare veramente il programma spaziale che, a suo parere, è sicuramente un buon investimento su cui puntare, sia per motivazioni economiche che per quanto riguarda l’espolorazione e la sicurezza nazionale.

Ted Cruz

Senatore repubblicano texano al primo mandato, attualmente presiede il sottocomitato Science, Space, and Competitiveness.

Non ha mai nascosto i suoi sentimenti verso il programma spaziale, affermando più volte che la NASA è una priorità nazionale.
“È imperativo che gli USA abbiano la capacità di inviare i propri astronauti verso la ISS indipendentemente dai russi, il Commercial Crew Program deve quindi essere supportato dal Congresso e ricevere adeguati finanziamenti”.

È notoriamente uno scettico dei cambiamenti climatici e più volte ha espresso il suo disappunto di fronte ai crescenti programmi NASA rivolti all’osservazione e studio della Terra:
“A mio parere, questa scelta non rappresenta la maniera appropriata per distribuire le risorse, spostando finanziamenti che dovrebbero di diritto essere destinati alle funzioni primarie della NASA”.

Riguardo al settore privato si è detto sicuramente compiaciuto dei progressi raggiunti ma che tali compagnie mancano di chiari obiettivi di esplorazione.

Ben Carson

Medico del Maryland candidato per il partito repubblicano, è sempre rimasto abbastanza vago rispetto alla politica spaziale, senza entrare troppo nei dettagli:
“…farei decollare la NASA perchè numerose invenzioni nascono dai suoi programmi, cose che usiamo tutti i giorni. E voi sapete quanto bisogno abbiamo di rilanciare lo spirito innovativo americano. Dobbiamo riprendere il controllo dello spazio perchè, se lo lasciamo ai cinesi e russi, saremo fritti. Stiamo minacciando il futuro delle nostre prossime generazioni.”

Bernie Sanders

Senatore indipendente del Vermont in lizza per il partito democratico.
Gli è stato chiesto come mai, più volte in passato, avesse votato a favore della riduzione del budget NASA ed ha cosi risposto:
“A volte, ed in particolare io non ricordo tutti questi voti, uno si trova in posizioni talmente difficili da costringerlo a fare determinate scelte. Mi rifersico al fatto di scegliere tra il garantire un pasto ai bambini affamati e l’assistenza sanitaria per le persone in difficolta o altri programmi nazionali. In generale io supporto l’incremento dei fondi NASA, ma solamente dopo che le necessità degli americani saranno soddisfatte.”

Donald Trump

Imprenditore senza bisogno di presentazioni, si presenta per il partito repubblicano e non sembra particolarmente interessato alla politica spaziale.
Lo scorso novembre, rivolgendosi ad un ragazzino di 10 anni ha affermato:
“…lo spazio è fantastico, ma dobbiamo concentrarci sulle buche stradali”.

Marco Rubio

Giovane Senatore della Florida, si presenta per il partito repubblicano.
È membro del Commerce, Science and Transportation Committee che supervisiona il budget NASA e nel recente passato è sempre stato a favore dei tagli ai finanziamenti, in particolare per quanto riguarda le scienze della Terra:
“Non credo che le attività umane stiano causando questi drammatici cambiamenti del clima, nella maniera in cui gli scienziati ce li dipingono”.

In un’intervista del 2014 ha affermato che da quando è terminato il programma shuttle si nota una certa disconnessione tra il pubblico americano e quello che la NASA fa:
“…prendi per esempio il prossimo volo della capsula Orion (EFT-1 ndr), quando la gente vedrà la capsula prima lasciare la Terra e quindi rientrare si ricorderà di quello che facevamo negli anni ’60 e ’70 durante il programma Apollo e saranno nuovamente motivati per affrontare una nuova sfida. E questa sfida sarà di arrivare su Marte”.

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