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Si, sulla Luna ci siamo andati (se serviva una conferma): le immagini della sonda NASA LRO

La schiera – purtroppo sempre più numerosa – dei complottisti che nega lo sbarco dell’uomo sulla Luna dovrà finalmente accettare l’idea che gli esseri umani hanno messo piede sul satellite naturale del nostro pianeta per ben sei volte. E su questo non c’è dubbio alcuno.

Non ne vogliano Kubrick, le presunte rocce di scena e le ombre con l’angolo sbagliato, ma sono ormai anni che la sonda NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) – che ruota a 50 chilometri sopra la superficie della Luna – invia immagini di volta in volta sempre più dettagliate dei siti d’allunaggio delle missioni Apollo che tra il 1969 e il 1972 hanno toccato il suolo del nostro satellite.

Le sei missioni atterrarono tutte nella parte del satellite esposta alla Terra e i diversi siti d’atterraggio furono decisi secondo le ipotesi della loro conformazione geologica.

La prima, l’Apollo 11, arrivò nei pressi del Mare della Tranquillità il 20 luglio del 1969. Dalle immagini si possono vedere i tre crateri vicini al LEM, che oggi portano il nome dei tre astronauti della missione: Armstrong, Collins e Aldrin. Quattro mesi più tardi fu la volta dell’Apollo 12, che allunò nell’Oceano delle Tempeste, a sud del grande cratere Copernico, non lontano dalla sonda Surveyor 3, lanciata sempre dalla NASA nel 1967. 

Nel febbraio del 1971 fu la volta dell’Apollo 14 che atterrò nella regione di Fra Mauro, meta originaria di Apollo 13. Le foto di LRO hanno catturato anche le orme dei due astronauti della missione (Alan Shepard e Stuart Roosa) verso il perimetro del cratere Cone. La passeggiata – della durata di più di 4 ore – mise a dura prova la resistenza fisica dei due che, durante il percorso di ritorno, si smarrirono. In ogni caso la coppia di astronauti non si perse d’animo e Alan Shepard per sdrammatizzare lanciò una pallina da golf per «miglia, miglia e miglia» sulla superficie lunare.

I siti d’atterraggio delle missioni Apollo (clicca per ingrandire); Credits: NASA / LRO

Le successive missioni Apollo 15, 16 e 17,  allunate rispettivamente nel luglio del 1971, e nell’aprile e nel dicembre del ’72, furono le sole ad utilizzare il Rover lunare (o LRV, acronimo di Lunar Rover Vehicle), che permise agli astronauti di compiere EVA (Extra-vehicular Activity, la passeggiata spaziale) ad una distanza maggiore dal sito d’atterraggio. Le ultime tre missioni, inoltre, furono quelle che dal punto di vista scientifico ottennero i risultati più consistenti, poiché riuscirono a sfruttare i dati raccolti nei lanci precedenti e la maggiore capacità di trasporto degli strumenti, affinatasi nel corso degli allunaggi.

Le foto dei siti dell’Apollo non sono in ogni caso il vero obiettivo della sonda LRO che, lanciata nel 2009, ha lo scopo di fornire una mappa dettagliata della superficie lunare. La LRO rimarrà nell’orbita del satellite almeno fino all’ottobre del 2016 ma, nel frattempo, i tecnici della NASA sono già riusciti ad utilizzare i dati inviati per la creazione di database liberamente consultabili on line (come questo e questo).

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