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Galileo: sono dodici i satelliti in orbita

Sono stati lanciati altri due satelliti per la costellazione Galileo lo scorso giovedì 17 Dicembre alle ore 11:51 am GMT, dal cosmodromo europeo in Guyana francese, a bordo di un lanciatore Sojuz. Sale quindi a quota dodici il numero dei satelliti mandati in orbita dei trenta previsti per la messa a punto del sistema di posizionamento globale europeo.

Il successo dell’operazione è stato annunciato dopo che i centri di controllo ESA si sono assicurati che i satelliti fossero stati posizionati nell’orbita prevista, a quota 23.500 Km dalla Terra, oltre a testare il corretto funzionamento degli stessi.

Il direttore ESA del progetto Galileo, Didier Faivre, si è detto molto soddisfatto: “Tre lanciatori e sei satelliti pronti per il lancio in meno di nove mesi. Questo dimostra il ritmo elevato a cui stiamo realizzando la rete di posizionamento globale europea, e ci rende più vicini al raggiungimento dell’obiettivo finale”.

I satelliti, ciascuno dei quali ha un peso di 717 Kg, utilizzeranno dei propulsori montati a bordo per posizionarsi nell’orbita della costellazione Galileo, circa 300 Km più in basso di quella raggiunta giovedì (per l’esattezza a quota 23.222 Km). Essi vengono volutamente posizionati ad un’orbita più elevata di quella predefinita per evitare di intasare quest’ultima con satelliti malfunzionanti , che necessiterebbero di essere sostituiti qualora si verificassero dei problemi.

Faivre ha affermato che l’aggiunta di questi due satelliti fa sì che ce ne siano quattro in ciascuno dei tre piani orbitali previsti, garantendo inoltre la copertura uniforme di tutto il globo.

Bisogna però sottolineare che i dieci satelliti lanciati prima di giovedì presentano dei problemi tecnici, non assicurando quindi che possano svolgere tutte le funzionalità precedentemente annunciate dalla Commissione europea. Si deve infatti ricordare che i due satelliti mandati in orbita nell’Agosto 2014 sono perfettamente funzionanti, ma non sono stati posizionati all’orbita giusta e non possiedono propellente a sufficienza per portarcisi. “Sebbene l’ESA abbia svolto un lavoro eccezionale per posizionare il meglio possibile questi due satelliti, essi non sono ancora nell’orbita ideale, che pensavamo di poter raggiungere fin da subito”, ha aggiunto Flament. Sono comunque in corso dei test per controllare se i due satelliti potranno essere incorporati nella rete Galileo, nonostante la loro orbita errata. “Probabilmente, questi due satelliti potranno essere utilizzati per operazioni di ricerca e recupero, ne siamo quasi certi al 100%, oppure per l’Open Service”.

Infatti la Commissione Europea prevede diversi livelli di utilizzo di Galileo, tra cui quello di rendere il servizio un prodotto liberamente disponibile a chiunque nel mondo – da cui il nome “Open Service”, oltre ad altri tipi di utilizzo, come quelli a scopo commerciale e governativo.

Uno dei due satelliti lanciati nel 2012 presenta dei problemi con la sua antenna in banda L, ed il project manager ESA del progetto Galileo, Javier Benedicto, non ha espresso niente di certo riguardo il fatto se possa o meno far parte della costellazione definitiva.

Nonostante questi problemi tecnici riscontrati, Faivre ha affermato che ad oggi ci sono certamente ben nove satelliti funzionanti. Il lancio di altri quattro satelliti, che verranno mandati in orbita mediante un lanciatore Ariane 5, è previsto per Ottobre 2016.

Altri due satelliti Galileo verranno lanciati su vettore Sojuz tra la fine del 2016 e gli inizi del 2017, mentre gli altri saranno trasportati da Ariane 5 tra il 2017 ed il 2018, in modo da arrivare ad avere ventisei satelliti in orbita.

Flament ha anche affermato che la Commissione Europea prevede di invitare le aziende a presentare proposte per lo sviluppo di altri satelliti Galileo del tutto simili a quelli già progettati. “Sappiamo che, arrivati a quota ventisei, mancheranno altri quattro satelliti per completare la costellazione. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di emettere un bando per la realizzazione di quelli mancanti.” L’idea è quella di scegliere un’azienda che provvederà alla realizzazione di otto satelliti, quattro dei quali serviranno per completare la costellazione, e che avranno la stessa tecnologia a bordo di quelli già in orbita, definiti come “satelliti di prima generazione”.

Fonte: ESA

Copyright immagine: ESA

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