Di nuovo Blue Origin: l’azienda di Jeff Bezos fa atterrare per la prima volta un New Shepard “usato” – IL VIDEO
Blue Origin ci è riuscita di nuovo. Ieri 22 gennaio l’azienda spaziale del fondatore di Amazon Jeff Bezos è riuscita a far atterrare l’esemplare del veicolo suborbitale New Shepard lanciato già il 23 novembre scorso.
È la prima volta che il concetto di riusabilità legato al settore dei razzi spaziali trova la sua pratica applicazione. Finora solo la Blue Origin e la SpaceX di Elon Musk sono riusciti a far ritornare a Terra un vettore (tre volte l’azienda di Bezos e una volta SpaceX), ma mai un razzo “usato” era stato utilizzato di nuovo.
Blue Origin ci è riuscita, e lo ha fatto in un volo di prova presso le sue strutture in Texas. Nonostante il lancio non fosse stato annunciato, era dato per molto probabile in seguito alla ricostruzione apparsa sul sito specializzato americano SpaceNews.com, che ha scovato la restrizione di volo emanata dalla Federal Aviation Administration (FAA), l’ente americano che regola la sicurezza del volo, per la porzione di cielo del Texas vicino alle facilities di Blue Origin.
SpaceX, invece, dopo il successo del 22 dicembre, non è riuscita nel suo ultimo tentativo (il terzo), di far atterrare il Falcon 9 v 1.1 su una drone ship nel mezzo dell’oceano pacifico il 17 gennaio scorso.
Can a used rocket fly? Video + a few technical details at https://t.co/8JUKBLg8fi https://t.co/JWpi3yGDWq
— Jeff Bezos (@JeffBezos) January 23, 2016
Per Blue Origin, anche in questo caso, l’annuncio della missione è arrivato tramite un video pubblicato su You Tube, ritwittato poi da Bezos.
Secondo quando emerge dal filmato, il New Shepard è arrivato all’apogeo (il più più elevato) a 101,7 chilometri, poco oltre la linea di Kármán (che separa artificialmente l’atmosfera dallo spazio, posta a 100 chilometri), per poi cominciare la manovra di discesa. Durante il volo del 22 novembre l’apogeo era stato di 100,5 chilometri.
Dopo la separazione tra la capsula e lo stadio propulsivo del New Shepard, i due elementi hanno iniziato a tornare a Terra. La capsula ha compiuto la manovra prima con dei paracadute e poi con dei micro-thrust, che l’hanno rallentata da 24 a 5 chilometri all’ora.
Ancora sconosciuti invece i dettagli del rientro dello stadio propulsivo. Nella missione del 23 novembre, la sezione del razzo aveva riacceso i motori a circa 1,5 km dal suolo, rallentando fino a 7 km/h per poi atterrare delicatamente sulla piattaforma.
In un post pubblicato sul sito ufficiale dell’azienda firmato da Jeff Bezos e intitolato “Launch. Land. Repeat.” (Lancia, atterra, ripeti), il fondatore di Amazon ha spiegato che «i dati del volo di novembre e le previsioni preliminari hanno reso i preparativi della missione relativamente semplici».
In particolare, i tecnici dell’azienda hanno «sostituito i paracadute della capsula, gli iniettori pyro, controllato l’avionica e fatto alcuni aggiornamenti, di cui uno molto importante, al software».
Inoltre, Bezos ha spiegato che attraverso il simulatore Monte Carlo l’azienda ha implementato una nuova manovra d’atterraggio, che puntando direttamente al centro del pad, «aumenta la capacità del veicolo di resistere ai venti a bassa quota».
Nell’ultima parte del suo post, Bezos ha parlato anche dei progetti futuri dell’azienda. Blue Origin, ha scritto, sta lavorando «già da tre anni ad un veicolo orbitale» che sarà il più piccolo della nuova famiglia di razzi ma comunque molto più grande dell’attuale New Shepard. Ulteriori dettagli sul veicolo saranno comunicati, spera Bezos, nel corso dell’anno.
Infine, il numero uno di Blue Origin ha scritto che nel corso dell’anno l’azienda comincerà i test sui motori a metano BE-4, che equipaggeranno il nuovo razzo Vulcan di United Launch Alliance (la joint venture tra Boieng e Lockheed Martin, ULA) e che il New Shepard volerà e atterrerà «ancora e ancora».
E così Bezos batte, ancora una volta, il suo collega-rivale Musk. Dopo esser riuscita per prima nella manovra d’atterraggio, Blue Origin riutilizza completamente un razzo battendo sul tempo SpaceX. Rimane però la differenza tra i due veicoli, sottolineata dalla stesso Musk subito dopo l’atterraggio del New Shepard del 23 novembre.
Getting to space needs ~Mach 3, but GTO orbit requires ~Mach 30. The energy needed is the square, i.e. 9 units for space and 900 for orbit.
— Elon Musk (@elonmusk) November 24, 2015
Il Falcon 9 è un veicolo orbitale alto 60 metri e in grado di sprigionare forze di molto superiori rispetto a quelle del New Shepard, che rimane un razzo suborbitale destinato al turismo spaziale e pensato per arrivare appena a cento chilometri di quota.
Insomma, l’impresa di Blue Origin è da lodare e rimarcare, ma è a diversi ordini di grandezza più in basso rispetto a ciò che sta tentando Elon Musk con SpaceX.
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