Quando volano nei cieli sempre più affollati, i piloti devono avere a portata di mano un arsenale di informazioni: altitudine, velocità dei venti, livello di carburante, distanza dalla destinazione, posizione di altri aerei etc. Tutti questi dati sono disponibili grazie ad una serie di monitor e pannelli bidimensionali che però obbligano il pilota ad assemblare le informazioni mentalmente, e poi tradurle nel mondo tridimensionale.
NASA ha cercato a lungo di semplificare questo procedimento per fornire dati sempre più precisi alle navicelle in fase di docking con la ISS, ma anche per garantire voli sempre più sicuri, e al Langley Research Center c’è qualcuno che si occupa proprio di questo. Kyle Ellis è un ingegnere aerospaziale nel ramo dei sistemi avionici e il suo lavoro consiste nello “studiare il tracciamento oculare dei piloti e la loro attività cerebrale per capire quale tipo di allarme è più efficace. Possiamo accendere una semplice spia, oppure enfatizzarla tridimensionalmente, facendo in modo che ‘salti fuori’ dallo schermo”, come afferma lui stesso.
Sfortunatamente, la capacità di installare un monitor tridimensionale in cabina è limitata. I piloti di caccia hanno display a sovrimpressione sul cruscotto (head-up display) che richiedono una determinata posizione della testa, conosciuta come head box. Quando escono da questa head box, la tridimensionalità percepita ne risente eccessivamente, riducendo la profondità di campo o la luminosità dei segnali, e questo limite è ancor più accentuato nei voli commerciali in quanto la cabina più spaziosa deve dar modo al pilota di muoversi durante i lunghi voli.
Per anni NASA ha lavorato con l’azienda Dimension Technologies Inc. (DTI), con sede a Rochester, NY, per sviluppare un monitor tridimensionale che fornisse sia una vivida immagine dei dettagli (Spinoff del 1995) che un tracciamento oculare senza l’uso di occhiali. Modificando il sistema di retroilluminazione in un monitor LCD ed incorporando una macchina fotografica rivolta agli occhi dell’utente, si possono creare display in grado di seguire la posizione dell’osservatore in tempo reale, senza compromettere la risoluzione o la profondità di campo. Come spiega l’amministratore delegato di DTI Arnie Lagergren, “idealmente, sia il pilota che il copilota possono vedere i monitor dell’altro, e possono captarne la profondità”. Ecco ciò su cui sta lavorando l’azienda: schermi con tecnologia eye-tracking integrata e un sistema di monitoraggio che non impone all’utilizzatore di rimanere fisicamente all’interno di una determinata area.
Le potenzialità di questi monitor hanno aperto le porte anche a conferenze di arti digitali. All’evento “Immersed” di Toronto tenutosi nell’Ottobre del 2015, ad esempio, è stata proposta una console con il gioco di ruolo Skyrim, che include visuali tridimensionali di paesaggi , animali e fenomeni meteorologici, e che ha permesso all’azienda di accedere a diversi congressi sulla tecnologia, tra cui la GPU Tech Conference di NVIDIA. I monitor Mission Critical 2D/3D sono stati accolti con entusiasmo anche da operatori dell’animazione 3D, incluso James Stewart. Il suo cortometraggio stop-motion Foxed! (visionabile qui) è stato tra i clip usati per presentare gli schermi.
E che dire del settore automobilistico? Alcuni costruttori di auto si sono già avvicinati con interesse, questi display non disdegnerebbero l’integrazione su parabrezza, cruscotti o come mezzi di intrattenimento da installare sul retro dei sedili anteriori.
Per approfondire:
Spinoff nel dettaglio [ENG]
Sito di Dimension Technologies, Inc. [ENG]
Fonte: sito di NASA Spinoff, traduzione italiana a cura di Veronica Remondini.