Rosetta: programmi per il futuro
A Settembre 2016 Rosetta scenderà sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko con un impatto controllato.
L’annuncio era stato dato il 23 Giugno insieme alla conferma dell’estensione della missione, ma ora il team sta iniziando a pianificarne i dettagli. Le traiettorie e il sito d’impatto sono tra gli argomenti da definire, ma nel frattempo l’Operations Manager Sylvain Lodiot ed il Project Scientist Matt Taylor ci raccontano un po’ di background di questo “grand finale”.
Perché si deve concludere la missione?
Fondamentalmente per tre ragioni:
- In seguito al perielio avvenuto in Agosto 2015 la cometa (e Rosetta) si stanno ora allontanando dal Sole, e questo comporta maggiori difficoltà perché i pannelli solari della sonda riceveranno meno luce e di conseguenza l’energia a disposizione si abbasserà notevolmente;
- Tra Settembre e Ottobre 2016 la cometa apparirà in congiunzione con il Sole dal quale sarà nascosta, perciò l’invio di comandi e la ricezione di dati scientifici saranno compromesse;
- La velocità di trasmissione dei dati subirà un brusco calo, sarà come ricevere informazioni con un modem dial-up del 1995.
Perché non si può riportare Rosetta in ibernazione?
L’afelio della cometa (la distanza massima dal sole) sarà tale per cui l’energia ricevuta non sarà sufficiente per controllare la sonda, che perciò potrebbe rischiare di congelarsi e non essere più in grado di uscire dall’ibernazione. Inoltre, Rosetta utilizza propellente per effettuare le manovre attorno alla cometa, sostanza che si sta esaurendo. Non dimentichiamo poi che sia la scocca che gli strumenti al suo interno sono stati costruiti più di 10 anni fa, e sono già oltre la loro vita operativa post-ibernazione.
Mano a mano che si avvicinerà alla superficie la sonda sarà in grado di inviarci altri dati scientifici e immagini mozzafiato, fotografie di aree non ancora mappate e informazioni sul comportamento della cometa in seguito al perielio.
Come ci si aspetta l’atterraggio?
Si sta ancora discutendo la sequenza di eventi che avrà luogo nelle settimane finali della vita operativa di Rosetta. La sfida sarà ardua perché la distanza con la cometa sarà inferiore rispetto a quella programmata per il rilascio di Philae nel 2014. Il fatto è che più la sonda si avvicina alla cometa, più il potenziale gravitazionale non uniforme di quest’ultima avrà influenza sulla traiettoria, con grandi perturbazioni all’apogeo (il punto più lontano dalla cometa su un orbita ellittica). Questo richiederà molto più controllo e molte più manovre.
Il piano, in generale, è quello di far volare Rosetta su orbite molto ellittiche e portarla il più vicino possibile alla superficie negli ultimi due mesi di missione, con flyby a meno di 1 km, distanza prevista per Agosto 2016. In questi mesi l’avvicinamento darà anche modo al team di terra di tentare un’ultima volta il contatto con Philae, di cui non si hanno notizie dirette dal 9 Luglio 2015, ma che secondo gli scienziati è riuscito a completare l’80% della sua missione scientifica. Da Gennaio in poi le temperature inizieranno ad essere probabilmente troppo fredde per gli strumenti di bordo.
La manovra finale vedrà la sonda posarsi sulla cometa in maniera morbida, anche se Lodiot afferma che le chance di sopravvivenza dopo l’atterraggio saranno remote: “Controlleremo Rosetta in ogni modo, fino alla fine, ma una volta sulla superficie sarà molto improbabile riuscire a comunicare: molte delle sue appendici (antenna e pannelli solari) probabilmente si romperanno.”
L’impatto è previsto per il 30 Settembre 2016, un “gran finale di un viaggio stupefacente” conclude Mark McCaughrean, senior science Advisor di ESA.
L’intero viaggio di Rosetta può essere visualizzato a questo link.
Fonti: Rosetta Blog, Spaceflight Now
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